LEGNANO
Gamba di legno: «Stupro impossibile»
Assolto lo zio sotto accusa per violenza sessuale sulla nipote
«Lo zio mi ha violentata in macchina, mentre mi accompagnava a catechismo, vicino alla parrocchia Cardinal Ferrari»: questa la sintesi dell’accusa mossa dalla ragazza che da un mese è diventata maggiorenne. Ma l’episodio raccontato durante l’incidente probatorio risale a quando di anni ne aveva quattordici, con tutte le aggravanti giuridiche che ne seguono. Possibile che un quarantaseienne stazzato, anzi cicciottello, con una protesi di legno al posto della gamba destra potesse aver abusato di una ragazzina all’interno di un’auto piccola, con le particolari modalità descritte dalla presunta vittima? No. Il collegio giudicante presieduto da Nicoletta Guerrero (a latere Giulia Pulcina e Veronica Giacoia) non ci ha creduto. L’imputato - difeso dall’avvocato Giuseppe Lauria - è stato assolto perché il fatto non sussiste. Non che non ci fossero indizi di colpevolezza - si legge nelle motivazioni contestuali alla sentenza pronunciata l’altro pomeriggio - ma quanto emerso durante l’istruttoria «non consente di affermare la responsabilità dell’uomo al di là di ogni ragionevole dubbio». Spiega il collegio: «La dinamica del presunto rapporto completo nell’abitacolo è difficilmente compatibile con la struttura corporea oltremodo massiccia dell’imputato e con la menomazione fisica di cui risulta pacificamente affetto». La dinamica descritta dalla ragazza «è di difficile realizzazione in ragione dello spazio ridotto dell’auto e della scarsa mobilità dovuta alle condizioni fisiche dello zio». La minore, nata in Albania nel 2003, venne mandata a vivere dalla zia, sposata con l’imputato italiano, a Legnano. In quel contesto sarebbero maturate le prime avance dell’uomo ma l’adolescente - rappresentata dalla madre, la quale era assistita dall’avvocato Arturo Volpe - nel corso dell’incidente probatorio non fece menzione di quegli approcci, comunque narrati in termini generici. Durante il dibattimento inoltre «è emerso il rapporto a tratti conflittuale tra i nuclei familiari, su cui le parti hanno cercato inspiegabilmente di glissare, anche a fronte di specifiche domande». Dunque la tesi dell’avvocato Lauria è risultata credibile.
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