NDRANGHETA
Novella junior verso il processo
Dopo l’arresto nell’ambito dell’operazione Linfa

Tutti presenti, nell’udienza davanti al gip Giusy Barbara nell’aula al settimo piano di Palazzo di Giustizia a Milano. Tutti tranne lui. Il lui in questione è Edoardo Novella, 42enne figlio del boss Carmelo, già reggente della Lombardia (la struttura della ‘ndrangheta a livello lombardo), ucciso in un agguato il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona. Ultimo di una dozzina di arrestati per associazione finalizzata al traffico e alla detenzione di sostanze stupefacenti nell’ambito di due operazioni congiunte della Distrettuale Antimafia di Milano denominate “Linfa”e “Kerina 2” - un’associazione che sarebbe stata messa in piedi e alimentata da soggetti quasi tutti di origine calabrese e con salde radici a Legnano -, Novella jr, fino al momento dell’arresto residente a Busto Arsizio, è l’unico imputato ad aver rinunciato a ricorrere a riti alternativi (leggi: il rito abbreviato), scegliendo di difendersi in un processo ordinario. Una strategia difensiva, quest’ultima, che accomuna la famiglia Novella. Anche il fratello Vincenzo, accusato di associazione mafiosa (e altri reati satellite) nella maxi-inchiesta anti-‘ndrangheta in Lombardia “Infinito” (indagine che prese le mosse dalla decisione di eliminare il padre presa nelle alte sfere della ‘ndrangheta), optò per il processo ordinario (per poi essere condannato a 13 anni e 10 mesi). Lunedì, il gip avrebbe dovuto formalizzare il rinvio a giudizio di Edoardo Novella, accusato di aver agevolato gli incontri del sodalizio criminale ospitandoli in una carrozzeria di Legnano intestata alla moglie, ma la decisione, di fatto una formalità, è stata fatta slittare di una settimana per dare modo al pm dell’Antimafia milanese Alessandra Cerreti di replicare ai difensori degli altri 10 imputati processati in abbreviato per i quali sono stati chieste condanne complessivamente per 73 anni di carcere.
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