PIAZZA PULITA
«Cozzi soffre, va scarcerato»
L’avvocato Cicorella non esclude la richiesta di riti alternativi: «L’ex vicesindaco non può più ripetere i reati contestati»

Un weekend di riflessione, sia per gli inquirenti che per gli indagati. I primi devono fare il punto sulla nuova documentazione acquisita dopo gli arresti del primo cittadino Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’assessore Chiara Lazzarini, ormai ex amministratori di Palazzo Malinverni.
Oltre all’analisi ancor più approfondita delle intercettazioni, ci sono tutte le testimonianze delle persone informate sui fatti chiamate in procura dal pubblico ministero Nadia Calcaterra.
I secondi devono valutare le strategie difensive, soprattutto alla luce della decisione del gip Piera Bossi, che ha respinto le richieste di attenuazione delle misure presentate da Fratus e Cozzi.
L’ex vicesindaco da venerdì mattina ha ufficialmente nominato l’avvocato Cesare Cicorella come unico legale che lo assisterà nel percorso giudiziario. «Vedremo nei prossimi giorni se impugnare davanti al tribunale del riesame l’ordinanza con cui sono stati respinti gli arresti domiciliari. Dipenderà anche dall’esito di un confronto con i magistrati, per capire se ci sia spazio per ottenere una linea meno dura», spiega l’avvocato.
«Le esigenze cautelari sono venute meno, visto che davanti al pm c’è stata una sostanziale ammissione dei fatti materiali, che quindi non sono più oggetto di prova che potrebbe inquinare», osserva il difensore. In effetti Cozzi agli inquirenti non ha negato le circostanze, ha semmai affermato la convinzione che fossero tutte lecite.
«Ma tralasciamo le valutazioni penali nel merito, che eventualmente affronteremo in seguito, a meno che non si facciano scelte processuali alternative». Si potrebbe supporre l’ipotesi di un patteggiamento o quantomeno di un rito abbreviato, ma è prematuro dedurre conclusioni.
«Cozzi merita di essere messo almeno ai domiciliari perché si è dimesso, perché è un avvocato incensurato, che per dieci anni è stato un sindaco specchiato e trasparente. E poi perché il carcere comporta una sofferenza indescrivibile per tutti, ancor di più per chi non delinque di professione».
L’avvocato Cicorella subito dopo la nomina gli ha fatto visita in cella. L’ha trovato molto provato, afflitto. Emotivamente così scosso da non riuscire ancora a trattenere le lacrime, martellato da una domanda: «Ma perché a me hanno riservato addirittura la galera mentre per gli altri solo i domiciliari?»
«Pensa continuamente alla sofferenza di chi è fuori, degli amici, dei conoscenti, di tutti quelli che si preoccupano per lui. E soprattutto soffre per sua moglie, che lui ama tanto e che sa essere sola, alle prese con queste difficoltà».
E la strada è ancora in salita. Il pubblico ministero Calcaterra avrebbe ascoltato anche Chiara Lazzarini, ma la commercialista, che è agli arresti domiciliari come Fratus, ha scelto la linea del silenzio e non ha neppure presentato istanza di liberazione. Dunque da domani in procura a Busto Arsizio riprenderanno le escussioni dei testimoni e intanto la guardia di finanza di Milano approfondirà eventuali collegamenti tra i tre indagati e le alte sfere politiche, per accertare se ci fosse una regia superiore o comunque un assenso implicito.
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