GIUSTIZIA
Macchi e Maldera: processi in attesa di pm
Dopo il pensionamento di Carmen Manfredda, non sono ancora stati nominati i rappresentanti della pubblica accusa nei due importanti processi

«Occorre portare pazienza ancora per una settimana o due».
Così, il neo avvocato generale al Palazzo di Giustizia di Milano, Nunzia Gatto, nominata dal Consiglio superiore della magistratura a ricoprire un posto tanto prestigioso quando nodale nella Procura generale del capoluogo lombardo (un incarico in precedenza affidato a Laura Bertolè Viale), parlando a proposito della nuova assegnazione dei fascicoli avocati relativi all’omicidio di Lidia Macchi e alla morte di Marisa Maldera, dopo il pensionamento del sostituto procuratore generale Carmen Manfredda.
«È ancora in corso l’interpello del procuratore generale. Il che significa che i magistrati che volessero proporsi per occuparsi dei due procedimenti hanno ancora qualche giorno per farlo. Dopo dovranno essere vagliate le candidature», ha puntualizzato la vice del pg milanese Roberto Alfonso.
Sempre a sentire la Procura generale della metropoli lombarda, il fatto che non sia ancora stata ufficializzata la nomina del titolari dei due fascicoli non inficia in nessun modo l’andamento dei due procedimenti. D’altronde, nel caso Macchi, si è già conclusa l’udienza preliminare con la decisione del gup varesino Anna Azzena di mandare a processo Stefano Binda, che a partire dal prossimo 12 aprile dovrà difendersi davanti alla Corte d’assise di Varese dall’accusa di aver violentato e ucciso con 29 coltellate la ventenne amica e militante di Cl, il cui corpo fu trovato nei boschi del Sass Pinì a Cittiglio. Lo stesso discorso vale, più o meno, anche per il fascicolo che fa luce sulla tragica fine della prima moglie di Giuseppe Piccolomo, la donna morta carbonizzata a seguito di uno “strano” incidente stradale a Caravate la sera del 20 febbraio 2003.
In questo caso, prima del suo addio, il sostituto pg Manfredda ha fatto depositare nella cancelleria del Tribunale di Varese la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del cosiddetto killer delle mani mozzate di Cocquio Trevisago (peraltro, manca ancora la data di fissazione dell’udienza preliminare).
In base all’imputazione, Piccolomo avrebbe somministrato dei barbiturici e poi mandato in fiamme di proposito l’auto in cui si trovava la consorte.
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