L’ACCUSA
«Volevo solo dargli una lezione»
Spara al genero: «Ho agito in difesa di mia figlia maltrattata»
«Volevo solo dargli una lezione. Non ho cercato di sparargli in testa, ho mirato alle gambe per fargli paura». Ieri, difeso dall’avvocato Corrado Viazzo, Cosimo Benenati si è difeso davanti al gip dall’accusa del tentato omicidio dell’ex genero.
L’episodio risale al tardo pomeriggio dell’11 febbraio. L’indagato ha fin da subito sostenuto di aver agito in tutela della figlia, vittima dei maltrattamenti del compagno marocchino. L’avvocato Viazzo è in possesso di una denuncia che la donna sporse a settembre del 2017, dopo sei anni di convivenza con il padre dei suoi tre figli.
«Ieri è rincasato in ritardo e alle mie rimostranze mi ha aggredita costringendomi nel letto, tirandomi i capelli e sferrandomi varie sberle. Io ho dovuto tacere nell’interesse dei bambini. Questa sera è tornato più ubriaco del solito e mi ha presa a schiaffi per l’ennesima volta», raccontò ai carabinieri.
I rapporti tra loro non fecero che deteriorarsi, fino a quando la trentunenne ha deciso di andarsene dalla casa popolare dell’Aler, chiedendo ospitalità ai suoi genitori. L’atteggiamento provocatorio però il marocchino a quanto pare lo avrebbe ancora tenuto. Il suocero non ne poteva più.
Lunedì, secondo la ricostruzione effettuata dalla procura di Varese, sarebbe sceso dall’auto poco lontano dal bar di Voldomino, sorprendendo il genero alle spalle.
«Ti ammazzo», gli avrebbe gridato e poi avrebbe sparato un primo colpo alla gamba sinistra e poi, una volta steso a terra, gli avrebbe tirato altri due proiettili, prendendolo di striscio alla manica destra del giubbotto, mentre il marocchino cercava di coprirsi il volto. Non pago, Cosimo si sarebbe avvicinato ancor di più al marocchino, puntandogli la pistola verso la testa.
La semiautomatica a quanto pare si sarebbe inceppata, tanto che l’indagato avrebbe scarellato perdendo una cartuccia inesplosa. E mentre il genero cercava di scappare avrebbe caricato ancora l’arma.
Questa almeno la versione fornita dalla vittima agli investigatori coordinati dal pubblico ministero Giulia Floris. A parere del pm, il gesto di Benenati sarebbe stato addirittura premeditato. Una considerazione che deduce da un post pubblicato quella mattina su Facebook, quando l’uomo augurò il buongiorno agli amici con un annuncio: «Stamattina Cosimo ha voglia di togliere un po’ di spazzatura umana in giro».
Ieri il cinquantatreenne originario di Barcellona Pozzo di Gotto, venditore ambulante di frutta siciliana, ha negato sia la premeditazione che la volontarietà dell’atto.
L’avvocato Viazzo ha chiesto la derubricazione del reato in lesione. Se il gip Giuseppe Fertitta dovesse accogliere l’istanza difensiva - ha quarantotto ore di tempo per decidere - Benenati potrebbe anche essere scarcerato. Ma la strada, vista la gravità delle contestazioni, sembra essere in salita.
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