L'OMICIDIO
"L'ergastolo non basta"
La Corte d'appello impugna la condanna del ragioniere di Arese per la morte della giovane prostituta uccisa in un motel di Olgiate Olona

Delitto al motel di Olgiate, la corte d’appello ha impugnato la sentenza di primo grado. L’ergastolo per il ragionier Andrea Pizzocolo non è sufficiente. Perché sulla prostituta diciottenne Lavinia Ailoaiei il quarantatreenne di Arese infierì con crudeltà e sevizie che non possono essergli scontate. Certo, oltre al carcere a vita non si può andare, ma per il sostituto procuratore generale Tiziano Masini il contabile con la passione per la necrofilia dovrà trascorrere un periodo molto più lungo in isolamento, che l’assise di Busto ha quantificato in un anno. E non solo. Anche sul fronte dell’espiazione Pizzocolo non dovrà godere di permessi o di benefici penitenziari. Nei giorni scorsi il magistrato ha depositato il ricorso in cui ben spiega perché tecnicamente la corte presieduta da Renata Peragallo non avrebbe dovuto escludere l’aggravante delle sevizie. «La sentenza sotto questo profilo non può essere condivisa», esordisce. D’altronde «La sequenza degli atti di autentica tortura inflitti alla vittima è ben illustrata nelle pagine della motivazione».
Come è noto, Pizzocolo uccise la prostituta rumena nell’hotel olgiatese, strozzandola con le fascette da elettricista e poi si intrattenne carnalmente per ore con il cadavere nella stanza di un altro albergo, nel Lodigiano. Masini nel ricorso ripercorre i passaggi, angoscianti quanto salienti del delitto che risale al 7 settembre del 2013. «Dopo aver predisposto con estrema freddezza e pazienza le modalità di utilizzo della prima fascetta stringicavo, Pizzocolo ha barbaramente strangolato la ragazza e ha infierito su di lei nonostante le urla e le invocazioni di aiuto. Le ha arrecato ulteriore dolore e tormento, premendo col peso del suo corpo su quello della vittima, agganciandole le gambe per farla rimanere ferma. Ha poi stretto con più forza il cappio attorno al collo e le ha sospinto con violenza la testa sul cuscino per affievolire progressivamente le potenzialità respiratorie». Anche l’avvocato Enzo Lepre, difensore del ragioniere, sta preparando il ricorso. Ma il suo orientamento è ben altro. Obiettivo: ridurre l’ergastolo a una pena ben più mite.
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