NUOVO SOGGETTO
«Bocciamo AlpTransit»
Doppio comitato: «Vogliamo dare voce al territorio»

Nei prossimi giorni sarà protocollato nei rispettivi Comuni lo statuto dei Comitati uniti Luino-Ispra per la nascita del gruppo “Bocciamo AlpTransit”.
Da tempo i cittadini di entrambe le aree del lago Maggiore svolgono riunioni per calibrare programma, finalità, attività da perseguire sul territorio e giusta comunicazione del comitato. Già, perché lo scandiscono da subito - nonostante il nome “muscolare” - «non nasciamo con lo scopo di contestare le finalità del progetto che vede lo spostamento di merci da gomma a ferro. Ci rendiamo portavoce delle istanze delle comunità coinvolte dall’attraversamento di AlpTransit - spiegano - affinché le istituzioni e Rfi ricerchino tratte ferroviarie alternative che abbiano maggiore capacità di supportare peso e lunghezza dei convogli allo scopo di prevenire dissesti idrogeologici su zone, la cui conformazione e conseguente fragilità del terreno, potrebbero essere a rischio smottamenti e frane».
A presiedere il comitato è Valeria Squitieri di Luino, vicepresidente è Cristina Codenotti del comitato di Ispra. Luino, Colmegna, Laveno, Ispra, Castelveccana, Porto Valtravaglia, Maccagno, per menzionarne alcune, sono aree interessate dall’attraversamento lungo il binario unico di un numero importante di treni merci che crescerà ancora il prossimo anno, con l’entrata in funzione della seconda galleria di base del Ceneri, in Ticino. «Il Comitato - chiosano- invita a riflettere sul fatto che il territorio del lago Maggiore e dintorni conta numerosi luoghi dichiarati Patrimonio dell’umanità dall’Unesco che, come autorità culturale internazionale, promuove e protegge beni di “eccezionale valore universale” e, nella fattispecie, la denominata “Costa fiorita” è proprio un’area all’interno della quale tutte le attività, economiche e non, dovrebbero essere svolte con un occhio allo sviluppo economico ed un occhio all’ambiente».
Indiranno manifestazioni per informare le persone, promuovere tavoli con tecnici con Rfi e istituzioni in spirito collaborativo, non certo come forma di No Tav o No AlpTransit, portando avanti iniziative per dimostrare quella che loro definiscono «la pericolosità del passaggio di questa grande opera sul nostro delicato territorio assolutamente inidoneo a ricevere una infrastruttura di tale portata a danno del turismo, del commercio e della sicurezza della cittadinanza».
Il neo comitato spiega di essersi formato anche per la «crescente sfiducia dell’operato delle istituzioni». Citano il problema del rumore dovuto al passaggio dei treni: «È stata pubblicamente garantita l’intenzione di mitigare gli effetti negativi sulla popolazione, causati dal forte aumento di traffico apportato da AlpTransit, cui non è seguito nessun riscontro reale sul territorio».
Desiderano informare, partecipare a procedure amministrative pianificatorie, progettuali e di valutazione ambientale. Aspirano a tutelare l’attività e la mobilità degli interessi economici come la riduzione del valore commerciale delle abitazioni confinanti con la ferrovia e il danno procurato alle attività commerciali, collaborare con altri comitati e procedere a raccolte firme se necessario, fare da pungolo infine alla politica che, secondo loro, ha subito passivamente decisioni prese anni addietro.
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