’NDRANGHETA
Krimisa, processo a Busto
Lo ha deciso il collegio giudicante di Milano per competenza territoriale

La ‘ndrangheta sarà pure un franchising con una azienda madre lombarda e affiliazioni sparse, come sostenuto dal pubblico ministero della Dda Alessandra Cerreti.
Ma fatti e misfatti della cosca lonato-legnanese devono essere valutati dal tribunale di competenza territoriale. Dunque il processo dibattimentale per gli imputati finiti nell’operazione Krimisa arriverà a Busto Arsizio, così come chiesto dagli avvocati Francesca Cramis, Alberto Arrigoni e dai difensori degli altri sette che non hanno scelto riti alternativi.
Lo ha deciso ieri il collegio giudicante di Milano.
A gennaio invece gli altri ventisette associati alla ‘ndrina che ha radici a Cirò Marina compariranno davanti al gup Anna Magelli Vincenzo per essere giudicati con rito abbreviato. Il calendario prevede udienze fino alla fine di marzo. Tra gli imputati, Vincenzo Rispoli, il figlio Alfonso, l’ormai pentito Emanuele De Castro, il figlio Salvatore (altrettanto collaborativo con gli inquirenti), l’ex consigliere di Fratelli d’Italia Enzo Misiano, Mario Filippelli, Giuseppe Bevilacqua, difesi da Lucia Corigliano, Michele D’Agostino, Antonio D’Amelio, Adriana Fiormonti e Tiberio Massironi.
Intanto è confermata la scelta di Rispoli - arrestato a maggio per il concorso nell’omicidio di Cataldo Aloisio e considerato al vertice della locale - di affrontare la corte d’assise.
Il processo, che nulla ha a che vedere con l’operazione Krimisa, partirà a febbraio a Busto Arsizio ed è quasi certo che gli imputati parteciperanno in video conferenza. «Alla luce di tutti gli elementi e le sentenze definitive raccolti», ha evidenziato il pm Cerreti nella sua memoria, «non possono esserci dubbi sulla appartenenza della locale di Lonate-Legnano alla sovraordinata Lombardia».
Gli atti sono stati tuttavia trasmessi a Busto, ora il tribunale dovrà formare il collegio e decidere la data di apertura del procedimento.
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