TRIBUNALE
«Mi ha sfregiata»: l’accusa alla giovane influencer
La testimonianza di una 23enne dopo la presunta aggressione avvenuta a Luino. Ma la difesa sostiene un’altra versione

Una disputa per un ragazzo. Minacce via TikTok. E una sera di giugno di due anni fa un doppio scontro fisico appena fuori da un locale di Luino, con la seconda presunta aggressione dalle conseguenze molto gravi: uno sfregio permanente del viso provocato da cocci di bottiglia. È la vicenda di cui si sta occupando il Tribunale di Varese in composizione collegiale presieduto da Cesare Tacconi. Sul banco degli imputati una ventenne influencer difesa dall’avvocato Corrado Viazzo.
LA TESTIMONIANZA
E ieri per l’apertura del dibattimento c’è stata la testimonianza della sua presunta vittima, una ragazza di 23 anni che si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Milena Ruffini. La giovane, rispondendo alle domande del pm Lorenzo Dalla Palma e dei legali, si è commossa, spiegando che da quella sera prova «ansia» e «sfiducia nei confronti del mondo». E al presidente Tacconi e ai giudici a latere ha mostrato da vicino il segno che ha sul viso, vicino a un orecchio, un’ombra bianca che interrompe la superficie liscia della pelle.
L’INCONTRO
Cosa successe quella sera di giugno del 2022? La parte civile ha spiegato che si trovò con un gruppo di amici in un locale di Luino, dove casualmente incontrò l’imputata. Le due ragazze non erano amiche e i rapporti tra loro erano tesi a causa di un uomo, con il quale la prima – ha spiegato – aveva intrecciato di nuovo una relazione dopo un periodo di pausa, vissuto da lui insieme all’altra. C’erano state anche «false voci» e per questo la parte civile avrebbe cercato di parlare con la rivale per chiarire la situazione, pur non essendo granché lucida, dato che aveva bevuto «tre superalcolici» e aveva fumato «uno spinello». A quel punto ci fu il primo contatto fisico: «Mi prese per un braccio e non mi lasciava – ha riferito la presunta vittima – e mi diede anche uno schiaffo».
L’AGGRESSIONE PIU’ GRAVE
Dopo l’intervento di alcuni ragazzi che separarono le due rivali, la cosa sembra finita lì e invece, pochi minuti dopo, ecco l’aggressione più grave: «Quella ragazza tornò ad attaccarmi – ha spiegato la testimone – dopo avermi minacciato di morte. Cademmo a terra, io sulla schiena, e ricordo che avevo le braccia bloccate, sentivo colpi al petto e al viso e calci su altre parti del corpo. Quando mi rialzai ero piena di sangue».
LE RICOSTRUZIONI DIFFERENTI
La parte civile ha riferito che dopo il primo scontro aveva spaccato una bottiglia di birra «per la rabbia» e che i cocci erano rimasti a terra. La difesa punta a dimostrare che è impossibile attribuire la paternità dell’aggressione alla sola influencer, anche per lo stato confusionale dell’altra, e che i tagli su viso e petto ci sarebbero stati a causa dei cocci di bottiglia già a terra. Ma la presunta vittima ieri non ha avuto dubbi: «Non mi sono tagliata cadendo perché sono caduta a terra sulla schiena».
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