VILLA PANZA
L’ululato di Bob Wilson

Bob Wilson è tornato a Varese. E ha fatto sentire il suo ululato. Il grande artista americano era a Villa Panza il 15 maggio per presentare «A winter fable», tratto dalla fiaba di Italo Calvino «Comare volpe e compare lupo»: un evento nell’ambito della mostra «Tales» che, curata da Anna Bernardini e Noah Khoshbin, da novembre ha richiamato migliaia di visitatori candidandosi ad essere la più gettonata di sempre nella dimora del Fai sul colle di Biumo.
Bob Wilson, 75 anni, nato in Texas, conosciuto nel mondo soprattutto come regista teatrale e drammaturgo, ha cominciato il suo intervento con i tre minuti di silenzio con cui già aveva stupito la platea all’inaugurazione di «Tales»: il silenzio è il viatico per capire le sue opere, guardarle, ascoltarle, percepire quei piccoli cambiamenti che trasformano una «normale» fotografia di Brad Pitt sotto la pioggia - per esempio - in un gesto artistico. Wilson ha poi parlato, citando Calvino, Socrate, Ezra Pound, Kleist, Baudelaire e John Cage, che con le sue «lezioni sul nulla» gli ha letteralmente cambiato la vita. Ha terminato con «Have a good day» e un bel sorriso, e ha abbracciato Giovanna Panza, la moglie del conte collezionista che era seduta in prima fila.
E l’ululato? Quello lo possono sentire tutti, è rimasto a Varese: è sua, di Wilson, la voce del lupo insanguinato nella nuova installazione che ha trovato posto nella rimessa delle carrozze. Dove resterà, entrando nella collezione permanente della villa: un dono dell’artista, come anche «A House for Giuseppe Panza», la piccola casa «hopperiana» di legno bianco che si trova nel giardino accanto al salone napoleonico. Se questa rappresenta l’amore per lo studio del conte collezionista, l’opera dedicata a Calvino significa il confronto tra classico e contemporaneo che si respira in ogni stanza della villa.
«Comare volpe e compare lupo» è una delle «Fiabe italiane» di Italo Calvino, che nel 1956 riscrisse per l’editore Einaudi i testi della tradizione: in questo caso scelse la versione in napoletano di un giovanissimo Benedetto Croce, che a 17 anni la sentì dalle lavandaie del Vomero e la raccontò in un testo molto musicale, che alla presentazione dell’opera è stato letto da Domenico Scarpa del Centro «Primo Levi» di Torino.
I personaggi della fiaba sono il lupo e la volpe, che «fecero il patto di dividere tutto quello che riuscivano a prendere», ma poi non lo mantennero per l’ingordigia del lupo, che rifiutò di spartire con la volpe l’agnello appena catturato, segnando così il proprio destino: tutti e tre gli animali sono insieme soggetti e oggetti di violazione, manipolazione e vendetta, in una storia che non ha e non vuole avere una morale. Dice Wilson: «Le favole sono fonte di ispirazione, dare un significato a questo lavoro limita la sua poesia e la possibilità di far nascere altre idee».
«A winter fable» si trova dopo un breve corridoio buio, in una grande stanza quadrata, anch’essa buia, dove compaiono i tre Video Portraits: a sinistra la volpe, al centro il lupo, a destra l’agnello. Tutti e tre sono rappresentati in un bosco bianco, dai colori invernali, in cui a un certo punto comincia a nevicare: noi vediamo gli animali che cambiano leggermente espressione, chiudono e riaprono gli occhi, strizzano le orecchie, facendo piccoli movimenti che idealmente uniscono i tre video in un percorso circolare del quale - nelle intenzioni dell’artista - deve entrare a far parte anche lo spettatore.
Il video dura sette minuti e mezzo ed è accompagnato da un sonoro: si sentono il vento, i rumori del bosco, uno sparo, l’ululato del lupo, che è stato interpretato appunto dallo stesso Bob Wilson. Un ritmo di lievi campanelli, come fosse un carillon, conduce alla canzone che racconta la fiaba in inglese con le voci del duo statunitense CocoRosie (le sorelle Bianca Leilani e Siera Rose Casady), che già nel 2013 aveva composto la musica dello spettacolo «Peter Pan» di Wilson a Berlino. Gli animali sono stati filmati dal vivo nello studio newyorchese dell’artista, come è avvenuto anche per «Ivory», la pantera nera già esposta tra le opere di «Tales». Ma mentre questa è ritratta senza artificio, il lupo, l’agnello e la volpe sono stati trasformati da veri a fiabeschi, e perciò sono forse ancora più veri.
Per il Fai, per Varese, per l’Italia questa è senza dubbio un grande regalo: Bob Wilson aveva già realizzato delle «House» in altri posti del mondo, ma mai aveva lavorato su una fiaba italiana. D’altro canto il luogo e la collezione lo hanno ispirato: «Questa villa è unica, non c’è nessun altro posto dove gli artisti americani si trovano a casa come qui. In queste stanze classiche c’è tanto spazio, come quando si guarda fuori dal finestrino dell’aereo». E ancora, sul classico: «Socrate diceva che i neonati nascono sapendo tutto e che apprendere significa scoprire ciò che già si sa. Molti definiscono il mio lavoro avanguardia, ma l’avanguardia per me è questo: riscoprire i classici, riscoprire quello che già c’è».
«Comare volpe e compare lupo» non è ancora finita: Bob Wilson è un perfezionista, fino all’ultimo ha tolto e aggiunto alla «House for Giuseppe Panza». Sappiamo che la nuova opera sarà completata dalla lettura di una parte del testo di Calvino, che è già stata provata da Isabella Rossellini ma che alla fine, probabilmente, registrerà lo stesso Bob Wilson con la sua voce. L’ululato e la fiaba dunque. Il lupo e l’agnello. Sempre lui. E alla fine, stando seduti in quella stanza ed entrando nel cerchio magico della storia, vi chiederete: ma chi sono io? Il lupo? L’agnello? La volpe?
«Robert Wilson for Villa Panza. Tales» - Varese, Villa Panza, piazza Litta 1, fino al 15 ottobre da martedì a domenica (e i lunedì festivi) ore 10-18, 13/8/6 euro, riduzioni soci Fai, info 0332.283960.
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