CORONAVIRUS
Fondazione Comi sotto assedio
Il Covid dilaga e i positivi sono 140. Nessuno, tra anziani e personale, è grave, ma mancano medici e infermieri
La Fondazione Monsignor Comi di Luino, dopo la preoccupazione espressa in consiglio comunale dal sindaco Enrico Bianchi, ha voluto informare la cittadinanza sulla situazione reale, sui numeri dei contagi che riguardano la residenza per anziani con un’impennata dai primi di novembre. Tra ospiti, medici, infermieri ed operatrici il numero nella serata di martedì 1° dicembre infatti di oltre 140 unità: 80 positivi tra gli ospiti, di cui 73 in quella solitamente denominata “struttura protetta” e 7 nella casa albergo che rimangono nell’area Covid che è stata creata già in primavera, mentre 62 è il numero che investe il personale sanitario.
Numeri alti, importanti, anche se, come comunicato dal vicepresidente Alberto Frigerio, nessuno per ora versa in condizioni serie: taluni sono asintomatici, altri hanno qualche linea di febbre e qualche altro sintomo, pochi con l’ossigeno - ma non in termini drammatici - e fino ad ora ben gestiti.
«Al momento - spiega il rappresentante della Fondazione - siamo in grado di garantire tutta l’assistenza necessaria e se la cosa dovesse peggiorare, di volta in volta abbiamo previsto con un piano organizzativo gestionale piuttosto importante gli step successivi in funzione delle necessità. Al momento gli ospiti positivi sono in buone condizioni, grazie anche al lavoro del personale che è encomiabile. Tutti stanno dando l’anima anche se non nascondo che stiamo cercando nuove figure con mille difficoltà per dare un po’ di respiro a chi sta lavorando in questo periodo ed abbiamo già assunto un nuovo medico».
Frigerio spiega che a disposizione dei dipendenti, qualora fosse necessario, ci sono anche delle camere grazie alla disponibilità manifestata dall’Hotel Internazionale. Sulle motivazioni di un contagio così diffuso, ritiene che sia stato fatto tutto il necessario: alla fine questo virus è un po’ come l’acqua, si insinua dappertutto. Ricorda quanto fatto nella prima ondata quando il Covid è rimasto fuori dalla porta della struttura luinese grazie al piano organizzativo che, rinforzato, è il medesimo di allora. «La nostra emergenza ora - spiegano dalla Rsa luinese - è di trovare il personale disposto a venire qui dall’esterno, lo accoglieremmo molto volentieri. Noi fino ad ora abbiamo fatto di tutto per dotare il personale di tutte le protezioni necessarie. Stiamo facendo di tutto per garantire la salute dei nostri ospiti e dei nostri dipendenti: abbiamo anche il nostro comitato interno Covid-19 che si riunisce tutti i giorni e verifica la situazione».
Le rassicurazioni del vicepresidente su quanto davvero si sta facendo a Luino per curare tutti nonostante la pressione che colpisce i sanitari fa il paio con quanto dicono diversi familiari. Che confidano nel lavoro di medici e infermieri locali, ma chiedono alla Regione e alla Ats di inviare personale perché «qui sono allo stremo».
© Riproduzione Riservata