LA NECROPOLI
Tomba romana negli scavi del gas
Ritrovamento di antichi reperti in via Fratelli Bandiera

La necropoli si allarga. La frequenza con cui scavando saltano fuori reperti antico romani di epoca imperiale, a Bienate, non sfigurerebbe in un raffronto con la stessa Urbe.
È infatti bastato scavare un poco in via Fratelli Bandiera perché l’antica necropoli restituisse altri corredi funebri in una zona che già, in un passato anche molto recente, si era fatta segnalare per simili ritrovamenti.
La scoperta è avvenuta nei giorni scorsi durante i lavori di manutenzione e ampliamento della rete di tubature del gas a Bienate, dove l’antica necropoli venne segnalata per la prima volta negli Anni ‘30 del secolo scorso grazie a Guido Sutermeister.
Proprio il museo archeologico di Legnano, a lui intitolato, ospita oggi tutti i reperti rinvenuti a Bienate, durante quei primi scavi e quelli successivi, che si concentrarono soprattutto negli anni Cinquanta, ancora sotto la guida di Sutermeister, e nei Novanta.
Tuttavia, in modo del tutto casuale, come è questo il caso, alcuni reperti sono stati trovati anche molto di recente, sempre in via fratelli Bandiera, e l’interesse della comunità e dell’amministrazione hanno portato nel 2015 a una grande mostra, che in collaborazione con lo stesso Museo Sutermeister, riportò Magnago e Bienate i corredi funebri dei loro antichi abitanti.
Durante questi ultimi lavori per il gas, è stata prontamente avvisata la Soprintendenza e l’intervento di un archeologo ha già permesso di dare un nome alle nuove scoperte: si tratterebbe di una sepoltura «in fossa terragna foderata con ciottoli», secondo l’esperto, che così continua nella sua prima relazione: «All’interno di tale fossa, sono stati trovati gli oggetti del corredo che corrispondono a contenitori fittili per libagioni e cura del corpo, manufatti bronzei e una moneta. Le prime indicazioni portano a datare il contesto in età romana», spiega l’archeologo, precisando che «ulteriori e più precise informazioni saranno esposte dopo la fase di studio degli oggetti».
Nel frattempo i reperti prelevati saranno conservati nei magazzini della soprintendenza in attesa di essere resi fruibili.
«Tutto quanto concerne il ritrovamento è sotto la supervisione delle competenti autorità e terremo informata la cittadinanza delle risultanze di questi ritrovamenti», spiega il sindaco Carla Picco, che peraltro tiene a dissociare la propria amministrazione «dalle pubblicazioni delle foto dei ritrovamenti che già girano numerose sui siti web e social network, secondo modalità oggi in voga, che pure in buonafede potrebbero finire per ledere a conservazione e studio dei reperti».
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