MAGNAGO
«Non date la materna ai privati»
Manifestazione della famiglie davanti alla scuola che il Comune vuole vendere
Non si placa la polemica attorno alla scelta del comune di esternalizzare il servizio della scuola materna «Coniugi Radice»: nella mattinata di ieri, martedì 1 giugno, il comitato spontaneo che si è battezzato «L’infanzia non si appalta», si è dato appuntamento all’esterno della struttura per un flashmob dimostrativo.
Nell’occhio del ciclone è finita l’amministrazione civica di centro sinistra guidata dal sindaco Carla Picco, accusata di avere deciso per l’appalto di un servizio finora sempre gestito direttamente dalla parte pubblica senza un confronto con i diretti interessati, in primo luogo le maestre con il resto del personale e le famiglie, senza dimenticare le opposizioni, a loro volta informate a cose fatte.
«Vorremmo solo far presente che il nostro fare solo rumore pare si l’unica cosa che ci è rimasta, data l’obiettiva consapevolezza che sono stati usati tempi e modi totalmente inappropriati e privi di senso civico e morale», affermano dal comitato dei genitori contrari all’esternalizzazione.
«La scuola che abbiamo scelta non sarà più la stessa e allora ci chiediamo come sarà a settembre, ma non abbiamo risposte, perché il bando ancora non è stato pubblicato e siamo già a giugno».
Critici anche i sindacati: «Come categoria ci siamo subito fermamente opposti alle intenzioni dell’amministrazione comunale, sia per una questione di metodo che di merito», sostiene Vera Addamo, segretaria generale Fp Cgil Ticino Olona. “La pandemia ha mostrato quanto mai il valore del lavoro pubblico, peraltro riaffermato nel Patto per l’innovazione e la coesione sociale siglato tra Governo e Cgil Cisl Uil e che mette al centro la Pubblica Amministrazione. Qui a Magnago ci si muove controcorrente, decidendo di non gestire più direttamente i servizi educativi offerti ai bimbi di età compresa fra i 3 e i 6 anni”. Accanto ad Addamo, c’è anche il segretario Fp Cgil, Roberto Nania, che chiede: «Qual è il progetto dell’amministrazione e come intende garantire la qualità dell’offerta educativa?», chiede, ricordando le tre insegnanti e due addetti ai servizi di supporto che lavorano all’interno della materna da circa vent’anni. L’obbiettivo è che «l’amministrazione torni sui propri passi e mantenga la gestione diretta del servizio».
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