CARTELLE PAZZE
L’Inps gela i frontalieri
«Dovete rimborsare le indennità per la disoccupazione

A sei anni di distanza da quanto viene contestato, continuano ad arrivare ad alcuni frontalieri varesini delle lettere dell’Inps in cui si chiede il rimborso della disoccupazione percepita dall’Istituto nazionale della previdenza sociale.
Nell’ultimo caso segnalato da un nostro lettore si intima di pagare seimila euro che, secondo l’ente nazionale, non spettavano al lavoratore.
La cifra risale al 2012, quando il frontaliere perse il lavoro, andando in disoccupazione e percependo il 50% dello stipendio.
In un secondo tempo la cifra venne rimodulata da 2.000 a 900 euro al mese e l’italiano ricevette dieci mesi di ammortizzatore sociale al posto dei dodici che, inizialmente, erano previsti. E, ora, sei anni dopo, si chiede indietro il malloppo. Perché?
Certe “cartelle pazze” erano emerse già negli anni scorsi.
Alcuni frontalieri fecero ricorso, vincendolo ma, evidentemente, l’Inps non demorde. E forse cerca di raggranellare qualche soldo in vista delle difficoltà sottolineate dal presidente Tito Boeri in caso di passaggio della riforma delle pensioni a “quota cento”. pensata dal governo.
Come spiegato, secondo il sindacato Ocst, si tratta di «uno scheletro che riemerge dall’armadio, e fa davvero rabbrividire».
Dopo tanti anni dal «blocco delle indennità speciali di disoccupazione per frontalieri (legge 147/97, ndr), l’Inps ha deciso di chiedere il rimborso ai lavoratori che percepirono il relativo sussidio tra il maggio e l’agosto del 2012. Gli importi in certi casi sono davvero cospicui, anche di parecchie migliaia di euro».
Senza dimenticare che l’Inps, nel 2012, si è già intascata un fondo di 200 milioni di euro di soldi versati dai frontalieri per la loro disoccupazione senza che nessun esponente della politica battesse ciglio.
«Infine - concludono da Ocst - con gusto perverso, ora si attaccano i disoccupati chiedendo indietro altre migliaia di euro. Non ci sono parole per descrivere il comportamento dell’Inps».
Il sistema precedente, invece venne avviato nel 1997 quando, «grazie al lavoro dei sindacati di frontiera - spiegano ancora da Ocst - si ottenne in Italia una legge specifica che garantiva un’indennità di disoccupazione speciale per i lavoratori frontalieri. Essa prevedeva una rendita della durata di 12 mesi con importi pari al 50% dell’ultimo stipendio. Le indennità erano a costo zero per lo Stato italiano, in quanto all’epoca la Svizzera, in virtù di uno specifico accordo bilaterale, era tenuta a rimborsare all’Italia gran parte dei contributi pagati dai frontalieri per l’assicurazione disoccupazione. La legge andò avanti a pieno regime per circa quindici anni. Poi nel 2012, a causa della cessazione dell’accordo bilaterale, si bloccarono i rimborsi dalla Svizzera».
E oggi, a distanza di sei anni, il pasticcio non è ancora stato risolto.
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