IN MANETTE
Busto, madre picchiata per 10 euro
Arrestato il figlio violento. «Mamma, scusa»

«Se non mi dai 10 euro ti uccido, questa volta te la faccio pagare davvero»: era dal 2019 che il ventunenne sottoponeva la madre a ricatti e minacce per mantenersi i vizi a cui non voleva rinunciare. Il 7 luglio ha fatto una sfuriata clamorosa, spaccando mobili e scagliando addosso alla quarantatreenne un ventilatore. La donna a quel punto ha preso la decisione che rinviava da troppo tempo, la più difficile ma forse l’unica che possa salvare quel figlio difficile: lo ha denunciato. È andata dai carabinieri e ha raccontato quel sopportava da due anni. Uscita dalla caserma è tornata a vivere dai suoi genitori per timore delle reazioni del ragazzo e per evitare un drastico peggioramento delle tensioni familiari. Venerdì il ventunenne è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Stefano Colombo. Ieri mattina, assistito dall’avvocato Milena Ruffini, il giovane ha affrontato l’interrogatorio in condizioni psicologiche a dir poco instabili. Piangeva disperato, continuava a chiedere perdono alla madre, alla quale a quanto pare avrebbe anche scritto una lettera, supplicava di essere mandato in una comunità. Ha insomma riconosciuto di abusare di stupefacenti, soprattutto di hashish e marijuana, anche se la richiesta continua di denaro potrebbe essere spia del consumo di sostanze più pesanti e quindi più costose.
La prepotenza con cui pretendeva i soldi rasentava l’estorsione. «Se avessi una pistola ti sparerei davvero», le ripeteva spesso dandole schiaffi e pugni. La donna cercava di non cedere ben sapendo che accontentandolo avrebbe comunque fatto il suo male. Ma davanti all’aggressività del figlio si arrendeva quasi sempre. E se non lo faceva lui la chiudeva fuori di casa, obbligandola a dormire altrove. Umiliazioni e violenza, questo era il clima in cui la quarantatreenne viveva. Ma certo non gioisce dell’arresto, confida solo che la misura possa incamminare il giovane sulla via della riabilitazione e della rieducazione. «Mi attiverò subito per individuare una comunità idonea alla situazione», ha assicurato l’avvocato Ruffini.
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