IL CASO
Conti all’estero, 7 a processo
Alla sbarra tra gli altri la broker Paola Galliani e il suo tuttofare

È già in carcere per estorsione, ma i guai per la broker finanziaria Paola Galliani, considerata vicina alla ‘ndrangheta non sono ancora finiti: a marzo inizierà il processo per riciclaggio, che vede co-imputati il consulente finanziario Enrico Verità, Giuseppe Morabito, pluripregiudicato di Rosarno, Fabrizio Scatolini, Davide Robbi, Luigi Rubbi e Giuseppe Moscato.
E ancora una volta a sostenere l’accusa davanti al collegio del tribunale di Busto Arsizio verrà un pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Alessandra Cerreti.
L’indagine riguarda un’operazione finanziaria illecita, ossia movimenti di capitali dalla Svizzera, intestati a clienti di Galliani e Verità. In termini molto asciutti, il 20 dicembre del 2017 Galliani e Verità avrebbero organizzato il trasferimento di 180mila euro da una banca elvetica a una moldava, riconducibile a una società di diritto moldavo collegata a Morabito ma rappresentata da Davide Robbi.
L’obiettivo è quello tipico di queste manovre: occultare la provenienza illegale di quella somma. Analoga mossa compiuta per 60mila euro, distratti in questo caso su un istituto di credito sloveno - di Nova Gorica - riconducibile a una società di diritto italiana rappresentata da Luigi Rubbi così da farli transitare su un conto corrente italiano intestato a Moscato. Scatolini, in questa partita di giro, avrebbe avuto il ruolo di intermediario tra Galliani, Verità e Moscato.
In sede di udienza preliminare davanti al gup di Milano, l’avvocato Alberto Talamone ha eccepito la questione della competenza territoriale e il giudice l’ha accolta, per questo il fascicolo è stato trasmesso a Busto. Perché gli accordi e le procedure per il rientro dei capitali si sarebbero consumate nell’ufficio legnanese della broker cinquantenne.
A maggio la donna era stata condannata a sei anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso (il pm Cerreti aveva chiesto nove anni). La legnanese si rivolse ad alcuni malviventi gravitanti intorno alle cosche calabresi dei Pesce e dei Bellocco per far pestare a sangue un imprenditore e ottenere così il pagamento di un credito da 60mila euro. L’agguato nello studio di Galliani, in via Sant’Ambrogio e quindi in pieno centro, risale al 20 gennaio del 2017. Lei e Verità - suo braccio destro - volevano tornare in possesso del denaro che avevano affidato al conoscente e che lui avrebbe fatto sparire nell’azione di riciclaggio sull’asse Svizzera-Slovenia-Italia. Le due vicende e quindi i due procedimenti sono correlati strettamente.
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