IL FALSO ALLARME
Al fuoco: dallo scherzo alla denuncia
I vigili del fuoco sono intervenuti in massa alle case Aler. La polizia valuta il procurato allarme

«Correte, sta bruciando un palazzo. Il fuoco ha avvolto il quinto piano, fate in fretta!».
I vigili del fuoco, ovviamente, hanno fatto in fretta. Anzi, hanno letteralmente volato, arrivando in Canazza con tre autoscale e tre carri, per un totale di sei squadre e una trentina di uomini.
Con loro le ambulanze dalle Croce rossa e la Volante della polizia, arrivate per il necessario supporto a un intervento che si annunciava quantomeno complicato.
Peccato fosse tutto uno scherzo. Domenica sera nessun palazzo ha preso fuoco, né in Canazza né in altri quartieri della città. Chi ha chiamato il 112 si è fatto beffe di tutti.
LA TELEFONATA AL 112
L’allarme è stato lanciato verso le 20.30 con una chiamata al numero unico delle emergenze 112. Chi ha telefonato ha raccontato di un incendio scoppiato nelle palazzine Aler all’incrocio tra le vie Girardi e Cinque Giornate, nel cuore del rione Canazza.
Alle domande dell’operatore sono seguite risposte brevi ma circostanziate: il fuoco era scoppiato al quinto piano e minacciava di divorare il tetto dell’edificio. Subito l’allarme è stato girato ai vigili del fuoco: dalla caserma di Legnano sono partiti i primi mezzi, ma fin dal primo momento sono stati allertati anche altri distaccamenti.
Visto che l’incendio era stato segnalato a un piano alto sono state mosse tutte le autoscale disponibili, uno spiegamento di forze giustificato dalla gravità della situazione che era stata denunciata.
D’altra parte il mese scorso i palazzi in questione erano già stati interessati da un’emergenza. Qualcuno aveva segnalato una fuga di gas, arrivati in via Girardi i vigili del fuoco avevano effettivamente verificato una situazione di pericolo e avevano sospeso l’erogazione del metano a un’intera scala.
Otto famiglie erano rimaste senza acqua calda per qualche giorno, poi ottenute le certificazioni sugli impianti i contatori erano stati riallacciati. Ulteriori problemi avrebbero però potuto benissimo generare un principio di incendio, le decine di famiglie potevano trovarsi in una situazione di rischio.
Delle fiamme, invece, non c’era neanche l’ombra. Nessun rogo visibile, la breve ispezione disposta dalle squadre ha permesso di escludere che le fiamme stessero divorando l’interno di qualche appartamento. La segnalazione era semplicemente priva di fondamento.
ACCERTAMENTI IN ATTO
E adesso? Adesso chi ha avuto l’idea di telefonare al 112 si prepari a pagare. Come detto, con i vigili del fuoco domenica sera in Canazza è intervenuta anche una pattuglia del commissariato di via Gilardelli. Il procurato allarme è più che un’ipotesi, tutto sta nel rintracciare chi ha fatto la telefonata e metterlo di fronte alle sue responsabilità.
La cosa non dovrebbe essere difficile: tutte le chiamate che arrivano al 112 sono registrate, così come i numeri di chi contatta il centralino. In questa fase, la prudenza è però d’obbligo. Ricostruiti i fatti, sarà la Procura di Busto Arsizio a valutare la possibilità di una denuncia.
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