IL CASO
Truffa: arrestati e liberati
Tentano di rubare con l’inganno un carico di stoffe da un’azienda tessile, ma al loro arrivo trovano i carabinieri. Il gip non convalida il fermo

Arrestati per truffa e subito liberati. Di più. Il giudice non ha convalidato il provvedimento non ritenendo ci fosse il presupposto per le manette: l’intervento dei carabinieri ha impedito che il reato si compisse, dunque si resta nell’alveo del tentativo che non prevede l’arresto. E così i due napoletani fermati giovedì pomeriggio - un trentunenne e un ventinovenne difesi dall’avvocato Lara Paladino - sono ripartiti per la Campania.
La vicenda è semplice e oltretutto i due erano già stati denunciati una quindicina di giorni fa per un episodio del tutto sovrapponibile. Mercoledì hanno contattato gli uffici di un maglificio di Castano Primo annunciandosi come corrieri della Tnt, incaricati dalla prestigiosa azienda Loro Piana di ritirare alcuni capi di abbigliamento.
In effetti la griffe che vende sul mercato dei beni di lusso abiti in cashmere, vigogna e lane extra fini, è cliente della ditta castanese, a cui manda i tessuti da confezionare.
Ma in tanti anni di collaborazione, la procedura degli ordini e delle consegne è sempre stata diversa. Per questo è sorto il dubbio ai responsabili che ci fosse sotto qualche imbroglio. Così hanno allertato i carabinieri della compagnia di Legnano che hanno organizzato la trappola. Giovedì quindi i due napoletani si sono presentati nel piazzale del maglificio indossando la divisa e le pettorine della Tnt.
I titolari avevano preparato gli scatoloni da caricare, riempiti per lo più di scampoli e pezze di scarsa qualità nascosti sotto uno strato di pezzi pregevolissimi. Nel frattempo gli investigatori avevano inserito un gps che avrebbe consentito loro di seguire i napoletani passo per passo. E così è iniziato il pedinamento, durante il quale è balzato agli occhi dei militari che nel frattempo la targa del veicolo era stata contraffatta.
I finti corrieri hanno raggiunto una ditta logistica di Busto Arsizio da cui inviare i pacchi. A quel punto però si sono accorti di essere seguiti e monitorati e quindi hanno tentato di disfarsi della merce in strada ma ormai era troppo tardi.
Ma è solo il primo capitolo della vicenda, il pubblico ministero Nadia Calcaterra sta infatti già preparando il ricorso in cassazione contro la decisione del giudice dell’udienza per direttissima Marco Montanari.
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