L’EMERGENZA
Soccorritori senza aiuto
Da mesi la Protezione Civile legnanese è in prima linea, ma i soldi sono finiti

L’Italia, si sa, è un Paese che per buona parte si fonda sul volontariato. C’è sempre qualcuno pronto a dare una mano quando c’è bisogno: fino a quando si trattava di aiutare le forze dell’ordine in occasione del Palio, della Coppa Bernocchi e degli altri eventi che richiedevano grandi sforzi organizzativi, la Protezione civile non si è mai tirata indietro e ha sempre garantito il suo fondamentale contributo.
Adesso però l’emergenza dura da più di due mesi, e il sistema comincia a mostrare i suoi limiti. I 50 uomini del gruppo Protezione civile di Legnano presieduto da Giuliano Prandoni sono in prima linea dalla fine di febbraio, garantendo una serie di servizi fondamentali per la città: ma quei pochi contributi e donazioni che hanno ottenuto fino a oggi non bastano più neanche per pagare la benzina di auto e furgoni. «La situazione comincia a farsi difficile - ammette Prandoni - Come tutti, negli ultimi due mesi ci siamo trovati a fare i conti con una realtà completamente diversa: prima ai servizi istituzionali affiancavamo quelli privati, per i quali era previsto un compenso che nei fatti si traduceva in un rimborso spese o poco più. Adesso tutti questi servizi sono stati cancellati, perché fino a data da destinare sono state cancellati concerti e manifestazioni: in compenso si sono moltiplicati gli impegni sull’emergenza sanitaria, che stiamo affrontando contando solamente sulle nostre forze».
La Protezione civile è una delle quattro gambe su cui a Legnano si regge il Comitato operativo comunale che ha sede in via Pontida e che è coordinato dal comandante della polizia locale Daniele Ruggeri: a completare la squadra ci sono la Croce rossa e l’Auser con i suoi volontari.
Ognuno fa la sua parte, in questi due mesi la Prociv ha garantito un totale di circa 1.400 consegne a domicilio di spese o farmaci, più la consegna di centomila mascherine alle farmacie, il presidio al mercato e per una settimana anche alla stazione ferroviaria. «Per la sede di via Macello paghiamo l’affitto al Comune - afferma Prandoni -, in cambio riceviamo un contributo che proprio perché arrotondato con quanto incassato dai servizi a pagamento fino allo scorso anno ci ha sempre permesso di non andare in perdita. Adesso le cose sono cambiate: dobbiamo garantire la manutenzione di mezzi e attrezzature, dobbiamo fare il pieno alle auto. Abbiamo incassato donazioni per quasi tremila euro, ma poi sfortunatamente si è rotta la frizione di un mezzo e i soldi sono andati al meccanico. Non si poteva fare diversamente, l’auto serve per consegnare la spesa a chi ne ha bisogno».
Per più di due mesi i volontari hanno tenuto duro, mettendoci anche soldi di tasca loro. Adesso però la situazione comincia a farsi davvero difficile, e così è la Protezione civile che ora chiede aiuto alla città.
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