VOGLIA DI PROTAGONISMO
Fa il «bauscia», finisce nei guai
In un video aveva detto di essersi finto infermiere per non prendere la multa, ma non era vero
In un pomeriggio è diventato la star del web, con quel video in cui si beava di avere ingannato i carabinieri raccontando di essere un infermiere con venti ore di servizio sulle spalle. La figlia gliel’ha detto: «Papà, nemmeno la Ferragni fa così tante visualizzazioni».
E Marcello Limongi entra subito nel personaggio: «Rilascio interviste solo a pagamento, visto che sono stato sputtanato ingiustamente, almeno cerco di rifarmi».
In realtà la sua versione dei fatti è ormai circolata ovunque: punto primo, pare non ci sia alcuna denuncia a differenza di quanto scritto domenica sui vari siti internet. O almeno ciò al momento non risulta. Riassumendo la puntata precedente: nel video postato su Facebook, il piastrellista di origini lonatesi raccontava di un posto di blocco a Turbigo dal quale sarebbe passato indenne spacciandosi per angelo di una sanità massacrata dal coronavirus, guadagnandosi anche il saluto militare e i complimenti per il lavoro eroico svolto dalla sua categoria. «Avevo pure bevuto», rideva.
Qualcuno avrebbe segnalato il fatto ai carabinieri e questi avrebbero subito proceduto con la denuncia. Ma a quanto pare quel posto di blocco non c’è mai stato. Limongi avrebbe girato il video inventandosi l’avventura di sana pianta, solo per vanteria, per accreditarsi agli occhi degli amici come uno capace di bravate e di sbeffeggi alle forze dell’ordine. Avrebbe poi inviato il filmato ad alcuni conoscenti e tra loro qualcuno lo avrebbe pubblicato sui social network. Risultato? Stando a quanto trapela in via riservata, i militari delle stazioni di Turbigo e Castano Primo, dopo averlo visto, avrebbero innanzitutto verificato se il controllo al lonatese fosse stato davvero effettuato. A quanto pare no, quindi avrebbero convocato il piastrellista negli uffici per chiarire la questione. «Era solo uno scherzo, una goliardata fatta ai miei amici, non sono stato io a metterlo su Facebook», si sarebbe giustificato. Sarà vero? O è solo un tentativo di cavarsela senza denunce? Rischia comunque qualcosa a livello penale? È una valutazione che dovranno vagliare i militari. Intanto ieri, lunedì 20 aprile, a detta sua molte testate lo avrebbero contattato per un’intervista. A tutti avrebbe risposto la stessa cosa: monetizziamo. Pare non lo abbia contattato Barbara D’Urso, ma lui quella telefonata se l’aspetta. In compenso ha incassato non pochi insulti dal popolo social.
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