L’INTERVISTA
Maga, non più solo museo
L’assessore Peroni: «È il centro multiculturale della città. Dialogo con le scuole»

Cinque domande comuni per tutti e una specifica per ciascuno.
A tu per tu con ogni assessore della giunta di centrodestra guidata dal sindaco Andrea Cassani per sapere come è stato il 2017 nel proprio settore. Tocca a Isabella Peroni (Forza Italia), delegata a Cultura, Biblioteca, Musei, Teatri, Servizi educativi e Informagiovani, Istituto musicale di studi superiori G. Puccini.
Assessore Peroni, il 2017 è stato il primo, vero anno intero al comando di Palazzo Borghi per l’amministrazione di centrodestra. Non è mancata qualche turbolenza sia nella composizione della stessa giunta (due avvicendamenti) sia nella maggioranza (tensioni tra alleati). Dunque, come sono stati dal punto di vista dell’operatività questi dodici mesi per il suo settore?
«La cultura è trasversale e perciò la collaborazione in questo ultimo anno ha coinvolto tutti i settori dell’amministrazione. Ciò premesso, devo dire che l’operatività nel settore della pubblica istruzione è da ritenersi positiva. A tal proposito vorrei sottolineare l’avvenuto trasferimento dell’ufficio istruzione, sempre a Palazzo Broletto, ma in uno spazio più ampio e funzionale sia per gli impiegati che per gli utenti. Anche nel settore culturale il lavoro svolto è stato ottimale: agli eventi “storici” (su tutti Duemilalibri e Gallarate Classic) ne abbiamo aggiunti altri, alzando il livello dell’offerta soprattutto dal punto di vista qualitativo».
Qual è la pratica che ritiene essere il punto di riferimento della prima parte di mandato?
«In riferimento al settore culturale, ritengo un ottimo risultato l’avere coltivato accordi di rete, in particolare con il comune di Busto Arsizio: il primo risultato concreto è stato l’organizzazione della rassegna “Eventi in Jazz” insieme anche all’amministrazione di Castellanza. Ora si sta ragionando su altre compartecipazioni, partendo ad esempio della partecipazione di Busto in Duemilalibri più incisiva rispetto alla passata edizione. Per quanto riguarda la pubblica istruzione, l’assessorato ha promosso per la prima volta una serie di incontri con le associazioni e i comitati dei genitori, oltre a proseguire con le riunioni mensili con i dirigenti dei quattro istituti comprensivi. La creazione di momenti di confronto tra docenti, dirigenti e genitori può solo portare benefici a tutti. Anche con dirigenti della scuole superiori abbiamo implementato i momenti di confronto».
E qual è, invece, il problema che avrebbe preferito non emergesse e ha dovuto affrontare?
«Sicuramente la chiusura della scuola dell’infanzia consorziata di Cedrate. È un provvedimento che avrei voluto evitare, ma di fronte ai numeri, ai pochissimi bimbi iscritti, la decisione non era più procastinabile. È un problema risalente nel tempo, che la passata amministrazione non ha saputo fronteggiare: negli anni passati si era riscontrato un calo costante di iscrizioni senza che venissero adottate misure per arginare il problema. Nonostante tutto c’è un aspetto positivo: ai genitori dei bimbi iscritti a Cedrate è stata data la possibilità di ricollocarsi nelle altre scuole. La sezione “Primavera” è stata trasferita con successo di iscrizioni a Madonna in Campagna. C’è poi la questione del Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti. Nel corso del 2017 siamo stati costretti a trasferire la sede amministrativa a Busto Arsizio, per carenza di spazi nella struttura che era stata destinata dalla giunta Guenzani al Cpia. Colgo l’occasione per ribadire che Gallarate è rimasta sede di Ctp, con aule didattiche in un unico edificio in di via Seprio».
Ritiene che, per quanto riguarda le sue deleghe, il programma presentato agli elettori e assorbito dalle linee amministrative si stia realizzando nella maniera corretta? Ampiamente concluso il rodaggio amministrativo, pensa di riuscire a completarlo?
«Sì, stiamo procedendo secondo le linee di indirizzo. Certo, la volontà di portare a termine l’interno programma entro la fine del mandato c’è e sono molto positiva, anche perché posso contare sul supporto tecnico del dirigente di settore e di uno staff sia in Cultura che in Pubblica istruzione molto propositivo e proteso al raggiungimento dei traguardi che ci siamo prefissi».
Quali sono ora le sue priorità? E come ritiene di poter superare l’ostacolo dell’endemica carenza di risorse economiche per metterle in pratica nel migliore dei modi?
«Le prossime priorità riguardano due bandi: quello per la gestione del servizio delle mense scolastiche in scadenza a luglio e quella per la gestione del Teatro Condominio e del Teatro del Popolo. In ambito culturale inizieranno gli incontri di programmazione dell’edizione 2018 di Duemilalibri. Per quanto riguarda la questione economica, proseguiremo nella politica di razionalizzazione di costi avviata nel 2017. Incrementeremo gli accordi di rete; i progetti condivisi portano a una equa ripartizione di spese. Proseguiremo poi nella ricerca di sponsor che possano contribuire alla realizzazione di progetti: il regolamento delle sponsorizzazioni, voluto e approvato dalla nostra amministrazione, ha già dato ottimi risultati».
Raccolta ampiamente la sfida di portare il Maga al ruolo che gli compete, quando si potrà considerare questo museo il fulcro intorno al quale ruota la rete culturale cittadina basata sull’interdisciplinarietà e storicamente molto ricca?
«Il Ma*Ga ha già un ruolo centrale nell’ambito culturale cittadino e le ultime mostre di rilievo internazionale, a partire da quella di Missoni, hanno portato definitivamente il museo ad essere un riferimento nell’ambito dell’arte moderna e contemporanea. La struttura di via De Magri, che negli ultimi mesi ha ospitato tra i tanti appuntamenti Duemilalibri, la rassegna dello humor, convegni ed eventi privati, è ormai vista dai gallaratesi e a livello territoriale più ampio non solo come un museo. Il Ma*Ga sta diventando il centro multiculturale a 360 gradi che vogliamo. La trasformazione nel luogo di cultura per eccellenza della città: una destinazione nella quale questa amministrazione crede fermamente. In tale ottica la Fondazione Silvio Zanella sta acquisendo maggiore autonomia gestionale anche grazie al lavoro di fundraising».
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