IL LEGAME COL VARESOTTO
Liliana Segre ragazzina a Castellanza: i ricordi e la cittadinanza onoraria
La donna simbolo della lotta a ogni oppressione si nascondeva, che si nascondeva a Legnano col cognome Cherubini, era spesso ospite a Villa Cerini

Quella di domani sarà una Festa della Liberazione speciale per il Varesotto: in virtù del legame della senatrice Liliana Segre col territorio di Castellanza e Legnano, dove si era nascosta per sfuggire ai rastrellamenti degli ebrei, il sindaco castellanzese Mirella Cerini le ha conferito la cittadinanza onoraria. «In segno di riconoscenza e ammirazione per il suo impegno instancabile di testimone della Shoah e il suo messaggio contro l’odio e l’indifferenza», si legge sulla targa che - nell’impossibilità di ospitare la senatrice per i suoi numerosi impegni - è stata inviata alla sua segreteria a Palazzo Giustiniani a Roma.
VILLA BONECCHI
Si narra della ragazzina Liliana Segre che, su un calesse, di tanto in tanto veniva accompagnata da Legnano a fare un giro sulle strade di Castellanza. Ma la storica locale Andreina Passoni, autrice di diversi volumi sulla storia e sui personaggi di Castellanza, la ritiene più una leggenda popolare che realtà: «Che venisse nella nostra città con un calesse ho forti dubbi - puntualizza - ma fu ospite della famiglia dei Cerini, amici dei Civelli». Era il periodo di poco precedente la cattura della Segre, quando era ospite in una casa di Legnano posta sul confine con Castellanza. Era Villa Bonecchi, dove abitava la famiglia di Paolo Civelli e Fulvia Cherubini, nipoti dei Bonecchi, a loro volta suoceri del Visconte Leonardo Cerini di Castellanza. Per circa tre mesi la senatrice visse fra le stanze di questa dimora con un grande parco, ora sede della scuola materna Santa Teresa del Bambin Gesù.
LA TESTIMONIANZA
Secondo quanto raccontato più volte dalla nuora del Visconte Cerini, Wilma Minotti, per scappare dalle perquisizioni Liliana percorreva una stradina che conduceva alla Villa Cerini di Castellanza. A Villa Bonecchi la Segre, all’epoca tredicenne, visse nascosta con il nome di Liliana Cherubini dal settembre 1943, prima del suo tentativo di fuga in Svizzera col padre e due anziani cugini. All’epoca era una casa importante, conosciuta non solo nel Legnanese ma anche nel capoluogo lombardo: Liliana e i suoi familiari erano stati accolti qui mentre scappavano da Milano dopo che erano entrate in vigore le leggi razziali. Seguirono la cattura e poi della deportazione ad Auschwitz.
CONFERENZA ALLA LIUC
Claudio Caldiroli, assessore di Castellanza che ha eseguito ricerche storiche sulla presenza di Liliana Segre in città, racconta: «Partecipai a una delle prime conferenze tenute dalla senatrice all’Università Liuc. Era il 21 aprile 1997 e da poco aveva iniziato ad andare negli atenei e nelle scuole portando la sua testimonianza di vita nel campo di concentramento di Auschwitz: parlò agli studenti e alla cittadinanza in modo molto coinvolgente, raccontando della fuga, del periodo vissuto a Legnano e di quando veniva a Castellanza dalla famiglia Cerini, stando nel parco e nel maneggio del Visconte. Storie che ripeterà per molti anni a migliaia di ragazzi, testimoniando cosa fu la guerra e quale condizione avessero vissuto gli ebrei.
MOSTRA E CONFERENZA
In occasione delle iniziative dedicate al 25 aprile, a Castellanza, oltre alla cerimonia istituzionale, si terrà una conferenza che aiuterà a collegare i valori della Resistenza con l’impegno di quanti oggi si prodigano per la democrazia in Myanmar: l’appuntamento è per il 27 aprile (ore 21) in biblioteca civica. In biblioteca, inoltre, si può visitare la mostra “L’Archivio comunale racconta. 1943: guerra, occupazione, fame e voci di libertà”, allestita dall’Anpi con l’assessorato alla Cultura.
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