IL PROCESSO
Malnate, fiducia al commercialista. Poi la beffa da 150mila euro
Professionista con studio a Malnate e Milano accusato di appropriazione indebita e truffa. La testimonianza in aula

«Con il commercialista c’è stato a lungo un rapporto di fiducia cieca: gli davamo tutta la documentazione e lui ci diceva “Voi pensate a lavorare, al resto penso io”. E noi gli versavamo 300 euro al mese per la sua attività. Nel 2018 abbiamo notato però che c’era qualcosa che non andava: non rispondeva al telefono e alle mail, effettuava i pagamenti con qualche giorno di ritardo. E poi, nel 2019, abbiamo scoperto quello che era successo quando è entrata in vigore la fatturazione elettronica. Ci è arrivata una cartella esattoriale riferita al 2015, gliene abbiamo chiesto conto e ci ha detto che era un errore dell’Agenzia delle Entrate, perché c’era uno sgravio. Ma non era vero: la mail con il presunto sgravio era stata composta da lui con il copia e incolla e non era perfettamente impaginata. All’Agenzia ci hanno detto che era un falso e non era l’unico».
APPROPRIAZIONE INDEBITA E TRUFFA
Al processo per appropriazione indebita e truffa a carico di un commercialista di 48 anni con studio a Malnate e Milano, davanti al giudice Luciano Luccarelli, ieri è stato sentito uno degli ultimi testimoni, la dipendente di una società che gestiva due negozi, sposata con il titolare, una delle presunte vittime del professionista. «Ci siamo trovati a dover far fronte - ha detto la teste - a debiti erariali per 100.000 euro, a cui vanno aggiunti 50.000 euro tra sanzioni e interessi, per adempimenti che il commercialista non aveva rispettato».
L’IVA NON PAGATA E LA FIRMA FALSIFICATA
Per questo, al termine dell’udienza, il pubblico ministero Arianna Cremona ha proceduto a un’integrazione del capo d’imputazione, aggiungendo l’aggravante del danno di rilevante entità. Nel racconto della teste, il professionista avrebbe avuto a lungo l’assoluto controllo della Pec, rifiutandosi di trasmettere ai clienti i dati per l’accesso, non avrebbe pagato l’Iva per anni, non avrebbe depositato bilanci e a un certo punto, nell’aprile del 2019, avrebbe addirittura falsificato la firma del titolare della società così da richiedere la “rottamazione” di quello che non aveva pagato. E infine non avrebbe consegnato ai clienti tutta la documentazione che avrebbe dovuto tenere.
IL COMMERCIALISTA RESPINGE LE ACCUSE
Prossima udienza, straordinaria e “dedicata”, il 15 febbraio: quel giorno, dopo gli ultimi testi, il processo potrebbe arrivare alla conclusione. Il commercialista, difeso dall’avvocato Marco Pasquadibisceglie, respinge tutte le accuse.
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