VALLE OLONA
L’ex fabbrica diventa scuola
L’inaugurazione della Manfredini che ha traslocato nella conceria ristrutturata dopo 15 anni di abbandono: regalo alla città e al quartiere

Il bello e il positivo di una scuola tutta nuova e di un quartiere che rinasce passa dalle voci e dagli sguardi dei seicento bambini e ragazzi che intonano, sotto la direzione del maestro Giacomo Mezzalira: “Mattone su mattone viene su la grande scuola, che fatica che fatica che si fa, perché? Mattone...”. La fiducia e la rinascita di un quartiere dal passato glorioso ma reduce anche da anni di decadimento passano attraverso le parole del presidente della fondazione Sant’Agostino, Marco Bartolomei, che ha salutato i protagonisti della Scuola Manfredini, nella nuova sede di Valle Olona, nell’ex conciaria Cornelia. «Non si costruisce nulla di questo peso - dice Bartolomei rifacendosi a don Giussani - se non su cose vere. Non ci salverà un edificio ma ci aiuterà, abbiamo lavorato per quindici anni su didattica e contenuti, continueremo a farlo e se abbiamo ottenuto questo successo di cui oggi siamo orgogliosi è perché lo abbiamo fatto insieme. Viene facile dire “la scuola di CL” si è trasferita a Valle Olona, ha conquistato un quartiere (60 insegnanti, una decina di dipendenti). Non è così. Non è solo così. Perché “quell’insieme” cui si è riferito Bartolomei, ripreso dalle parole sul “grande giorno” del direttore generale Antonella de Giorgi e dal commosso saluto e taglio del nastro del preside Giulio Cova, riporta ai mille ragazzi che in questi anni sono passati nelle sedi della Manfredini (tra Varese e Gazzada), ma perché a scegliere il progetto didattico e di crescita dei propri figli sono stati negli anni tanti varesini di cultura familiare e personale diversa, molto diversa da quella del nucleo di persone che ha ispirato la scuola. Una scuola, la media nella vecchia sede, dove hanno studiato anche i figli del presidente della Provincia, Gunnar Vincenzi. E ora, con la “riunione” in un’unica sede, un edificio enorme ma da almeno tre lustri, con la chiusura definitiva di ogni attività, lontano dai fasti del passato. E che, nel cuore del quartiere, all’angolo tra via Dalmazia e via Aquileia, è tornato a essere motore della rinascita grazie a una operazione di recupero di archeologia industriale voluto dalla famiglia Babini Cattaneo, proprietaria dell’area. Giovedì 14 il ringraziamento del sindaco Attilio Fontana per aver resto possibile l’intervento: «E’ bello vedere un edifico storico della Varese industriale, ma che era abbandonato, di nuovo vivo e utilizzato come scuola, dove studiano e crescono i giovani del nostro futuro».
I bambini hanno varcato la soglia della loro nuova scuola lunedì, giovedì si sono radunati nel grande cortile - in mezzo un campo di basket - e hanno festeggiato insieme agli adulti, alle autorità presenti, ai sacerdoti (da monsingor Luigi Panighetti, il prevosto, a don Gilberto Donnini a don Mauro Barlassina).
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