A SPADA TRATTA
Lo sfogo di un’ostetrica di Busto
«Nel Varesotto non esiste solo il punto nascita dell’Asst Sette Laghi».

«Ho avuto modo di leggere il vostro articolo del giorno 01/01/2024 in cui avete presentato l’operato dell’Asst Sette Laghi. Le scrivo in quanto ostetrica formata presso l’Università degli Studi dell’Insubria e specializzata all’Università degli Studi di Milano che vorrebbe portare a conoscenza anche gli altri Punti Nascita della provincia di Varese, come il Presidio di Busto Arsizio dove lavoro, che contribuiscono all’evento nascita con la stessa passione, dedizione, capacità e determinazione, ma di cui a volte si dimentica l’esistenza. Come me tante professioniste ostetriche e tanti medici e altre figure professionali presenti nel nostro dipartimento materno-infantile hanno compiuto studi e tirocini, ma anche esperienze lavorative all’Ospedale del Ponte che ci hanno permesso di acquisire le conoscenze e le competenze che ora applichiamo nella nostra realtà».
Inizia così la lettera sfogo di Chiara, un’ostetrica dell’ospedale di Busto, al nostro direttore Silvestro Pascarella, per ribadire la bontà della squadra di cui fa parte nell’ospedale bustocco.
«L’assistenza, sia nell’accompagnamento alla gravidanza sia al parto e al post partum/puerperio per donne e neonati, deve essere modulata nel rispetto della sua natura fisiologica, sapendo eventualmente cogliere e individuare la patologia da indirizzare a strutture adeguate. In tal senso la nostra équipe mira a favorire il rispetto della gravidanza e dell’evento nascita come processi naturali, potenziando le competenze e l’autonomia della donna, tramite l’utilizzo di cure rispettose e interventi non invasivi durante la nascita ed evitando interventi assistenziali inappropriati rispetto all’evoluzione naturale del percorso, ma assicura anche standard di appropriatezza e sicurezza in caso di patologie o di emergenze. Presso la nostra struttura la donna viene accolta e accompagnata durante tutte le fasi della gravidanza, da quelle più iniziali fino alle delicate fasi di avvio dell'allattamento, nel rispetto della fisiologia e dei suoi desideri con la possibilità di gestire le diverse esigenze che emergono nei singoli casi. L’organizzazione dell’assistenza segue un’ottica olistica e di presa in carico della donna e della coppia nella sua globalità mirando all’umanizzazione del percorso nascita, ma si basa anche sull’identificazione di fattori di rischio per il precoce riconoscimento e il tempestivo trattamento delle condizioni patologiche.
L’Oms esprime bene la naturalità del percorso nascita che intendiamo noi raccomandando che “l’assistenza al percorso nascita garantisca una mamma e un bambino in perfetta salute con il livello di cure più basso possibile compatibilmente con la sicurezza”. Per quest’anno mi auguro che noi operatori coinvolti nell’evento nascita come attori secondari e non protagonisti sappiamo e vogliamo vegliare al mantenimento delle condizioni ottimali affinché madre e figlio possano prosperare, garantendo loro un’esperienza di nascita positiva. Ricordandoci che un bambino non lo fa nascere il dottore e nemmeno l’ostetrica, lo fa nascere la sua mamma».
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