CONVALIDATO IL FERMO
Lo sparatore di Castiglione Olona resta in carcere
L’uomo è prostrato e si avvalso della facoltà di non rispondere

Martedì compirà 74 anni in carcere Nino Zedda, l’ex barbiere che giovedì pomeriggio ha sparato un colpo di pistola contro un ex collega di 66 anni, colpendolo all’addome, fuori da un bar di Castiglione Olona, in via Volta. Ieri, sabato 31 luglio, il giudice per le indagini preliminari di Varese Giuseppe Fertitta ha infatti convalidato il fermo di Zedda per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e ha disposto per lui la custodia cautelare in carcere. L’anziano ha partecipato in videoconferenza dal carcere dei Miogni all’udienza di convalida, ma non ha aperto bocca perché si è avvalso della facoltà di non rispondere. «È molto turbato e confuso dopo quello che è accaduto, e anche molto dispiaciuto - ha spiegato subito dopo il suo difensore, l’avvocato Francesca Panajia -. Per questo abbiamo ritenuto che in questa fase fosse meglio che non rispondesse alle domande del gip. Quando si sarà ripreso e non sarà più tanto prostrato, chiederemo di essere interrogati dal pubblico ministero e Zedda chiarirà ogni aspetto della vicenda, anche rispetto alla pistola che ha usato per l’aggressione. La nostra non è una strategia processuale e non è nemmeno conseguenza di una volontà del mio cliente di sottrarsi alle sue responsabilità. È davvero in uno stato non adatto a un interrogatorio».
In ogni caso l’avvocato Panajia aveva chiesto al gip Fertitta la concessione degli arresti domiciliari, considerate l’età avanzata del fermato e anche la sua condizione di invalidità dal punto di vista fisico, ma il magistrato ha ritenuto che sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, tali da rendere necessario appunto il carcere.
Il difensore riferisce che fino all’altro giorno Zedda era universalmente considerato a Castiglione Olona una bravissima persona, motivo per cui oggi tanti sono increduli davanti a quello che è accaduto. Ha un solo precedente, una condanna per omicidio colposo che risale a una dozzina di anni fa, conseguenza di un incidente stradale in cui era morto un ciclista, ma si tratta chiaramente di qualcosa di completamente diverso rispetto a un atto violento volontario come quello di giovedì. Restano quindi ancora da chiarire sia la provenienza dell’arma, un cimelio senza matricola portato in giro abusivamente, sia le cause dell’aggressione. Zedda è in pensione da tempo e il rancore nei confronti della vittima sarebbe stato determinato da questioni economico-lavorative, pare contributi non versati, risalenti però a parecchi anni. E non ci sarebbe stato nemmeno un evento scatenante recente.
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