FUMETTO
Magnus, da Alan Ford al Texone
La mostra al Museo di Pordenone è aperta fino al 12 ottobre

La guerra è bella solo per chi specula era il titolo – ben poco datato – del numero 85 di Kriminal. Uscito nel 1967, vede l’uomo vestito in modo a dir poco originale – calzamaglia gialla con disegno in nero della struttura scheletrica – catapultato in Vietnam, occasione per piazzare tra le nuvolette una feroce satira contro politici corrotti e mercanti di armi. Un albo annoverabile tra i migliori testi in assoluto di Max Bunker e tra le tante cose fantastiche disegnate da Magnus. La collaborazione tra i due, destinata a scombinare le carte del fumetto italiano, nacque proprio con Kriminal. Cofondatore dell’Editoriale Corno, lo scrittore milanese, di ritorno dalla Sorbona, Luciano Secchi (questo il nome all’anagrafe di Max Bunker) decise di affidare le sue storie a un esordiente, il bolognese Roberto Raviola (Magnus) uscito dall’Accademia delle Belle Arti. Un esordio in nero, sulla scia del successo del Diabolik delle sorelle Giussani, confermato con Satanik e Gesebel, successivamente sconfinato nel grottesco per il ben più rivoluzionario Alan Ford.
Non per caso si intitola Il segno di Magnus - Da Alan Ford a Tex la mostra allestita al Museo del Fumetto di Pordenone, città che di suo merita una visita non superficiale. Aperta fino al 12 ottobre, è la più ampia mai realizzata sulle creazioni di Bob la Volpe, come si firmava a inizio carriera, l’artista felsineo. L’esposizione, curata da Michele Masini, Luca Baldazzi e Giovanni Nahmias, è forte di più di 300 opere, con numerosi disegni inediti mai proposti in pubblico, che si uniscono alle 224 tavole a fumetti dell’albo speciale di Tex La valle nascosta. Alla realizzazione di questo gioiello western, frutto di un lavoro attento a ogni dettaglio, il maestro dedicò sette anni, trascorsi volutamente in ritiro a Castel del Rio, paese nell’Imolese, di poco più di mille abitanti. Il segno di Magnus rappresenta un evento anche da questo punto di vista perché gli originali del Texone sono esposti – naturalmente in sequenza – per la prima volta, accompagnati da studi preparatori, bozzetti, sketch e appunti di lavorazione. Materiale che, arricchito da approfondimenti di esperti e appassionati, si ritrova nel catalogo edito dal Palazzo del Fumetto di Pordenone – presidente Marco Dabbà, direttore artistico Luca Raffaelli – e già oggetto di collezione. Nato nel 1939, Magnus si è misurato con vari generi, fantasy ed erotico, compresi. «La mostra», spiegano i curatori, «raccoglie un corpus ampio e articolato della sterminata produzione che va dai primi ingenui lavori giovanili all’opera monstre bonelliana. Arco temporale segnato da profondi cambiamenti socioculturali che si sono inevitabilmente riflessi nei lavori di uno dei più attenti, poliedrici e sensibili autori di fumetto che il nostro Paese, ma non solo, abbia espresso».
Texone a parte, la vetta resta Alan Ford – mensile ancora in edicola – disegnate dal Viandante, come amava definirsi, fino al 1975. Le comiche avventure dell’agente pubblicitario diventato improbabile agente segreto dello scalcinato Gruppo TNT hanno avuto un successo straordinario. Non immediato però, arrivò con Superciuk, al numero 26. Varese lo scoprì prima, merito del masnaghese Davide Luini che, complice anche una certa somiglianza fisica con il personaggio, da allora gli amici, rapidamente convertiti alla causa, chiamano appunto Alan Ford.
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