Varese 24-04-2013

IL 25 APRILE

Liberati per essere liberi

Dal diario di un ufficiale partigiano: la prigionia in Germania, la censura russa. Il figlio: memorie preziose a disposizione dei giovani affinché non festeggino Hitler

La tragica immagine delle vittime d'uno Stalag
La tragica immagine delle vittime d'uno Stalag

"Dal diario di mio padre, una minuscola agendina scritta fitta fitta a matita, nella lunga prigionia vi invio queste righe affinché i giovani non dimentichino quel che è stato e sarebbe bene che non fosse mai più".
Quel che segue è la testimonianza di un ufficiale dell'Esercito italiano, fatto prigioniero dai tedeschi il giorno dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943.
Un ufficiale varesino, poi divenuto ufficiale partigiano e scomparso poco dopo la fine della II Guerra mondiale.
Il suo nome è Antonio Romeo, padre di Pietro, insegnante e ingegnere, e di Giovanni, radioamatore nonché "voce eterea" della Prociv, di Stella, avvocato e di Fortunata, insegnante.

Proprio Pietro scrive: "Mio padre, nel 1953 ricevette l'autorizzazione a fregiarsi del distintivo, con due stellette d'argento, della Guerra di liberazione (Dpr 17/11/48 n° 1590). Se passo la sua testimonianza, fin qui serbata con amore filiale, è perché credo che i giovani debbono sapere che accadde allora, altrimenti finiscono per festeggiare Hitler nell'anniversaro della sua nascita".

***

Dal Diario del Tenente Colonnello Antonio Romeo


9 Settembre 1943 - Postumia - Bloccati dalla Gendarmeria Germanica.

11 Settembre 1943 h.19.00 - Si parte in autocarro da Postumia - h.22.30 - Si giunge a S. Vito (Lubiana) - si dorme su semplice pavimento senza coperta.

13 Settembre 1943 - Da tre giorni non danno nulla da mangiare: caos nell'accampamento - si dorme per terra senza una coperta, si mangiano briciole di gallette - Iddio ci assisterà a non prendere dei malanni - privi di notizie. Al pomeriggio ci portano in un prato, sempre senza coperte.

12 Settembre 1943 - Werdan - Goeking - Lipsia

13 Settembre 1943 - Posan (Polonia) si arriva a Thurn sulla Vistole - si torna in baracca, senza coperte.

13 Ottobre 1943 - Tschenstokav - Stalag 367

Novembre 1943: note

Non ho voglia di scrivere: quanti pensieri e riflessioni si hanno per la famiglia.

Quanti sogni con i piccini a giocare e con la moglie che prende rabbia perché si fa disordine in casa.

Qui si vive sempre al buio di tutto. Non ci danno la possibilità di avere notizie da casa.

Ci dicono sempre tante stupidaggini per tenere desta la nostra attenzione.

Prevale sempre la stupidaggine che ci congedano!

E chi ci crede si illude.

Di qui si esce solo per riprendere le armi con loro: non c'è altra alternativa.

Per cui non bisogna accasciarsi a pensare di non superare la prigionia, anche se siamo male equipaggiati.

Intanto prevale la debolezza dell'organismo: i miei battiti al polso si aggirano sui 40/45!

Durante il giorno ho sensazioni di capogiro.

E' necessario stare poco in piedi per non sciupare energie. Il vitto è insufficiente, mai carne, ma un qualcosa per fare il brodo, ma col brodo solo non si vive. Poi patate ,orzo e verze. Almeno fossero razioni! Si tratta di poca roba . Il pane? Sarà 300 gr. ogni tre giorni, non di più

Manca la frutta per evitare lo scorbuto

Al mattino e alla sera mi danno due scodelle di aglio, con un fuso di cipolla e bietola ,che loro chiamano tè!.

13 Dicembre 1943.S.Lucia

Compleanno della mia cara Ginetta.

Il fedele compagno della sua vita fa gli auguri più belli, con la speranza che presto ci si possa riunire nella quiete della famiglia.

20 Dicembre 1943 S. Liberato

La notte molto vento, mattino vento freddo, con pioggerella e nevischio, bisogna stare rintanati.

Ho dovuto fare il bucato, ma non ho preso tanto fresco. E' una delizia lavare la biancheria, le scodelle e la gavetta del rancio. Ho le mani come quelle di una donna di servizio, passerà.

21 dicembre 1943, S.Tommaso

Primo giorno d'inverno, non fa molto freddo, c'è nebbia. Ho la speranza di superare questi tre mesi che ci fanno terrore per superare disagi imprevisti.

23 Dicembre, giovedì, S. Vittoria

Si approssima il giorno che raccoglie tutti attorno al focolare. Sono lontano, ma con lo spirito presente presso i miei cari.

La fede nel Signore mi aiuterà a sopportare disagi aggravati dalla più completa denutrizione.

C'è un po' di tristezza pensando i cari lontani.

24 dicembre 1943, S. Adele

Giunta comunicazione da Berlino con l'SS Vaccari.

Si chiede la solita adesione.

25 Dicembre 1943, Sabato, S. Natale

Vado alla Santa Messa, giornata piovosa.

26 Dicembre 1943, Domenica, S. Stefano

Giornata fredda, vento freddo con tempesta di nevischio, ...quanti sotto zero? Oltre i cinque.

29 Dicembre 1943, mercoledì, S. Davide.

Senza sole, freddo modesto.

Molte adesioni alla nota richiesta. Io resisto ancora col fisico. Se dovessi cedere, Iddio ,i miei figlioli, mia moglie, mi perdoneranno. Sono sempre stato un fervente patriota e resisterò fino al limite delle mie possibilità fisiche.

31 Dicembre 1943, S.Silvestro

La fine del triste anno è avvenuta.

Le invocazioni di tutti sono al Santo Spirito affinché per il nuovo anno ci riservi la fine di questa guerra ed il ritorno alle care famiglie.

Il mio pensiero alla cara Ginetta custode dei tre figlioletti che costituiscono tutta la felicità della mia vita terrena.

Febbraio 1944 - Venerdì, S. Agata

La notte c'è stato un vento infernale, pioggia, dopo un pauroso tuono, la giornata è piovosa - sto molto riguardato - grazie a Dio ancora sono stato immune dall'influenza o malaria.

5 Febbraio 1944 - Sabato - (S. Dorotea). Giornata piovosa - tempo mite, attendo con ansia un pacco si va avanti con quello di Spigno , prima della sera.

6 Febbraio 1944 - (S. Romualdo). La notte ha nevicato, la campagna è tutta coperta da un sottile strato di neve, il tempo è mite, appena sotto zero, il cielo è coperto di nubi basse.

7 Febbraio 1944 - Lunedì -( S. Onorato). Giornata nebbiosa non fa molto freddo pur essendoci la neve. Ore 11.00 - occhiata di sole, pomeriggio bel sole.

8 Febbraio 1944 - La notte cambia.

Neve - Neve - Neve la mattina tutto coperto di neve e continua a nevicare abbondantemente.

9 Febbraio 1944 - (S. Giuliano). Nevica ancora.

Viene annunciato che le settimane entrambe nel rancio non ci saranno né pasta né patate. Se Dio mi vuole aiutare dovrebbe inviarmi almeno un pacco di viveri da casa.

10 Febbraio 1944 - Giovedì - (M. Lourdes). Cielo coperto, il tempo tende a nevicare ancora.

Sono già cinque mesi di prigionia - cucino 25 grammi di pasta per tirarmi su.

3 Marzo 1944 - Venerdì. Ricevo un pacco da Varese, è grande gioia. La notte ha nevicato, ma al mattino si ha la prima giornata serena piena di sole primaverile. Dopo tanto tempo lo spirito si rianima. Una buona tazza di latte e cioccolato dopo un semestre di attesa mette a posto lo spirito, che non è mai stato depresso. Certo che il pacco avvicina più alla famiglia. Tutte le piccole cose che si ricevono danno la sensazione della vicinanza alla cara famiglia.

4 Marzo 1944 - (S. Lucio ) - Sabato. Ricevuto avviso dalla Croce Rossa Svizzera per un pacco.

14 Aprile 1944 - Venerdì - molta nebbia poi il sole. Ringrazio Iddio di avere superato felicemente l'inverno che con la denutrizione in atto si presentava triste. Adesso con l'aiuto dei pacchi e con la bella stagione rimane solo l'oppressione dello spirito, di sentirsi rinchiusi fra i reticolati, anche questo finirà e verrà la luce.

LA PRIGIONIA

April:

Sonntag 15 -1945

Wurzen - Si riceve un ordine di concentrarci in un lager.

A sera l'ordine è revocato. Il Lager era sulle prime linee di combattimento presso la ferrovia e la Mulda.

Montag - 16 -

La notte arriva da noi la Volkstrun, ci porta via per la strada di Torgan - Km 30 a piedi.

Si pernotta in un fienile a 6 Km da Wurzen.

Dienstag - 17

Si parte per Unameviz e ivi si sosta in un campo prigionieri. Km percorsi 19. Si dorme all'aperto su un prato.

Mittwoch - 18

Si resta in piedi in un campo misto. Inglesi, Americani, Indiani, Francesi, Russi, Italiani, circa dieci mila.

Domerstag - 19

Vita del campo.

Viveri poco o nulla, qualche cucchiaio di farina di segala, qualche patata cruda. Esco fuori in paese e con raggiri ottengo una tessera per viveri così compero pane, ricotta e patate e si mangia. L'indomani faccio lo stesso, finché il supplizio ha termine.

Sonnabend - 21

Rischi e peripezie non li descrivo perché non ho voglia di rievocare l'inferno.

Sonnstag - 22

Iddio come sempre mi ha voluto preservare dai pericoli, anche la salute mi ha assistito benché si dormisse all'aperto e si facessero grandi sacrifici fisici.

Dienstag - 24

Si riparte per assegnarci agli Americani a Wurzen. Siamo tutti mischiati fra Russi e Americani.

Si arriva a mezzogiorno a Wurzen e siamo liberi.

Mittowoch - 25

Si parte per Grammy - Km 20 circa.

Dommestag - 26

Si pernotta in una cascina bruciata ieri in attesa di passare il ponte.

27 - April - Freistag

Passaggio del ponte di Grimmus. Siamo salvi. Finalmente si entra in campo americano.

Ci danno viveri a secco delle loro scorte per rimetterci su.

Alloggio in un capannone in legno con paglia a terra.

29 - April Sommstag

Sosta a Grimmus - attesa ansiosa per il rimpatrio.

13 - Mai - Sommstag

Da Grimmus si parte a piedi per Altenberg Crimshen Km 18 - sosta all'aperto.

14 - Mai - Mostag

Si giunge e si sosta ad Alenberg - Km 39

15 - Dienstag

Sosta ad Altenberg in attesa di ritorno a Grimms.

17 - Dommerstag

Si parte in ferrovia per Borna - viaggio inero non eravamo attesi. Ci sono Americani di scorta.

19 - Sommstag

Si sta male alloggiati.

Relazione sulle vicende del periodo trascorso in prigionia in Germania e Polonia.

Rassegno la presente relazione nella quel sono riassunte vicende della mia prigionia.

Tali vicende dolorose furono comuni con molti altri Ufficiali, non solo del Genio, ma anche delle altre armi.

Tuttavia esse sono qui da me esposte, con la fedeltà consentitami dal mio ancor vivo ricordo e con la maggiore obbiettività, al solo scopo di fornire il materiale, da cui l'Ispettorato possa trarre, ove lo ritenga opportuno, gli elementi per la pubblicazione di cui è cenno nel dispaccio n. 4176 del 20 Dicembre dell'Ispettorato stesso.

Il 10 Settembre 1943, a Pavia, io ed altri Ufficiali fummo fatti prigionieri dai tedeschi, e condotti indrappellati, alle 4 di notte, alla stazione, guidati da un maresciallo.

Non essendoci stato precisato nulla circa la nostra sorte, siamo partiti senza portare al seguito neanche un indumento.

Ci scortavano militari tedeschi con i fucili mitragliatori imbracciati e ci seguivano autocarri con fari accesi per impedire la fuga.

Giunti alla stazione, siamo stati rinchiusi in vagoni ferroviari.

Scaricati a destinazione, a Mantova, sempre con la scorta di tedeschi (che in viaggio vigilavano sui tetti dei vagoni e sparavano su quelli che eventualmente tentassero la fuga) siamo stati condotti nella caserma montanara, ove alla rinfusa siamo stati ripartiti nei vari dormitori.

Nell'attraversare a piedi la città di Mantova, i militari di scorta sparavano in aria per impedire alla popolazione di venirci incontro.

Nella caserma Montanara, il rancio ci fu fornito dal Comune.

Si dovette dare la caccia ai recipienti di qualsiasi genere, sporchi o puliti che fossero, per poter prendere il rancio.

Code interminabili, di migliaia di Ufficiali, si snodavano, sotto il sole, per cercare di prendere un mestolo di minestra per ciascuno.

Qualche volta ci hanno dato anche del pane.

Nei giorni che si sono susseguiti, dei nostri famigliari hanno seguito il nostro pellegrinaggio e sono venuti a trovarci nella caserma ove eravamo rinchiusi.

Scene indescrivibili si svolgevano agli ingressi, ove i tedeschi hanno usato talvolta anche il frustino per tenere a freno le nostre mogli e i nostri famigliari che si accalcavano ai cancelli per cercare di vederci o di portarci qualcosa.

Improvvisamente, dopo 5 giorni dall'arrivo, ci hanno di nuovo inquadrati e condotti a piedi alla stazione, facendoci partire per ignota destinazione.

Prima della partenza, hanno chiesto quali di noi fossero inscritti al p.n.f. e ci hanno invitato anche a segnalare gli eventuali incarichi ricoperti nel partito stesso.

Alla stazione erano i nostri bagagli, i bagagli cioè di quelli che erano riusciti a farsi portare dalla famiglia qualche indumento.

Gli altri non portavano nulla con sè, o solo qualche straccio, razziato fra gli spogli dei soldati che occupavano prima del nostro arrivo la caserma.

Alla stazione, poiché i bagagli erano stati scaricati alla rinfusa, è stato un problema serio rintracciarli, mentre i tedeschi, armati, ci minacciavano e urlavano, probabilmente, di fare presto.

Nel mio caso particolare, poiché indugiavo per trovare i tascapani nei quali avevo messo alla meglio qualche indumento, un maresciallo tedesco, urlando nel suo gergo, mi ha afferrato per un braccio per ricacciarmi indietro.

Siccome non mi sono dato per inteso, perché mi premeva ritrovare il mio bagaglio, lo stesso ha estratto la pistola, me l'ha puntata in fronte e ha fatto scattare il grilletto.

Il colpo non è partito, probabilmente perché la pistola era scarica.

Comunque il tedesco, poiché lo fissavo imperterrito negli occhi, ha ricaricato l'arma e me l'ha puntata in testa minacciando di far partire il colpo.

Visto il mio contegno impassibile, ha desistito, forse per non fare brutta figura perché non aveva il colpo in canna; ed in seguito io sono riuscito ad identificare la mia roba e a riportamela sul treno, in un vagone di 3° classe nel quale ci hanno rinchiusi a chiave.

Molti di noi, per mancanza di posti, hanno dovuto sistemarsi sul pavimento.

Prima di partire, i tedeschi hanno richiesto due Ten. Colonelli perché assumessero il comando di due Reggimenti.

Dolorosamente, qualcuno è sceso ed è rimasto in stazione.

Il treno è partito.

Siamo stati in viaggio 6 giorni, attraversando tutta la Germania.

Commuovente era lo spettacolo di quanti nelle stazioni e nelle fermate venivano incontro ai nostri vagoni per darci viveri e sigarette, e per offrirci di mandare notizie alle nostre famiglie, ignare della nostre sorte.

Anche quelli che non potevano, domandavano scusa di non potere fare nulla per noi perché non ne avevano mezzi, e correvano alla ricerca di acqua.

Eravamo torturati tutti dalla sete. I tedeschi per lo più acconsentivano che la popolazione si avvicinasse ai carri, ma talvolta lo proibivano, adoperando il frustino o minacciando con le armi.

Il viaggio è durato 5 giorni, durante i quali i tedeschi ci hanno dato da mangiare, complessivamente, soltanto un Kg circa di pane nero integrale e circa due etti di salame insipido, che si è dovuto dividere alla meglio per mancanza di coltelli.

E incomincia a verificarsi qui la miseria materiale e morale del prigioniero che contende al compagno la briciola di pane e pretende che le razioni siano fatte al millesimo di grammo. La fame non fa ragionare, purtroppo.

Arrivati a destinazione in un villaggio al confine Olandese (Alexaiderf) abbiamo fatto, sempre a digiuno, circa 20 Km di marcia portando in spalla i nostri bagagli.

Siamo arrivati al buio perfetto.

Parecchi di noi non allenati alle marce cadevano per strada e gli altri, al buio, cadevano a loro volta sui caduti. Molti si sono anche feriti, senza ricevere medicazioni o soccorsi di sorta.

Siamo stati rinchiusi, come bestie da serraglie, in baracche dove erano dei castelli di legno triposto privi di assicelle di legno e di materassi. Molti hanno dovuto dormire per terra.

Io personalmente, dopo 5 notti nelle quali ho dormito seduto a terra, perché non c'era neanche spazio per sdraiarsi; sono riuscito ad avere un posto per stare sdraiato su di un tavolo. L'assistenza sanitaria era nulla, molti nostri colleghi avevano febbre alta e già si vedevano palesi i sintomi di mali occulti.

Il vitto consisteva in circa 200 gr di pane al giorno, nero, integrale, talvolta ammuffito o rosicchiato dai topi, una minestra di miglio di circa ½ litro, 20 gr di margarina e, una volta in 5 giorni 20 gr di marmellata. Alla mattina, all'appello, venivamo contati da una specie di mongolo, il quale con modi bruschi e minacciosi in un gergo indecifrabile, ci faceva stare in rango.

Dopo 5 giorni di permanenza in questo Lager, i tedeschi improvvisamente ci hanno fatto partire. Prima della partenza hanno di nuovo domandato chi di noi fosse iscritto al partito fascista e avesse benemerenze fasciste.

Tutti quanti eravamo stati informati, dalla lettura dei giornali che ci avevano offerti nelle stazioni italiane, che in Italia centrale e settentrionale era stata proclamata la Repubblica. Dolorosamente, alcuni di noi, avendo dichiarato la loro appartenenza al partito, hanno ottenuto di rimanere. Invano molti hanno dimostrato, a mezzo di Ufficiali Italiani, l'impossibilità di partire.

Ricordo il caso di un Colonnello con una gamba di legno, di un mio collega privo di un braccio, di altri completamente privi di denti e di altri tubercolotici. Abbiamo rifatto la marcia di 20 Km e siamo stati condotti alla stazione. Siamo stati rinchiusi in carri-merci con le porte sprangate e con i lucchetti. Si prendeva aria dalle solite piccole finestrine rettangolari, a cui erano applicate inferriate e filo spinato.

La descrizione del presente viaggio è simile a quella che si può fare di tutti i viaggi compiuti durante la nostra prigionia.

Mancava sempre la paglia su cui potersi coricare. Stavamo in 40 e 50 per carro-merci, senza un posto dove poter soddisfare i nostri bisogni. Ogni due o tre giorni aprivano i vagoni per darci da mangiare il solito pane e il solito salame, e un po' di carne con razioni giornaliere pari a quelle precedentemente segnalate. Davano altresì, per ogni carro, un secchio di acqua che veniva conteso fra tutti i prigionieri, molti dei quali non avevano neanche recipienti dove mettere l'acqua stessa.

Durante questa sosta, 5 alla volta e sotto la scorta di sentinelle armate, potevamo soddisfare ai nostri bisogni, mentre le sentinelle stesse urlavano nel loro gergo di fare presto e talvolta prendevano a colpo di calcio di moschetto quei prigionieri che per forza naturale di cose non erano sufficientemente veloci nel soddisfare i propri bisogni.

Molti, fra cui dei vecchi di 65 anni, hanno avuto dei gravi disturbi di intasamento intestinale con coliche violente e febbre. Qualcuno con gli scossoni del treno si è ferito urtando contro le pareti del vagone chiuso. Ricordo il caso di un Capitano degli Alpini che, come poi si è saputo, ha avuto fratturato una costola. Non solo era possibile avere nessun soccorso ma era altresì impossibile poter comunicare alla scorta qualche cosa degli incidenti che si verificavano.

Dopo 7 giorni di viaggio per la Germania in queste inumane condizioni siamo giunti in Polonia. La popolazione della città, dove siamo scesi, (Przemeys) ha tentato di gettare da lontano alcune mele o alcune sigarette, ma i tedeschi hanno minacciato di fare uso delle armi.

Siamo stati condotti, con 10 Km di marcia, in un Lager, dove siamo stati immatricolati e, finalmente, dopo circa un mese dalla cattura abbiamo avuto uno stato civile da prigionieri.

Abbiamo avuto in questo Lager lo stesso trattamento che nel precedente Lager, con l'aggravante che c'era pochissima acqua. Un filo di acqua, per oltre 2000 persone, veniva erogato soltanto dalle 7 alle 8 del mattino, dalle 11 alle 13 e, talvolta anche per un'ora alla sera.

In questo Lager abbiamo avuto una prima organizzazione di Comandi Italiani, con suddivisione in blocchi, con alla testa la magnifica figura di soldato del Colonnello dei Bersaglieri De Micheli, del quale parlerò in seguito.

Siamo stati in questo Lager 25 giorni. Qui tre volte hanno fatto delle conferenze per indurci ad aderire alla Repubblica Italiana, o per far parte delle SS tedesche. Minacce aperte non ne sono state mai fatte; però esse erano implicite nei discorsi dei vari oratori, purtroppo italiani.

Dolorosamente, anche qui alcuni di noi hanno aderito e sono passati subito al comando tedesco del campo dove hanno ricevuto un trattamento di vitto ed alloggio migliore del nostro.

Il nostro vitto consisteva in: al mattino, mezzo litro di acqua calda nel quale era mezzo grammo di surrogato (non di caffè); alle 11, mezzo litro di brodo, credo vegetale, senza grassi. Inoltre ci davano circa 300 gr di pane al giorno, nero, integrale, spesso ammuffito, con muffe policrome: gialle, rosse, bianche, verdi, verdoline: era palese ... l'avvento della penicillina ..., 20 gr di margarina, 25 di zucchero e 20 di marmellata. Alla sera, altro mezzo litro di brodo come al mattino.

Gli alloggiamenti, in baracche, erano freddissimi, anche qui molti casi di malattie e di deperimento.

Dopo un mese circa dalla cattura ci è stato finalmente consentito di scrivere a casa, su una cartolina con poche parole. Le condizioni di vita erano assolutamente disagiate, non vi era carta neppure per uso intimo, per cui molti Ufficiali erano costretti a lacerare della biancheria.

Dopo circa un mese dall'arrivo abbiamo avuto qualche pagliericcio, costituito da carta con dentro dei trucioli di legno.

Un pomeriggio, improvvisamente, ci hanno avvisato che gli Ufficiali Superiori partivano il giorno dopo per destinazione ignota. Al campo rimasero il Comandante Colonnello De Micheli e tutti gli Ufficiali Inferiori.

Mesi dopo abbiamo poi saputo che il Colonnello De Micheli, sfidando la sorveglianza dei tedeschi, vi raccolse i giuramenti di alcuni Ufficiali di prima nomina.

Denunciato da un traditore, il Colonnello De Micheli fu successivamente messo sotto processo, e deferito al tribunale di guerra. Egli ci raggiunse mesi dopo nel successivo campo di Cestochowa, dove fu rinchiuso in una cella, dalla quale usciva per un'ora al giorno, per passeggiare con la scorta di una sentinella con la baionetta innestata. Non poteva comunicare con alcuno, ci limitavamo a sostare sull'attenti e a salutarlo mentre passeggiava scortato come un delinquente.

Noi altri Ufficiali superiori fummo fatti partire, come sopra detto, dal campo di Przemeys per il campo di Cestochowa. Solito viaggio, nelle solite condizioni, che durò un giorno. Rivista minuziosa dei bagagli alla partenza e all'arrivo. Marcia con i bagagli in spalla dal campo di partenza alla stazione e dalla stazione di arrivo al nuovo campo.

Qui percorremmo la città, mentre da molte case polacche ci venivano lanciate sigarette e frutta, malgrado gli urli della scorta tedesca che minacciava di fare uso delle armi.

Nel campo di Cestochowa fummo alloggiati in caserma. Lettini in legno biposto, con i soliti pagliericci. La sistemazione era uguale a quella dei nostri soldati in Italia nei tempi normali. Abbiamo vissuto in questa caserma per ben 10 mesi.

Di notevole in questo periodo vi fu l'assidua propaganda per indurci ad aderire. Venne perfino un ex Generale Italiano, Cuturi, il quale ci suggerì di "passare sopra alla piccola pregiudiziale del giuramento", pena non so che cosa. Ci invitò anche a far parte delle "balde divisioni repubblicane che erano in formazione", ecc... Molti purtroppo accettarono. Costoro furono mandati in una casermetta a parte, dispensati dagli appelli tri-quotidiani, fatti sul ghiaccio con una temperatura massima di 16 gradi sotto zero, e agli stessi fu concesso un vitto speciale a base di carne, ecc.

Noi, affamati, scalzi, laceri e mal coperti, non abbiamo avuto, per tutta la durata della prigionia, una calzatura o un indumento, anche vecchio. Ci hanno dato in distribuzione soltanto due copertine leggere.

Per giunta, i tedeschi facevano passare sotto i nostri occhi, mentre in rango aspettavamo al gelo, talvolta perfino due ore, il sottoufficiale che venisse a contarci (eravamo alla mercè di sottoufficiali e caporali) tutte le vivande destinate ai repubblicani. Neanche i febbricitanti erano dispensati dall'appello.

In questo campo si è verificato in pieno l'opera disgregatrice che i tedeschi compivano sul nostro esercito; perché, mentre da un lato tendevano a deprimere ed avvilire la figura dell'Ufficiale, dall'altro trattavano il meglio possibile i soldati. Questi erano vestiti benissimo, alloggiati meglio di noi ed avevano a disposizione molta luce e vitto in quantità, se non in qualità, molto superiore alla nostra. Gli Ufficiali erano costretti a fare da sé la pulizia anche nei gabinetti, a trasportare il rancio con pesanti mastelli fino al 3° piano delle caserme dove erano alloggiati.

Penosissima era la marcia delle comandate di Ufficiali sul ghiaccio, sotto un vento gelido per trasportare, dalle cucine alle camerette. Analoghe fatiche si dovevano fare per trasportare il carbone e la legna dalle carbonaie al posto di impiego. Le marce erano per alcuni di noi di oltre 500 Mt., di tante cioè quanto era lungo il casermone nel quale eravamo alloggiati, essendo carbonaie e cucine alle estremità del casermone.

I medicinali erano scarsissimi, e l'assistenza sanitaria nulla, perché i medici italiani non avevano i mezzi per curare. Si è dato il caso di un Colonnello (Concaro, dei carristi) il quale è caduto; ricoverato all'infermeria, malgrado le insistenze dei medici che chiedevano un'urgente radiografia, il Colonnello è stato degente per oltre una settimana e i medici non sapevano che cosa fare, perché se si trattava di frattura doveva stare immobile, se si trattava di contusione o distorsione doveva camminare.

Finalmente, dopo una settimana di patimenti del Colonnello Concaro, i tedeschi si sono decisi a mandarlo in ospedale, dove gli hanno fatto una radiografia e immediatamente hanno proceduto all'ingessatura totale della gamba. Alla fine della prigionia, cioè dopo quasi due anni, il Colonnello zoppicava ancora.

Nel mio caso particolare, un giorno, mangiando il pane duro ho subito la rottura di un apparecchio di protesi dentaria; disgraziatamente ho ingerito un pezzo con 3 denti e dei ganci. Sono stato portato in infermeria. I medici non hanno potuto ottenere dai tedeschi che mi si facesse una radiografia. L'unica cura a cui mi hanno sottoposto è stata quella di farmi inghiottire a tutta velocità circa 2 Kg di patate bollite che i medici hanno fatto "rubare" alla cucina, sperando che il bolo alimentare trascinasse con sé il pezzo ingerito. Non mi è stato mai possibile ottenere una radiografia. Dopo due mesi, in seguito alle vive insistenze dei medici, sono stato mandato fuori da un dentista civile, per una nuova protesi.

Sono stato scortato sempre, attraversando la città di Cestochowa, da un interprete che portava in saccoccia una pistola carica con il colpo in canna e teneva sempre la mano sull'arma. Dietro di me, che dovevo marciare al centro delle strade cittadine, alla distanza di circa 2 metri, camminava un soldato tedesco con fucile, colpo in canna, baionetta innestata e puntata alle mie reni. Deve tuttavia riconoscere che, malgrado la mia debolezza per denutrizione, ho sempre imposto ad entrambi un passo più che gigantesco e non ho mai marciato a testa alta, alla testa del mio battaglione, come in quella circostanza in cui venivo tradotto come un pericoloso delinquente per le strade frequentate di una città estera.

La mortalità fra noi Ufficiali raggiunge la cifra globale del 2%. I morti venivano lasciati, per 3 o 4 giorni, in un sotterraneo, alle mercè dei roditori, e quindi venivano posti in casse di legno.

Il Comando italiano ottenne che a questi poveri morti venisse concessa una croce di legno; e, quando poi siamo andati via da Cestochowa, abbiamo ottenuto che 20 di noi andassero a dare l'estremo saluto ai compagni caduti per la fame e per gli stenti.

La posta arrivò per la prima volta in questo campo circa 4 mesi dopo la nostra cattura. Cominciarono ad arrivare anche i pacchi dall'Italia. Ciascuno di noi doveva andare nell'apposito locale e aspettare per ore ed ore i comodi dei tedeschi i quali brutalmente disfacevano i pacchi, approntati, con tanta cura e sacrificio, dalle nostre donne e gettavano alla rinfusa il contenuto con malagrazia nella coperta che avevamo portato; quindi ciascuno di noi tornava in camerata marciando sul ghiaccio, sotto il vento sforzando, portando sulle spalle la coperta carica del contenuto del pacco. Molta roba veniva asportata dai tedeschi senza norma e senza criterio.

Gli imballaggi non venivano consegnati e neanche le scatole, di cui ci versavano il contenuto negli improvvisati recipienti che eravamo tenuti a portare.

Il giorno 29 Marzo 1944 fu una giornata particolarmente fredda, vento gelido e sferzante; fummo svegliati due ore prima del solito e fatti scendere all'aperto; non ci fu verso di convincere i tedeschi a lasciare in camerata i febbricitanti, taluni dei quali Colonnelli anziani e con febbre altissima (oltre 38°). Stemmo all'aperto e digiuni fino alle ore 17, vale a dire per circa 12 ore.

Nel frattempo squadre di SS tedesche perquisivano minuziosamente tutti i nostri giacigli e le nostre cose, asportando anche viveri e documenti di nessuna importanza per i tedeschi. Alle ore 17 fummo perquisiti anche personalmente, fummo spogliati quasi a nudo e quindi fummo rimandati in camerata ove trovammo tutto sottosopra. Qualcuno dei nostri colleghi sepolti a Cestochowa deve la sua fine a quella tragica giornata, trascorsa all'aperto sotto la tormenta.

Un altro giorno i tedeschi ci ordinarono di consegnare tutti i documenti di riconoscimento che avevamo, anche gli innocui documenti non muniti di fotografia. A nulla valsero le proteste del Comandante italiano del campo il quale citava in proposito le convenzioni internazionali che vietano di togliere ai prigionieri i documenti di riconoscimento.

Molte furono le richieste fatte dai tedeschi per farci aderire, per lo meno al servizio dei lavoro; con spiccata preferenza per quelli che avessero titoli di studio o avessero esplicato attività professionali nella vita civile.

Molti Ufficiali presi dalla fame e dagli stenti aderirono.

Fra le lusinghe escogitate dai tedeschi per indurre noi Ufficiali superiori Italiani ad aderire vi fu quella di mandarci a casa in Italia per malattia se avessimo aderito. La maggior parte di noi era di età avanzata; molti avevano all'attivo mutilazioni e malattie contratte nelle passate guerre o si erano ridotti molto malandati in salute per forte deperimento organico o per malattie polmonari contratte in prigionia. Io personalmente, pur non avendo malattie specifiche, avevo perduto 38 Kg di peso.

Di tanto in tanto gli Ufficiali che l'avessero richiesto venivano sottoposti a visita di controllo, facendo loro balenare il miraggio del ritorno in Italia, qualora si fossero impegnati ad aderire alla r.s.i.

Nel mio caso particolare, quando fui dimesso dall'infermeria per la ingestione della protesi, il Ten. Colonnello medico italiano, direttore dell'infermeria, dopo circa un mese di insistenze presso il capitano medico tedesco ottenne che lo stesso mi visitasse perché non ero assolutamente in condizione di mangiare per mancanza della protesi dentaria.

Il detto medico tedesco mi domandò se preferivo essere curato sul luogo, ovvero rientrare in Italia. Gli chiesi a quali condizioni sarei potuto rientrare in Italia, ed avendomi egli detto che esse mi erano ben note, e che la mia domanda era inutile, dichiarai senz'altro che preferivo essere curato sul posto.

Dò qui l'elenco degli Ufficiali del Genio i quali a Cestochowa hanno aderito alla Repubblica o almeno al Fronte del Lavoro. Fortunatamente essi sono 6 soltanto su circa 150 Ufficiali.

1. Ten. Col S.P.E LA FORESTA Placido

2. Ten. Col S.P.E. SCAPPINI Gaetano

3. Maggiore Compl. SOLZI Arturo Distretto Cremona

4. Maggiore Riser. CECCHETTI Eteocle

5. Maggiore Compl. MARCUCCI Del 1° Regg. Pont.

6. Maggiore Comp. CONTUCCI Distretto Cremona

I primi quattro aderirono alla Repubblica e partirono subito per l'Italia. Il Maggiore Cecchetti faceva ampia propaganda e inveiva contro quelli che non aderivano. Gli ultimi due aderirono al Fronte del Lavoro, furono messi nel "blocco" dei Repubblicani ma non furono mai impiegati.

Verso i primi di Agosto venne improvvisamente l'ordine di trasferimento. Fummo suddivisi in due gruppi, di circa 1000 Ufficiali superiori ciascuno, e fummo fatti partire alla volta di Norimberga.

Stemmo, per la circostanza, circa 12 ore all'aperto, al sole, e digiuni. Fummo perquisiti minuziosamente, dovemmo toglierci gli abiti e le scarpe. Ci fu permesso soltanto portare con noi il fazzoletto e due Kg di viveri, i quali dovevano essere contenuti in un recipiente che non fosse né di legno, né di metallo, né di vetro.

Era venuto da parte del Comando Tedesco l'ordine di applicare alle scarpe un'etichetta di carta con il nome del proprietario; ciò allo scopo di poter tenere sequestrate le scarpe durante il viaggio, per evitare tentativi di fuga.

Il contegno energico del nostro comandante del campo (Col. Del Genio Amodio) riuscì a stornare questa disposizione.

Il viaggio fino a Norimberga durò 7 giorni, in condizioni atroci di ammassamento; non potevamo neanche stenderci, per mancanza di spazio. Siamo rimasti fino a 4 giorni senza ricevere viveri e in una settimana hanno aperto la porta soltanto due volte per farci attendere ai nostri bisognava soddisfare a tutta velocità, e con le sentinelle armate che ci gridavano di fare presto. Niente acqua per tutto il viaggio (e si era alla metà di Agosto) perché ci dicevano che bere acqua rende più frequente il bisogno di andare al gabinetto.

Giunti a Norimberga raggiungemmo, dopo una marcia di circa 6 Km, il nostro nuovo Lager, di baracche di legno, vecchie e sconnesse, dove siamo stati fino al Gennaio 1945.

Condizioni di vita bestiali, addirittura. Dal tetto e dalle pareti delle baracche pioveva acqua sui letti triposto. Vivevamo, ammucchiati, in 144 Ufficiali Superiori in ciascuna baracca di circa Mt 20x8. Per riscaldamento venivano concesse giornalmente 18 mattonelle di carbone del peso di 700 gr, per ciascuna baracca, e a Norimberga vi era proprio molto freddo e neve altissima.

Fummo costretti a fabbricare fornellini di circostanza con vecchie latte. I fornellini andavano a legna con pezzetti microscopici, che ricavavamo dovunque, disfacendo perfino i nostri letti. Le camerette internamente invase di fumo denso, acre e asfissiante, e non ci si vedeva neanche in pieno giorno.

La tabella viveri è del tutto teorica, perché bisogna calcolare che non sempre davano le razioni segnate, e comunque, sulle razioni stesse vi era sempre un calo non minore del 20%, dovuto alle varie manipolazioni eseguite nei magazzini tedeschi prima che arrivassero alla nostra cucina.

Le latrine erano all'aperto e anche i lavatoi erano all'aperto.

Bisognava lavarsi pattinando sul ghiaccio; al mattino si trovavano stalattiti, e i tubi gelati impedivano che defluisse l'acqua.

Dopo tre mesi circa di permanenza a Norimberga, venne l'ordine che dalle 22 in poi non si poteva uscire dalle baracche, neanche per andare nelle latrine. Bisognava usare gli appositi recipienti che venivano messi la sera nell'interno delle baracche.

Le sentinelle, dalle altane, sorvegliavano gli accessi alle baracche e frequenti ronde perlustravano l'interno del Lager. Spesso dei cani venivano lanciati contro quelli che, costretti dal bisogno, uscivano per andare nelle latrine. Molti di noi hanno subito l'aggressione di questi cani feroci.

Una notte il Colonnello Riva, dei bersaglieri, (catturato a Bolzano ove prestava servizio presso la Gil, e che malgrado a tale carica mai volle aderire) ricoverato all'infermeria per febbri, fu costretto ad uscire verso le due.

La sentinella tedesca diresse il fascio del proiettore sulla porta della latrina e ve lo tenne fermo fino a che il disgraziato Ufficiale venne fuori. All'uscita il Colonnello Riva venne fatto segno a colpi di arma da fuoco e rimase a rantolare sul ghiaccio a chiamare aiuto per oltre un'ora mentre né i medici, né il Cappellano militare, né i suoi compagni di infermeria potevano soccorrerlo perché minacciati dalle armi di una ronda di passaggio che si era appositamente fermata. Il poveretto fu successivamente dai tedeschi raccolto e portato nella baracca ospedale, ove spirò dopo qualche ora.

Probabilmente mossi a pietà dalle nostre miserie condizioni di vita e in considerazione del freddo, particolarmente atroce in quell'anno, i tedeschi consentirono che delle squadre di Ufficiali andassero a tagliare legna in un bosco, distante 5 Km dall'accampamento.

Si trattava di Ufficiali superiori, di età avanzata, che erano costretti a marciare lungo tempo sul ghiaccio, trasportando a spalla o trascinando fascine di legno, mentre i soldati erano dispensati da questo pesante servizio.

Parecchi Ufficiali cadevano svenuti sulla neve e sul ghiaccio e venivano trasportati all'infermeria di pronto soccorso, ove però non c'erano medicinali. Vi era una percentuale altissima di ammalati, i quali erano in una baracca a parte, ma in condizioni non migliori delle nostre. La stessa visita medica si riceveva dopo avere aspettato all'aperto, alle intemperie, per entrare poi in un locale ricavato a mezzo di tramezzo nella baracca infermeria, ove i medici italiani, pur prodigandosi per noi altri, non disponevano neanche di disinfettanti.

Citerò un mio caso particolare: nell'andare a fare una provvista di legna, probabilmente una scheggia mi è penetrata nell'indice sinistro. Sono stato per circa 10 mesi col dito e con la mano gonfia e con il braccio al collo, con difficoltà inaudita per la vestizione, la lavatura e altri atti necessari. Ho subìto dei tagli dolorosissimi; mi è rimasto il dito indice sinistro deformato e anchilosato per un comunissimo patereccio che, se curato, non avrebbe lasciato conseguenze.

A Norimberga abbiamo subìto molti bombardamenti, fortunatamente senza vittime. Gli aviatori erano attratti sul nostro campo dagli obbiettivi offerti dalle batterie controaeree tedesche annidate nei boschi confinanti con il campo.

Nel detto campo si trovavano anche degli Ufficiali inferiori i quali, ad un certo momento, furono inviati al lavoro obbligatorio, malgrado le proteste del Comandante Italiano del campo (Gentile. Del Genio Vox).

Nel periodo della mia permanenza a Norimberga, la mia famiglia ha fatto domanda per il mio rientro in Italia, in considerazione dell'imminente pericolo di vita in cui versava mia madre, ottantenne e priva di altri figli.

Fui chiamato al comando del campo che mi offrì di inviarmi senz'altro in Italia, purché aderissi alla Repubblica. Risposi che mia madre avrebbe preferito morire senza vedermi, anziché vedere il figliolo Ufficiale macchiato di tradimento. E così, al mio ritorno, io non ho più trovato mia madre.

Alla fine di Gennaio 1945 fummo improvvisamente fatti partire a scaglioni, per ignota destinazione. Io fui destinato con un gruppo di 300 Ufficiali superiori, e dopo 7 giorni di viaggio giungemmo a Muhlberg (Elba). Il viaggio fu compiuto in carri bestiame, nelle solite condizioni, con l'aggravante, stavolta, che la neve depositata sui tetti dei vagoni ferroviari filtrava nell'interno in modo che non ci era possibile neanche sedersi sul pavimento fradicio di acqua e bisognava addossarsi, in 45, in qualche parte del vagone dove non pioveva.

Durante il percorso, ci siamo fermati due giorni alla stazione di Dresda, senza che i vagoni ci fossero aperti e senza che ci fornissero viveri. Nello stesso tempo, si ebbero diversi allarmi, durante i quali tutti i civili e la nostra scorta militare si precipitavano nei rifugi, mentre noialtri siamo rimasti chiusi nei vagoni come bestie destinate al macello.

Giunti a Muhlberg, abbiamo fatto marce e soste successive all'aperto sotto una pioggia gelida fino alle due di notte, per la rivista personale e dei bagagli, per la visita medica, per la disinfestazione, iniezioni anti-tifiche, ecc. In numero di 100 per volta, venivamo inviati alle docce, denudati, pigiati l'uno accanto all'altro sotto i getti e successivamente ad aspettare nudi per circa due ore, mentre i nostri indumenti e le nostre cose personali venivano sottoposti a disinfezione.

Alle due di notte siamo stati condotti, sotto la pioggia, e rinchiusi in baracche, talmente ammassati, che in una baracca mancavano non solo i giacigli ma anche lo spazio per poter sdraiarsi per terra. Alle tre di notte ci vennero distribuiti pane e carne, viveri di spettanza del viaggio, che non ci davano da cinque giorni. Nella mia baracca dormivamo fino a 4 per letto biposto, sotto una leggera coperta, avendo per materasso della carta uso tela di sacco, nella quale abbiamo trovato un nuovo tipo di imbottitura.

Infatti io ho dormito su ritagli sottilissimi di carte topografiche, tagliate in strisce lunghe circa 50 cm e larghe qualche m/m.

Dopo tre giorni si è presentato un soldato Italiano dai tedeschi, il quale ha "intimato" al comandante nostro, Colonnello di artiglieria Bruno Toscano, di provvedere per il giorno dopo all'invio di 5 autisti in non so quale fabbrica di Dresda.

Con stupore apprendemmo che noi altri 300 Ufficiali superiori eravamo destinati al lavoro obbligatorio come manovali. A nulla valsero le proteste del Comandante del campo.

Partirono un primo gruppo di 50 Ufficiali, e un successivo secondo gruppo di altri 30 Ufficiali. A questo secondo gruppo avrei dovuto partecipare io; però io riuscii ad evitarlo, facendomi ricoverare in ospedale.

Da deposizioni giurate che in seguito, nella mia qualità di Ufficiale addetto al Comando Italiano del campo prigionieri liberati a Spremberg, ho raccolto da Ufficiali, anche essi liberati dai Russi, ho saputo che, giunti in una fabbrica presso Dresda, questi 30 Ufficiali furono invitati a firmare una dichiarazione nella quale si impegnassero a non fuggire e a non compiere atti di sabotaggio. Per chi non firmasse era minacciata la fucilazione. I detti Ufficiali rifiutarono di firmare.

Dopo 15 giorni circa, i tedeschi tornarono alla carica, pretendendo ora che essi firmassero il contratto di lavoro. Gli Ufficiali si rifiutarono, dichiarando di non voler sottoscrivere un atto col quale implicitamente venivano ad accettare uno stato di cose cui erano sottoposti con la violenza. I Tedeschi hanno insistito e minacciato. E, visto che non raggiungevano lo scopo, hanno portato alla fucilazione 20 nostri colleghi, fra i quali il Ten. Colonnello delle Guardie di Finanza Urbano Ferrucci.

Probabilmente devo il mio ricovero in ospedale se oggi sono ancora in vita, perché, senza di esso, sarei appartenuto al gruppo di Ufficiali fucilati ovvero al gruppo degli Ufficiali rimasti, che per forza dovettero firmare il contratto di lavoro.

Le condizioni di vita a Muhlberg erano impossibili: le razioni, già scarsissime, furono ridotte di quasi il 50%. Dovevamo vivere con circa 150 gr. di pane al giorno, 100 gr di patate e mezzo litro di brodo, con dentro della verdura secca.

Alcuni giorni prima della liberazione le distribuzioni diventarono irregolari, poi cessarono del tutto.

Anche dalle disposizioni giurate, successivamente raccolte, dopo la liberazione, al campo di Stremberg, si apprese che da Berlino era venuto l'ordine il 21 Aprile per la nostra fucilazione in massa; e dobbiamo alla fortunata volontaria negligenza del comandante tedesco del campo se oggi siamo ancora in vita, perché il capitano non eseguì immediatamente l'ordine, e successivamente scappò con i suoi soldati.

Per quanto riguarda le condizioni di vita di quest'ultimo periodo di tempo dirò che esse sono state le più infami, perché non avevamo neanche l'acqua per bere e lavarci, essendoVi per tutti un'unica pompa all'aperto, e quasi sempre guasta.

Il campo di Muhlberg era internazionale; vi erano soldati di tutte le razze e di tutte le nazionalità, i quali potevano andare liberamente in giro per il campo, che era molto vasto. Noi 300 Ufficiali Superiori Italiani, successivamente ridotti a circa 200 dopo le partenze per il lavoro obbligatorio, eravamo chiusi in due baracche, come detto, in un recinto di circa 10 Mt. X 100 Mt., rinchiusi come dei polli, vigilati da sentinelle perché non andassimo in giro per il resto del campo.

Dal Gennaio 1945, epoca nella quale arrivammo a Mulberg, non ricevemmo più pacchi. La situazione alimentare divenne estremamente difficile. Eravamo degli scheletri ambulanti; la preoccupazione era quella di non arrivare alla fine della guerra, perché le comunicazioni interrotte non lasciavano sperare che dalla nostra Italia arrivassero viveri da parte delle famiglie.

Sono stati giorni e settimane dense di angoscioso incubo, perché ogni settimana si verificava un calo nella reazione striminzita, a prescindere dal fatto che spesso il pane veniva a mancare per più giorni.

Non giungevano poi neppure notizie dalle nostre case e ciò è perdurato purtroppo anche dopo la venuta dei Russi fino al successivo settembre, epoca nella quale abbiamo finalmente raggiunto l'Italia, né con i Tedeschi, né con i Russi, ci è stato più possibile ricevere e dare notizie. Tutti eravamo angosciati, anche perché fervevano le lotte in Italia, i Tedeschi ripiegavano.

Io personalmente ho appreso solo in Settembre, al mio arrivo, la morte della mia povera Mamma, avvenuta nel Marzo.

Verso il 15 Aprile si sentirono rombi in lontananza, successivamente cominciarono visite di aerei che spesso a bassa quota mitragliavano il campo. I tedeschi si ricordarono allora di far dipingere sul tetto delle baracche poste ai quattro vertici del campo i segnali regolamentari, ma, nel frattempo, diverse raffiche di mitragliatrice avevano mietuto qualche vittima fra i prigionieri del campo internazionale.

I Russi arrivarono nel campo Spremberg il 23 Aprile 1945.

Mi astengo di descrivere il periodo trascorso sotto i Russi perché esula dai limiti fissati dall'Ispettorato del Genio.

Tuttavia, qualora servissero elementi anche relativi a tale periodo di tempo, essi possono essere desunti dai documenti allegati alla presente relazione.

Per quanto riguarda la "saldatura" fra il 23 Aprile e l'epoca cui si riferiscono i documenti suddetti, dirò brevemente che i Russi acconsentiranno a che venissero vuotati i pingui depositi alimentari che erano nel Lager e che venisse saccheggiato, per chi avesse voglia, il paese che distava circa 6 Km.

Tuttavia, tranne che per il pane (stemmo circa 15 giorni senza pane), avemmo cibi cotti (i soliti ranci, naturalmente molto maggiorati ed enormemente migliorati). La profusione del cibo, cui si aggiungevano per quasi tutti i prodotti della razzia, fece si che si corresse serio pericolo di infezioni. Acqua per alcuni giorni non ne venne; di bagni non se ne parlava neppure ed il campo era letteralmente inondato di rifiuti alimentari in putrefazione, nonché delle lordure di centinaia e centinaia di ex prigionieri che, sazi di cibo fino all'inverosimile, non arrivando in tempo a soddisfare i loro bisogni nel posto adatto depositavano, ovunque si trovassero, i loro rifiuti.

L'ingozzamento, dopo un po' di giorni, terminò perché ormai le scorte tedesche erano vuotate, mentre non si poteva più andare nel paese perché i Russi aggredivano e derubavano chiunque. Il nostro cappellano militare che era andato per primo in paese per la pietosa missione di ricevere Italiani eventualmente degenti nell'ospedale, fu derubato dai Russi dell'orologio da polso.

Molti colleghi che andarono nel paese furono a loro volta aggrediti e derubati.

Dopo circa 20 giorni dalla venuta dei Russi, fummo obbligati ad andare a consumare i nostri pasti in una specie di mensa in locali distanti 2 Km. Circa dal campo. A parte le marce sotto il sole cocente e sotto la pioggia per tre volte al giorno, il provvedimento sarebbe stato gradito, perché finalmente avevamo una specie di mensa, se nonché per accedere ai locali dovevamo aspettare che dei soldati Serbi, che fruivano della stessa mensa, terminassero di mangiare. Ciò ci costringeva talvolta a sosta di svariate mezze ore, durante le quali dovevamo stare alle intemperie.

Dopo circa un mese dalla liberazione, improvvisamente ci fecero partire a piedi per ignota destinazione. Per la prima volta da che eravamo stati fatti prigionieri, dovemmo subìre una marcia di circa 110 Km ed in tre giorni. A parte che eravamo ancora tutti malandati in salute, ci fu il fatto che dovemmo trascinare al seguito tutti i nostri bagagli. Era uno spettacolo indecoroso e pietoso vedere questa enorme teoria (eravamo oltre 1000) di Ufficiali, civili, donne, bambini, marciare trascinandosi penosamente carretti, carrettini, barelle improvvisate, ecc... sotto il sole e sotto la torrenziale pioggia che imperversò per un terzo circa della marcia. Scene antipatiche, odiose talvolta, fra quanti trascinavano i loro bagagli... continuava il fenomeno tanto frequente fra i prigionieri che fa sì che essi possano dolorosamente essere paragonati ai famosi capponi di Renzo, di manzoniana memoria.

Io che, dalla venuta dei Russi, avevo chiesto ed ottenuto di collaborare con il comando italiano del campo, come Ufficiale addetto, ho trascinato nelle condizioni suddette, con il Colonnello Toscano di artiglieria comandante italiano del campo e con altri Colonnelli ed altri Ten. Colonnelli il pesantissimo carro bagaglio su cui erano, oltre i nostri effetti ed anche tutti i documenti del comando; schede di tutti i prigionieri italiani, documenti vari, carteggio, macchine da scrivere, ecc...

Non fu possibile ottenere dai russi neppure un cavallo. Siccome per il forte carico rimanemmo indietro, benché sul nostro carro sventolasse il tricolore fummo aggrediti più volte dai Russi che incontravamo per strada e ci volle a volte tatto, a volte energia per potersi liberare. Alle porte di Spremberg, poi, dei Russi ci sequestrarono. Un Ufficiale Russo, malgrado avessimo dimostrata la nostra qualità di Ufficiali Italiani, Colonnelli, Ten. Colonnelli, volle a ogni costo che caricassimo delle pesanti motociclette su degli autocarri.

Infine, poco più avanti, fummo a forza invitati con il nostro carretto per una fortissima salita e guidati in una specie di posto controllo, ove a tutti i costi volevano perquisirci.

Le nostre condizioni di vita nel periodo successivo e il trattamento, ricevuto da parte dei Russi, possono essere desunti dalla relazione, allegata in copia, presentata dal comando Italiano del campo al comando russo della Piazza; nonché dal rapporto, allegato in copia, presentato da un sottotenente al comando italiano del campo.

Si tenga conto che la relazione anzidetta che, all'atto della partenza per l'Italia, il comandante Russo di Spremberg volle da noi come una specie di "ben servito", fu redatta, per forza di cose, in modo molto blando.

Tuttavia, attraverso i righi, si possono bene intuire le nostre vicende.

Tenente Colonnello Antonio Romeo
Intendenza XI Armata
Reparto Direzione Genio

r.w.

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1.1 Le presenti Condizioni Generali di Vendita ("Condizioni") disciplinano l'offerta e la vendita di prodotti come infra definiti, tramite il sito web www.prealpina.it (in seguito anche "Sito") da parte de la Società Editoriale Varesina S.p.a., con sede legale in (21100) Varese, Via Tamagno, 13, (C.F. e P.Iva 00237060124) (in seguito anche "SEV" o “Venditore”).

1.2 Il Sito è di proprietà di SEV, mentre il soggetto titolare del corrispondente nome a dominio è la società La Prealpina S.r.l., con sede legale in (21100) Varese, Via Tamagno, 13, C.F. e P.Iva 01620270122.

 

2. Ambito di applicazione delle presenti Condizioni.

2.1 L'offerta e la vendita dei beni posti in vendita sul Sito (in seguito anche il/i “Prodotto/i”) costituiscono un contratto a distanza disciplinato dal Capo I, Titolo III (artt. 45 e ss.) del Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206 ("Codice del Consumo") e dal Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70, contenente la disciplina del commercio elettronico.

2.2 Le presenti Condizioni Generali di Vendita si applicano a tutti i contratti conclusi con S.e.v. attraverso il Sito (in seguito anche il/i “Contratto/i”).

2.3 Le presenti Condizioni Generali di Vendita possono essere modificate in ogni momento. Eventuali modifiche e/o nuove condizioni saranno in vigore dal momento della loro pubblicazione sul Sito. Gli utenti sono, pertanto, invitati ad accedere con regolarità al Sito ed a consultare, prima di effettuare qualsiasi acquisto, la versione più aggiornata delle Condizioni Generali di Vendita.

2.4 Le Condizioni Generali di Vendita applicabili sono quelle in vigore alla data di invio dell'Ordine e sono disponibili in lingua italiana.

2.5 Le presenti Condizioni Generali di Vendita non disciplinano la vendita di prodotti da parte di soggetti diversi da SEV che siano presenti sul Sito tramite link, banner od altri collegamenti ipertestuali. Prima di effettuare transazioni commerciali con tali soggetti l’utente è tenuto, pertanto, a verificare le condizioni di vendita adottate da quest’ultimi. SEV non è responsabile per la fornitura di servizi e/o per la vendita di prodotti da parte di tali soggetti. Sui siti web consultabili tramite tali collegamenti, il Venditore non effettua alcun controllo e/o monitoraggio. SEV non è, pertanto, responsabile per i contenuti di tali siti, né per eventuali errori e/o omissioni e/o violazioni di legge da parte degli stessi.

2.6 L’utente è tenuto a leggere attentamente le presenti Condizioni Generali di Vendita che, SEV, mette a sua disposizione alla pagina del Sito indicata nella clausola 2.3) che precede e di cui gli è consentita la memorizzazione e la riproduzione, nonché tutte le altre informazioni che il Venditore gli fornisce sul Sito, sia prima, che durante la procedura di acquisto.

 

3. Identificazione del soggetto venditore

3.1 I Prodotti acquistati sul Sito sono offerti, distribuiti e venduti da SEV, che è, pertanto, l'unica controparte dell’utente che intenda acquistare uno o più Prodotti tramite il Sito ed è quindi:

(i) il soggetto a cui, l’utente, indirizza il proprio Ordine al fine di accettare l'offerta e concludere il Contratto;

(ii) il soggetto che assume, nei confronti dell’utente, gli obblighi di natura precontrattuale derivanti dall'offerta;

(iii) il soggetto che conclude, con l’utente, il Contratto, assumendone i relativi obblighi e diritti. Il Contratto concluso tramite il Sito deve, quindi, ritenersi concluso tra l’utente e SEV.

 

4. Acquisti sul Sito

4.1 L'acquisto dei Prodotti sul Sito avviene previa registrazione, ai sensi della clausola 5) che segue, ed è consentito sia ai consumatori (in seguito anche “Consumatori/e”), che ai professionisti (in seguito anche “Professionisti/a”), così come definiti all’art. 3, primo comma, lett. a) e c) del Codice del Consumo. Alle persone fisiche l'acquisto è consentito solo a condizione che, le stesse, abbiano compiuto gli anni diciotto.

4.2 il Venditore si riserva il diritto di rifiutare o cancellare gli ordini che provengano:

(i) da un utente con cui esso abbia in corso un contenzioso legale;

(ii) da un utente che abbia in precedenza violato le presenti Condizioni e/o le condizioni e/o i termini del Contratto con SEV;

(iii) da un utente che sia stato coinvolto in frodi di qualsiasi tipo ed, in particolare, in frodi relative a pagamenti con carta di credito;

(iv) da utenti che abbiano rilasciato dati identificativi falsi, incompleti o, comunque, inesatti.

 

5. Registrazione al Sito

5.1 La registrazione al Sito è gratuita. Per registrarsi al Sito l’utente deve compilare l’apposito modulo presente alla sezione del Sito “Crea un nuovo account” inserendo il proprio nome, cognome, indirizzo, data di nascita, un indirizzo e-mail ed una password e cliccare sul tasto [Crea un Account].

5.2 La registrazione al Sito, tramite l'apertura di un account personale denominato "My Account", consente, all’utente registrato (in seguito anche "Utente Registrato"), di:

- salvare e modificare i propri dati;

- accedere a tutte le informazioni relative agli ordini ed ai resi;

- seguire lo stato dell'ordine;

- gestire i propri dati personali ed aggiornarli in qualsiasi momento;

- usufruire dei servizi dedicati che potranno essere di volta in volta attivati dal Venditore;

- esprimere il consenso al trattamento dei propri dati personali per l'invio, da parte di SEV, di newsletter.

5.3 L’indirizzo e-mail e la password indicate dall’utente al momento della registrazione al Sito (in seguito anche le “Credenziali”) devono essere conservate con estrema cura ed attenzione. Esse possono essere utilizzate solo dall’utente e non possono essere cedute, se non previo consenso di quest’ultimo, a soggetti terzi. L’utente s’impegna, pertanto, a mantenerle segrete ed ad assicurarsi che nessun terzo vi abbia accesso. Quest’ultimo si impegna, inoltre, ad informare immediatamente SEV nel caso in cui sospetti, o venga a conoscenza, di un uso indebito o di un’indebita divulgazione delle stesse.

5.4 L’Utente Registrato garantisce che le informazioni personali fornite durante la procedura di registrazione al Sito sono complete e veritiere e si impegna a tenere, il Venditore, indenne e manlevato da qualsiasi danno, obbligo risarcitorio e/o sanzione derivante da e/o in qualsiasi modo collegata alla violazione delle regole sulla registrazione al Sito o sulla conservazione delle Credenziali.

 

6. Informazioni dirette alla conclusione del Contratto.

6.1 In conformità al Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70 recante disposizioni in materia di commercio elettronico, SEV informa l’utente che:

(i) per concludere il contratto di acquisto di uno o più Prodotti sul Sito, l’utente deve completare l’ordine in formato elettronico e trasmetterlo a SEV, in via telematica, seguendo le istruzioni che compariranno, di volta in volta, sul Sito (in seguito anche l’”Ordine/i”);

(ii) il Contratto è concluso quando l'Ordine perviene al server di cui SEV si serve;

(iii) prima di procedere alla trasmissione dell'Ordine, l’utente potrà individuare e correggere eventuali errori di inserimento dei dati seguendo le istruzioni presenti sul Sito o modificare l'Ordine stesso;

(iv) successivamente alla trasmissione dell'Ordine relativamente ad uno o più Prodotti, l’utente può modificare il proprio Ordine accedendo all'area "I miei ordini" e seguendo le istruzioni del Sito, fino a quando, nella predetta area, non verrà indicato che l'ordine non è più modificabile, poiché il Prodotto è in preparazione per la spedizione, fatto in ogni caso salvo il proprio diritto di recesso ai sensi della clausola n. 16. che segue.

(v) una volta registrato l'Ordine, il Venditore invierà all’utente, all'indirizzo di posta elettronica indicato, la conferma dell'Ordine (in seguito anche “Conferma d’Ordine”) contenente: un collegamento ipertestuale (in seguito anche “link”) alle presenti condizioni generali di vendita pubblicate sul Sito ed applicabili al Contratto, le informazioni relative alle caratteristiche essenziali del Prodotto acquistato, l'indicazione dettagliata del prezzo, del mezzo di pagamento utilizzato, delle spese di consegna e degli eventuali costi aggiuntivi, nonché le informazioni sul diritto di recesso;

(vi) l'Ordine sarà archiviato nella banca dati del Venditore per il tempo necessario all’esecuzione dello stesso e, comunque, nei termini di legge. Gli elementi essenziali dell'Ordine saranno riportati nella Conferma d'Ordine. L’Utente Registrato, inoltre, potrà accedere al proprio modulo d'ordine, consultando la sezione "I miei ordini" presente nel Sito.

6.2 La lingua a disposizione degli utenti per la conclusione del Contratto è l'italiano. Il servizio clienti del Venditore è in grado di comunicare con gli utenti nella medesima lingua.

 

7. Informazioni sui Prodotti e disponibilità di quest’ultimi.

7.1 I Prodotti presenti sul Sito sono disponibili ed acquistabili fino a loro esaurimento: per questo potranno essere accettati solo Ordini nei limiti stabiliti dalla quantità dei prodotti disponibili.

7.2 I Prodotti offerti sul Sito sono quelli illustrati nella sezione del Sito denominata “STORE” al momento della effettuazione dell'Ordine da parte dell’utente.

7.3 La disponibilità dei Prodotti sul Sito viene continuamente monitorata ed aggiornata. Tuttavia, a causa di contemporanei acquisti sul Sito, è possibile, per questioni tecniche, che il Prodotto, anche se accompagnato dalla dicitura "Disponibile " risulti, dopo la trasmissione dell'Ordine, di disponibilità non immediata.

7.4 Qualora il Prodotto risultasse non più disponibile per le ragioni indicate alla clausola 7.3 che precede, ovvero, negli altri casi di sopravvenuta indisponibilità del Prodotto, fatti salvi i diritti attribuiti all'utente dalla legge, ed, in particolare, dal Capo XIV del Titolo II del Libro IV del Codice Civile, SEV avviserà immediatamente l’utente tramite e-mail. In tali casi, l’utente sarà, quindi, legittimato a risolvere immediatamente il Contratto, salvo il diritto al risarcimento del danno, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall'art. 61, IV e V comma, del Codice del Consumo. In alternativa e fermo restando tale diritto, l’utente potrà accettare una delle seguenti proposte del Venditore:

(i) qualora sia possibile un riassortimento del Prodotto, una dilazione dei termini di consegna, con indicazione, da parte di SEV, del nuovo termine di consegna del Prodotto riassortito;

(ii) qualora non sia possibile un riassortimento del Prodotto, la fornitura di un prodotto diverso, di valore equivalente o superiore, previo pagamento, in quest'ultimo caso, della differenza e previa espressa accettazione dell’utente. Quest’ultimo è tenuto a comunicare tempestivamente la propria scelta al Venditore nel momento in cui verrà contattato dall'assistenza clienti di quest’ultimo.

7.5 Nel caso in cui l’utente si avvalga del diritto di risoluzione di cui all'art. 61, IV e V comma, Codice del Consumo ed il pagamento dell'importo complessivo dovuto, costituito dal prezzo del Prodotto, dalle spese di consegna, se applicate, e da ogni altro eventuale costo aggiuntivo, come risultante dall'Ordine stesso (in seguito anche "Importo Complessivo Dovuto") sia già avvenuto, SEV effettuerà il rimborso dell'Importo Complessivo Dovuto senza indebito ritardo ed, in ogni caso, entro il termine di 15 (quindici) giorni lavorativi dall'invio dell'Ordine.

7.6 L'importo del rimborso di cui alla clausola n. 7.5 che precede, sarà comunicato all’utente via e-mail. Nel caso di pagamento mediante carta di credito, l’Importo Complessivo Dovuto sarà accreditato sullo stesso mezzo di pagamento utilizzato dall’utente per l'acquisto. Eventuali ritardi nell'accredito possono dipendere dall'istituto bancario, dal tipo di carta di credito o dalla soluzione di pagamento utilizzata.

7.7 Nel caso di Ordini aventi ad oggetto una pluralità di Prodotti (in seguito anche "Ordine Multiplo"), qualora la sopravvenuta indisponibilità riguardi solo taluni dei Prodotti oggetto dell'Ordine Multiplo, fatti salvi i diritti attribuiti all’utente dalla legge ed, in particolare, dal Capo XIV del Titolo II del Libro IV del Codice Civile e, fatta salva l'applicazione delle clausole 7.4 e 7.5 che precedono, qualora la sopravvenuta indisponibilità riguardi tutti i Prodotti oggetto dell'Ordine, il Venditore avviserà immediatamente l’utente tramite e-mail.

7.8 Nei casi indicati nella precedente clausola, l’utente sarà legittimato a risolvere immediatamente il Contratto, limitatamente al Prodotto e/o ai Prodotti divenuti non disponibili, salvo il diritto al risarcimento del danno, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dall'art. 61, quarto e quinto comma, del Codice del Consumo. In alternativa e fermo restando tale diritto, l’utente potrà accettare una delle seguenti proposte di SEV:

(i) qualora sia possibile un riassortimento dei Prodotti oggetto dell'Ordine Multiplo divenuti indisponibili, una dilazione dei termini di consegna relativamente a tali Prodotti, con indicazione del nuovo termine di consegna degli stessi;

(ii) qualora non sia possibile un riassortimento del Prodotto e/o dei Prodotti divenuti indisponibili, la fornitura, in sostituzione dei Prodotti oggetto dell'Ordine Multiplo divenuti indisponibili, di prodotti diversi, di valore equivalente o superiore, previo pagamento, in quest'ultimo caso, della differenza e previa espressa accettazione dell’utente. Quest’ultimo è tenuto a comunicare tempestivamente la propria scelta a SEV. nel momento in cui verrà contattato dall'assistenza clienti di quest’ultima

7.9 Nel caso in cui l’utente si avvalga del diritto di risoluzione di cui all'art. 61, IV e V comma, Codice del Consumo, il Contratto avente ad oggetto il Prodotto e/o i Prodotti divenuti indisponibili sarà risolto parzialmente, limitatamente a tale/i Prodotto/i con conseguente restituzione, qualora sia già stato versato, dell'importo dovuto in relazione a tali Prodotti ed ogni altro eventuale costo aggiuntivo dovuto in relazione specifica a tali Prodotti (in seguito anche "Importo Parziale Dovuto"); la risoluzione dell'intero Ordine Multiplo sarà possibile solo nel caso di evidente e comprovata accessorietà dei Prodotti oggetto dell'Ordine Multiplo divenuti indisponibili rispetto agli altri Prodotti oggetto dell'Ordine Multiplo disponibili.

7.10 L'Importo Parziale Dovuto in relazione al Prodotto/i divenuto/i indisponibile/i, sarà rimborsato senza indebito ritardo all’utente ed, in ogni caso, entro il termine di 15 (quindici) giorni lavorativi dall'invio dell'Ordine. L'importo del rimborso sarà comunicato all’utente via e-mail. Nel caso di pagamento mediante carta di credito, tale importo sarà accreditato sullo stesso mezzo di pagamento utilizzato dall’utente per l'acquisto. Eventuali ritardi nell'accredito possono dipendere dall'istituto bancario, dal tipo di carta di credito o dalla soluzione di pagamento utilizzata.

 

8. Prezzi

8.1 I prezzi sono espressi in Euro (€) ed includono l'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) vigente.

8.2 Al fini dell'acquisto è necessario considerare valido il prezzo visualizzato al momento della registrazione dell'Ordine: per questo, in caso di abbassamento del valore, all’utente, non verrà riconosciuta nessuna differenza su quanto già pagato.

8.3 SEV si riserva il diritto di poter modificare i prezzi in qualsiasi momento. Infine, i prezzi presenti sulla scheda prodotto non sono da considerarsi comprensivi delle spese di spedizione, che l’utente potrà trovare indicate sul Sito.

 

9. Ordini di acquisto.

9.1 Una volta ultimata la procedura di registrazione di cui alla clausola 5. che precede, l’utente dovrà selezionare uno o più Prodotti di cui intenda effettuare l'acquisto, inserendoli in un "carrello" virtuale, di cui potrà sempre visualizzare il contenuto prima di procedere all'inoltro dell'Ordine.

9.2 Cliccando sul tasto “Vai alla Cassa” presente alla pagina del Sito denominata “Carrello”, l’utente darà avvio alla procedura di inoltro dell'Ordine. Nella fase di formulazione dell'Ordine e fino al suo effettivo inoltro l’utente avrà, comunque, la possibilità di rivedere i dati inseriti cliccando sul tasto "Indietro", così da individuare e correggere eventuali informazioni errate.

9.3 Cliccando sul tasto "Ordina ora", al termine della procedura avviata ai sensi della precedente clausola 9.2, l’utente effettuerà l'inoltro dell'Ordine nei confronti del Venditore. All’inoltro dell’Ordine da parte dell’utente seguirà tempestivamente conferma da parte di SEV riguardo al ricevimento dell’Ordine medesimo, tramite l'invio di una e-mail sull'account di posta elettronica comunicato dall’utente. Con l'invio di tale e-mail, il Venditore provvederà, altresì, a comunicare all’utente se l'Ordine possa essere accettato o meno (in seguito anche “Conferma d’Ordine”).

9.4 SEV avrà facoltà di accettare o meno gli Ordini ricevuti senza che, in caso di mancata accettazione, l’utente possa avanzare diritti o pretese nei confronti del Venditore ad alcun titolo. L'Ordine si intenderà, in ogni caso, accettato e conseguentemente il Contratto concluso al momento in cui l’utente riceverà, sul proprio indirizzo di posta elettronica, la Conferma d’Ordine.

9.5 Nel caso di pagamento mediante carta di credito o bonifico bancario, SEV effettuerà la spedizione dei Prodotti solo dopo aver ricevuto conferma del buon esito del pagamento dell'Importo Complessivo Dovuto.

9.6 La proprietà dei Prodotti s’intenderà trasferita all’utente al momento della spedizione, da intendersi come il momento di consegna del Prodotto al vettore (in seguito anche "Spedizione"). Il rischio di perdita o danneggiamento dei Prodotti, per causa non imputabile a SEV, invece, dovrà intendersi trasferito all’utente, quando quest’ultimo, od un terzo dallo stesso designato e diverso dal vettore, entra materialmente in possesso dei Prodotti.

 

10. Modalità di pagamento

10.1 Le modalità di pagamento disponibili sono Carta di Credito e Bonifico Bancario. Perché l'acquisto sul Sito vada a buon fine, è necessario che l’utente dia conferma di accettazione dei cookies.

10.2 Carta di credito: il Sito accetta pagamenti con CartaSi, Visa, VisaElectron, PostePay e Mastercard. Prima di procedere all'acquisto é necessario assicurarsi presso la banca emittente che la carta sia abilitata agli acquisti on-line, oltre che ricordarsi di inserire correttamente tutti i dati e di possedere la password dei circuiti di sicurezza Verified By Visa e SecurCode by Mastercard a seconda della carta di credito utilizzata. Scegliendo il pagamento con Carta di Credito, l'importo viene addebitato direttamente sulla carta al momento dell'accettazione dell'Ordine.

10.3 Usare la carta di credito per acquisti on-line è un metodo pratico e sicuro. Il Sito s’impegna a mantenere la sicurezza delle informazioni concernenti sia la carta di credito, sia i dati personali grazie alla soluzione KeyClient. Tutti i dati sensibili vengono criptati durante la trasmissione con la tecnologia SSL (Secure Sockets Layer) adottata in tutto il mondo come la più sicura. Tutti i dati sono poi archiviati in server sicuri e lontani da possibili connessioni Internet. Resta comunque onere dell’utente verificare che il suo browser sia compatibile con la tecnologia SSL per portare a termine l'Ordine.

10.4 Bonifico Bancario: l’utente dovrà effettuare il bonifico entro 3 (tre) giorni dalla data dell’Ordine. In caso ciò non si verificasse, l’Ordine verrà annullato ed i Prodotti messi nuovamente a disposizione per l’acquisto da parte di altri Clienti. L’utente che non abbia provveduto ad effettuare il bonifico potrà venire contattato dal servizio clienti del Venditore al fine di chiarire se la causa del mancato accredito sia da imputarsi alla volontà dell’utente di non confermare l’acquisto od ad altra causa.

Dati per il bonifico:

IBAN : IT 85 D 03069 22805 1000 0000 1490

Causale: l’utente dovrà indicare nella causale del bonifico la data ed il numero dell’Ordine, reperibili nella Conferma d’Ordine.

 

11. Pagamento presso in uno dei punto di ritiro con contanti, carta di credito, bancomat.

11.1 Nel caso in cui l’utente scelga, come modalità di consegna dei Prodotti, la Consegna presso uno dei punti di ritiro indicati alla successiva clausola 15, il pagamento dei Prodotti può essere effettuato, presso tale punto di ritiro, al momento del ritiro mediante contanti, carta di credito o bancomat. Le carte di credito utilizzabili sono MasterCard, Visa e PagoBancomat.

11.2 Il Prodotto sarà consegnato solo nel caso in cui, il soggetto che effettua il ritiro, sia anche il titolare della carta di credito da utilizzare per il pagamento.

 

12. Fatturazione

12.1 La fattura commerciale sarà disponibile accedendo all'area "My Account" presente sul Sito, ovvero, sarà inviata in formato PDF su richiesta dell’utente. Durante il procedimento di acquisto sarà, pertanto, richiesto all’utente di fornire i dati per la fatturazione.

12.2 Per l’emissione della fattura faranno fede le informazioni all'uopo fornite dall’utente che egli dichiara e garantisce essere rispondenti al vero, rilasciando a SEV ogni e più amplia manleva al riguardo.

 

13. Tempi e modalità di consegna

13.1 La consegna dei Prodotti acquistati sul Sito è effettuata in Italia ed all'estero all'indirizzo di spedizione indicato, dall’utente, nell’Ordine ed è a carico di quest’ultimo in base alle tariffe indicate nella sezione del Sito “Spese e tempi di spedizione”.

13.2 Tutte le informazioni richieste per la consegna devono essere completate, dall’utente, in modo accurato. SEV non è, pertanto, responsabile per la mancata consegna a causa di indirizzo di consegna o numero di telefono errati. Tutti i costi aggiuntivi derivanti da complicazioni nella consegna o mancata consegna saranno, in questi casi, addebitati direttamente all’utente.

13.3 Nel riepilogo dell’Ordine e, quindi, prima che l’utente proceda alla trasmissione dello stesso, sarà indicato il prezzo totale dell’Ordine, con separata indicazione delle spese di consegna e di ogni altra eventuale spesa aggiuntiva. Tale totale, che sarà indicato all’utente anche nella e-mail di conferma dell’Ordine, costituirà l’importo totale dovuto dall’utente in relazione al/ai Prodotto/i.

13.4 La consegna dei Prodotti acquistati sul Sito potrà avvenire, a scelta dell’utente: i) all’indirizzo postale specificato dall’utente nell’Ordine (“Consegna a Domicilio”) o ii) presso uno dei punti di ritiro di cui alla successiva clausola 15 selezionato, dall’utente, durante il procedimento di acquisto (“Consegna presso il Punto di Ritiro"). In tale ultimo caso la consegna è da intendersi gratuita.

 

14. Consegna a Domicilio.

14.1 Nel caso di Consegna a Domicilio, i Prodotti acquistati sul Sito saranno inviati e consegnati all’indirizzo postale indicato dall’utente nell’Ordine tramite corriere incaricato dal Venditore o tramite Poste Italiane.

14.2 L’utente prende atto che il ritiro del Prodotto è un suo preciso obbligo derivante dal Contratto. Pertanto, ove la consegna non dovesse andare a buon fine per assenza del destinatario o per causa a quest’ultimo imputabile, il Contratto potrà intendersi risolto di diritto, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 1456 c.c., ove l’utente non provveda al ritiro del Prodotto nel termine di 7 (sette) giorni di calendario decorrenti dal secondo giorno successivo all’avviso di passaggio del corriere od, in caso di consegna da parte di Poste Italiane, nel termine di 30 giorni di calendario decorrenti dal secondo giorno successivo al tentativo di consegna da parte dell’incaricato di quest’ultima.

14.3 A seguito della risoluzione di diritto di cui alla clausola 14.2 che precede, SEV sarà tenuta a rimborsare, all’utente, l’Importo Complessivo Dovuto se da quest’ultimo già pagato, detratte le spese della Consegna non andata a buon fine, le spese di giacenza, le spese di restituzione ed ogni altra eventuale spesa in cui essa sia incorsa a causa della mancata consegna dovuta all’assenza del destinatario che verranno, in ogni caso, quantificate dalla stessa SEV.

14.4 Il Venditore non si assume alcuna responsabilità per il ritardo nella consegna delle merci, causati da malfunzionamenti del servizio postale e/o del corriere e/o in caso di forza maggiore come eventi naturali, scioperi, congestione traffico e periodi di particolare picco.

14.5 Se i Prodotti consegnati non sono conformi a quanto ordinato per natura, qualità o quantità, l’utente ha facoltà di segnalare il difetto entro 14 (quattordici) giorni dalla ricezione del bene.

 

15. Consegna presso un punto di ritiro

15.1 A scelta dell’utente i Prodotti acquistati potranno essere consegnati presso uno dei punti di ritiro attivati dal Venditore (“Punto di ritiro” od, al plurale, “Punti di Ritiro”) indicati , nel dettaglio, all’indirizzo internet www.prealpina.it/contatti/pubblicita.

15.2 Ove l’utente intendesse selezionare la modalità di consegna prevista alla clausola 15.1 che precede, lo stesso, dovrà selezionare, durante la procedura di acquisto, l'opzione "Ritiro presso il Punto di Ritiro" e scegliere il Punto di Ritiro presso il quale desidera che sia effettuata la consegna. Per ogni Punto di Ritiro sono indicati l'indirizzo, il numero di telefono e gli orari di apertura.

15.3 Il Prodotto potrà essere ritirato dall’utente dal lunedì al venerdì, nell’orario di apertura del Punto di Ritiro, escluse le festività nazionali. In caso di ordine prepagato, per ritirare il Prodotto, l’utente dovrà fornire al personale del Punto di Ritiro il numero dell’Ordine di acquisto ed esibire, a richiesta, un documento di identità. In caso di Ordine con pagamento da effettuarsi al momento del ritiro presso il Punto di Ritiro, l’utente dovrà indicare il numero d’Ordine, fornire un documento di identità e provvedere al pagamento mediante una delle modalità indicate alla clausola n. 11. che precede. Qualora non possa provvedere al ritiro personalmente, l’utente potrà delegare un terzo per iscritto. La delega dovrà essere accompagnata dalla copia del documento d’identità dell’utente medesimo e del soggetto delegato, nonché contenere l’indicazione del numero dell’ordine di acquisto.

15.4 L’utente ha l'obbligo di ritirare il Prodotto entro 7 (sette) giorni dalla ricezione della Conferma d’Ordine. Qualora l’utente non adempia a tale obbligo, il Contratto potrà intendersi risolto di diritto, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 1456 c.c.. Per effetto della risoluzione l'Ordine sarà, quindi, annullato e SEV procederà al rimborso dell'Importo Complessivo Dovuto, se già pagato dall’utente.

 

16. Diritto di recesso

16.1 Le vendite di prodotti via Internet sono disciplinate dal D.Lgs 206/2005 (Codice del Consumo) e dal D.Lgs 21 febbraio 2014, n. 21, che attua la Direttiva 2011/83/UE sui diritti dei Consumatori.

L’utente ha il diritto di recedere dal Contratto, restituendo il Prodotto acquistato ed ottenendo il rimborso dell’intera spesa sostenuta.

Nel caso di acquisto di beni, il Consumatore dispone di un periodo di 14 (quattordici) giorni decorrenti dal momento in cui acquisisce il possesso fisico del bene.

16.2 L’utente potrà esercitare il diritto di recesso inviando a SEV, prima della scadenza del termine per il recesso, una comunicazione scritta ed esplicita, indicando, come riferimento, il numero d'Ordine riportato nella Conferma d’Ordine). L'indirizzo per la comunicazione è: SEV S.p.a., Via Tamagno, 13, (21100) Varese, oppure via e-mail all’indirizzo abbonamenti@prealpina.it.

16.3 Ai sensi dell’art. 55, secondo comma, del Codice del Consumo, l’utente non avrà diritto di recesso nei seguenti casi:

i) contratto di servizi dopo la completa prestazione del servizio se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso dell’utente e con l’accettazione della perdita del diritto di recesso a seguito della piena esecuzione del contratto da parte di SEV;

ii) fornitura di beni o servizi il cui prezzo è legato a fluttuazioni nel mercato finanziario che il professionista non è in grado di controllare e che possono verificarsi durante il periodo di recesso;

ii) fornitura di prodotti confezionati su misura o personalizzati;

iii) prodotti che per loro stessa natura, non possono essere rispediti o rischiano di deteriorarsi od alterarsi rapidamente;

iv) fornitura di beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna;

v) la fornitura di registrazioni audio o video sigillate o di software informatici sigillati che sono stati aperti dopo la consegna;

vii) la fornitura di giornali, periodici e riviste ad eccezione dei contratti di abbonamento per la fornitura di tali pubblicazioni;

vi) fornitura di contenuto digitale (audiovisivo o software) mediante un supporto non materiale se l’esecuzione è iniziata. Con l’invio dell’Ordine l’utente dichiara di avere preso atto della presente clausola e dichiara di acconsentire, in tal caso, alla perdita del diritto di recesso.

16.4 Il diritto di recesso, inoltre, non può essere esercitato dall’utente qualora il prodotto non sia integro, ovvero:

- in mancanza dell’imballo originale;

- in assenza di elementi integranti del prodotto;

- per danneggiamento del prodotto causato dall’utente.

 

17. Restituzione dei Prodotti.

17.1 Per restituire i Prodotti a seguito dell’esercizio del diritto di recesso l’utente ha tempo 14 (quattordici) giorni dalla consegna del prodotto per contattare il servizio clienti per aprire la procedura del reso.

17.2 Il servizio clienti organizzerà la procedura del reso, che dovrà essere spedito dall’utente a SEV S.p.a. – ufficio abbonamenti, Via Tamagno, 13, (21100) Varese.

17.3 I Prodotti devono essere restituiti adeguatamente tutelati nella loro confezione originale, in perfette condizioni per la rivendita (non usurati, danneggiati o sporcati dall’utente). I costi ed i rischi legati alla restituzione dei Prodotti sono a carico del mittente.

17.4 I rimborsi saranno effettuati entro 14 (quattordici) giorni dal ricevimento della merce dal Venditore, previa comunicazione IBAN dell’utente. Il rimborso comprende il prezzo di acquisto dei prodotti ordinati e delle spese di spedizione sostenute, con l'eccezione delle spese di spedizione per la restituzione del Prodotto, che rimangono di competenza dell’utente. Il rimborso sarà effettuato mediante accredito sul conto bancario dell’utente.

 

18. Responsabilità.

18.1 Le fotografie ed i testi dei Prodotti presenti sul Sito sono a puro titolo esemplificativo e potrebbero essere difformi dai Prodotti medesimi o modificate senza alcun preavviso. Di conseguenza SEV non può essere ritenuta responsabile per eventuali errori derivanti da queste immagini o testi illustrativi.

18.2 SEV non può essere ritenuta comunque responsabile per violazione del presente Contratto in caso di mancanza od indisponibilità del Prodotto in ragione di cause di forza maggiore, guasti, interruzioni o sciopero totale o parziale dei servizi postali e trasporti e/o delle telecomunicazioni.

 

19. Proprietà intellettuale

19.1 Tutte le informazioni riportate sul Sito, tutti i marchi riprodotti nel Sito, tutti i programmi e/o tecnologie previste in relazione ai Prodotti e, più in generale, tutto o parte del Sito stesso, sono riservati e protetti. È vietato riprodurre marchi e loghi in uso dal Sito: l’utente inoltre s’impegna a non copiare, modificare, tradurre, riprodurre, diffondere, vendere, pubblicare, valorizzare e diffondere in altro modo in un formato diverso in forma elettronica o di altro tipo in tutto o in parte le informazioni (anche parziali) presenti sul Sito.

 

20. Privacy

20.1 I dati comunicati dall’utente necessari all’esecuzione del Contratto sono trattati in conformità alle disposizioni del D.Lgs. n. 196/2003 in materia di “Protezione dei dati personali”. Conformemente all'impegno ed alla cura che SEV dedica alla tutela dei dati personali, l’utente viene informato sulle modalità, finalità e ambito di comunicazione e diffusione dei Suoi dati personali e sui suoi diritti, in conformità all'art. 13 del D.Lgs. n. 196/2003.

20.2 Per offrire all’utente servizi personalizzati previsti dal Sito e in qualità del titolare del trattamento, SEV deve trattare alcuni dati identificativi per l'Erogazione del Servizio. In particolare i dati sono Dati di Navigazione, Cookies e Dati personali. Per ulteriori informazioni al riguardo consulta la sezione "Dati e Privacy" presente sul Sito.

 

21. Giurisdizione e Foro competente.

21.1 Il Contratto è soggetto al diritto italiano e la lingua del presente Contratto è la lingua italiana.

21.2 In caso di controversia il Foro competente è quello di Varese. Tuttavia, qualora l’utente dovesse rivestire la qualità di Consumatore, ai sensi delle disposizioni in materia di consumo e della disposizione di cui all’art. 1469 bis c.c., il Foro competente è quello del luogo in cui l’utente risiede.

 

21. Servizio Clienti.

21.1 Per qualsiasi informazione relativa all’Ordine inviare una e-mail a abbonamenti@prealpina.it, indicando come oggetto dell'e-mail il tipo di richiesta (per esempio: "problema tecnico"), utilizzando il proprio indirizzo e-mail di registrazione e spiegando brevemente il problema.

21.2 Tali riferimenti non sono utilizzabili per ordinare i prodotti del Sito.