LA SENTENZA
Spogliarello con furto: 4 mesi
Altra disavventura giudiziaria per la “coppia diabolica”

La sfortunata sequenza di Alessandra Faiella e Alberto Tenconi non si è ancora interrotta: l’altro giorno i due legnanese difesi dall’avvocato Andrea Brumana sono stati condannati a quattro mesi per un boccacesco raggiro ai danni di un uomo dalle velleità amatorie frustrate.
La vicenda risale al 23 gennaio del 2018, nonostante fosse un processo per direttissima, «la più lunga della storia», ha sottolineato il giudice Rossella Ferrazzi.
Vittima di furto con destrezza, un legnanese che a quanto pare Faiella conosceva da tempo.
Secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Luigi Furno (che ora è in servizio a Milano), quel giorno l’uomo andò a trovare l’imputata per un tête à tête amoroso.
Lei lo accolse con entusiasmo, lo fece accomodare in camera, lo fece spogliare completamente e poi gli propose un piccante striptease.
«Seguimi in bagno», gli disse. Lì la donna avrebbe iniziato a togliersi un indumento dopo l’altro con voluttà, tirandola per le lunghe, un po’ per creare la giusta aspettativa.
Lui, come ipnotizzato, nemmeno si accorse di quel che nel frattempo accadeva.
Completato lo spogliarello, Faiella lo avrebbe ricondotto in camera da letto ma ecco l’imprevisto.
Suonò il citofono, lei guardò fuori dalla finestra ed esclamò: «È tornato il mio fidanzato, scappa, scappa».
L’amico si rivestì frettolosamente e se ne andò. Uscendo dal palazzo incontrò Tenconi e tirò dritto verso la stazione.
Poi un sospetto: ma i 650 euro che aveva in tasca prima di entrare nell’appartamento di Faiella c’erano ancora?
No, tastandosi le tasche non trovò più nulla. Tornò indietro, provò a farsi ricevere, lei lo cacciò.
Nel frattempo però l’uomo aveva allertato i carabinieri che, arrivati poco dopo, scoprirono addosso a Tenconi l’esatta cifra involata e la carta di identità della vittima.
Sicché scattò l’arresto in flagranza. Convalidato in aula l’indomani, gli imputati chiesero il rito abbreviato. E ora faranno ricorso in appello.
Spiega l’avvocato Brumana: «Innanzitutto la ricostruzione dei fatti è parzialmente diversa. Inoltre a mio avviso il furto era semplice, non aggravato dalla destrezza o dal mezzo fraudolento. La vittima, che abbiamo risarcito, ha ritirato la querela e quindi riteniamo che il reato debba essere dichiarato estinto».
Due mesi fa gli imputati erano stati condannati a quattro anni per un episodio analogo.
«Sono stata tradita da due persone che ritenevo amiche e non so nemmeno perché. Mi sono capitati questi incidenti che trovo inspiegabili. Né io né Alberto abbiamo mai avuto bisogno di ricorrere a espedienti per vivere, siamo molto conosciuti e tutti sanno quanto siamo impegnati nella beneficenza. Ho molta amarezza», commenta Faiella.
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