IL CASO
L’ex cartiera Vita Mayer, gigante addormentato in valle
Nel futuro pannelli fotovoltaici e un impianto per la produzione dell’idrogeno. Prima sarà recuperata la parte sud, poi quella nord dove si trovano gli edifici più alti

I suoi oltre 400mila metri quadrati di superficie se ne stanno lì abbandonati da quasi cinquant’anni, ma si guarda ai prossimi mesi come al possibile inizio della svolta. Un inizio che fedele agli ultimi indirizzi dell’economia europea passa dalle tecnologie green.
Lo scorso inverno è arrivata al rogito la vendita di una prima porzione dell’area che un tempo ospitò la Vita Mayer, l’industria che nel secolo delle guerre mondiali divenne un impero della carta nel fondovalle dell’Olona e che, negli ultimi decenni, era passata nelle mani della società pubblica Prealpi Servizi. In campo una società milanese, la Expand, specializzata nello sviluppo di progetti complessi a larga scala che fa parte del Gruppo Vitali. In valle l’idea è quella di insediare un impianto di produzione di idrogeno verde, ottenuto da un impianto fotovoltaico composto da un totale di 7.194 moduli, con una potenza complessiva installata di 4496.25 kWp.
Il progetto prevede l’insediamento di un impianto capace di una produzione di 100,53 tonnellate annue di idrogeno sulla porzione di terreno verso il depuratore, che si trova sotto al viadotto di Cairate. Una seconda fase – che dovrebbe arrivare a compimento entro un anno dal rogito – riguarda invece la parte più a nord.
«È un progetto bellissimo a cui teniamo tanto. Il progetto dell’hydrogen valley è una parte dell’idea di recuperare le cartiere, è la miccia che innesca altri meccanismi», ha detto a gennaio Cristian Vitali, che per la prima volta ha svelato una parte dei piani davanti ai cairatesi in occasione di una serata pubblica organizzata nel paese che deve buona parte del suo sviluppo proprio alla cartiera di cui si discute il futuro.
Nel corso del 2023 il progetto della Expand era rientrato – seppure parzialmente – nella graduatoria dei beneficiari dei fondi distribuiti dalla Regione Lombardia per l’attuazione di proposte progettuali idonee per la produzione di idrogeno verde da fonti rinnovabili nelle aree industriali dismesse. Una graduatoria che ha premiato con Cairate anche Mantova, Mura e Verolanuova (queste ultime due in provincia di Brescia) nell’ambito di una misura del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
I tempi sono quelli serrati dettati dal Pnrr e prevedono l’ultimazione degli impianti per la metà del prossimo anno. Da qui la definizione della fase iniziale del piano Expand nel corso dei mesi appena trascorsi. Un passo dopo l’altro, il complesso industriale che da poco meno di mezzo secolo è addormentato sul fondo della valle Olona si prepara a costruire il suo futuro.
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