LA CONDANNA
Derubò la sua sala giochi. Condannato
Colpo da 87mila euro coi proventi delle slot: un anno e 5 mesi all’ex direttore di Castronno

Aveva tentato il colpo grosso, impossessandosi di oltre 87 mila euro in contanti, vale a dire il ricco incasso di un sabato sera di attività all’interno della sala giochi Admiral di via Fogazzaro.
I filmati dell’impianto di videosorveglianza in funzione il 2 giugno del 2013 ne hanno però immortalato le gesta: da quando, subito dopo l’orario di chiusura della sala, attorno alle 5.30 della domenica mattina, era rientrato nel locale con una borsa vuota e ripiegata su se stessa, fino a quando se ne era uscito con lo stessa borsa stavolta piena zeppa di banconote.
In questo modo, l’allora responsabile della sala slot che si trova in una strada periferica nella zona compresa fra la Saronnese e il casello di Castellanza dell’Autolaghi (al centro di una rapina un pio di anni fa), un quarantunenne originario di Castronno, è finito pesantemente nei guai.
Riconosciuto e in seguito denunciato dai titolari della società che ha sede legale a Milano per il reato di appropriazione indebita, M.M. è stato processato e, alla fine, ha subito una sentenza di condanna in primo grado da parte del Tribunale del capoluogo lombardo a due anni e due mesi di reclusione.
Ieri, lunedì 21 gennaio, la pena, comminata al termine di un giudizio con rito abbreviato, è stata ridotta dai giudici della quarta Corte d’Appello a un anno, cinque mesi e dieci giorni di reclusione.
Confermato dal verdetto della Corte d’Appello, invece, l’obbligo di risarcire la parte offesa costituita nel processo dell’equivalente dell’importo indebitamente sottratto.
A seguire la ricostruzione degli inquirenti, il responsabile della sala slot era entrato all’interno del locale con le chiavi che aveva in dotazione.
Disattivato il sistema d’allarme (del quale possedeva naturalmente il codice), aveva approfittato del fatto che ormai la sala era deserta, dato che ormai tutti i dipendenti avevano terminato il lavoro, per entrare in azione.
Per lui era stato un gioco da ragazzi: l’imputato era infatti autorizzato ad aprire le macchine da gioco, i cambia-moneta e le varie casseforti della sala e del caveau. Nessun dubbio sul fatto che la borsa, che il direttore aveva appoggiato sul bancone durante il suo blitz, fosse piena di banconote.
«A differenza di quando era entrato nella sala slot, la borsa era molto più pesante. L’andatura del direttore era sbilanciata da un lato, proprio a bilanciare il peso della borsa caricata sul braccio opposto», ha fatto notare il giudice di primo grado.
Per poi aggiungere: «Le immagini escludono che l’intento dell’imputato fosse quello, riferito dalla difesa, di prelevare il contante dalle macchinette per poi riporlo in cassaforte, in attesa che fosse ritirato per essere poi portato in altro luogo».
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