IL CASO
Mistero nel Lanza: c’è uno storione
Trovato un esemplare di specie siberiana. Parco in allarme: «Minaccia il torrente»

«Complimenti a chi ha rilasciato nelle acque del Lanza uno storione siberiano, tipica specie da laghetto di pesca. Dopo il pesce gatto africano di qualche anno fa, ecco ora un nuovo ritrovamento nelle acque del nostro povero torrente».
Sono furibondi i vertici del Parco Valle del Lanza per la “pesca” della specie russa che, incredibilmente, è stata ritrovata in territorio prealpino, seguendo quella di altri esemplari “stranieri” che potenzialmente possono causare gravi danni alla fauna locale. In particolare, aggiungono dall’ente parco, «l’introduzione di specie alloctone negli ambienti naturali è una delle principali cause di perdita di biodiversità a livello mondiale».
E, in particolare, lo storione siberiano è un pesce che può rappresentare una seria minaccia: arriva a raggiungere la lunghezza di circa 2 metri e un peso di 2 quintali, ma solitamente la media degli esemplari non supera i 65 chilogrammi di peso. Presenta un muso allungato e la colorazione varia dal grigio-olivastro al marrone scuro, a seconda delle condizioni fisiologiche del pesce e di quelle ambientali. Sui fianchi il colore diviene progressivamente più chiaro, fino ad assumere una tinta biancastra sul ventre. Diversamente da molte altre specie di storioni, questa trascorre l’intera esistenza in acqua dolce. Vive nelle zone più profonde dei grandi fiumi a corrente lenta o moderata e quindi nel Lanza non dovrebbe proprio starci. In Italia la specie è stata introdotta negli impianti ittici negli anni Novanta e fatta ibridare con lo storione cobice.
Esemplari di storione siberiano, provenienti molto probabilmente dai numerosi laghetti di pesca sportiva, vengono occasionalmente catturati in acque libere. Come, appunto, nel corso d’acqua malnatese. E, forse, le piogge intense dei giorni scorsi, che hanno innalzato il livello delle acque, hanno causato il “travaso” dello storione da un laghetto artificiale al bacino del Lanza. Insomma, non è possibile capire di chi sia stata la responsabilità della presenza nel corso d’acqua varesino. Di certo, però, tutti si augurano che la “pesca” inedita sia anche l’ultima.
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