IL FURTO
Rubato il bronzo di de Mohr
Sfregio a storia e città: dopo l’aquila degli Alpini, sparito anche il busto del patriota
Dopo il furto dell’aquila degli Alpini, giunge la notizia di un’altra sparizione eccellente. Anche la scultura raffigurante Arnaldo de Mohr, infatti, è sparita nel nulla. Il busto in bronzo era situato nella via intitolata all’illustre malnatese ed era stato posizionato - da Comune, Associazione ricerche storiche e Fondazione comunitaria del Varesotto - il 3 novembre 2013 di fianco al cancello della sala consiliare.
La scultura non c’è più e lì è rimasta soltanto la targa commemorativa, in cui Gabriele D’Annunzio decanta le qualità del patriota, educatore e poeta nato a Milano nel 1874 e morto a Malnate nel 1921
L’episodio dev’essere avvenuto qualche settimana fa quando qualcuno, approfittando della notte e di una strada non proprio trafficatissima, è entrato in azione, ha sfilato la scultura in bronzo e se l’è portata via.
Il furto va a colpire una delle figure malnatesi più conosciute anche al di fuori del territorio: Arnaldo de Mohr che si legò alla città grazie al matrimonio con la malnatese Carlotta Bernardi.
Giornalista, poeta e scrittore, successivamente fondò una propria casa editrice che ebbe sede dapprima a Milano e poi a Malnate. A inizio Novecento l’impresa editoriale pubblicò alcuni tra i principali autori dell’epoca: Guido da Verona, Matilde Serao, Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini. Ma l’autore di punta avrebbe dovuto essere il vate, Gabriele d’Annunzio. Probabilmente il poeta abruzzese fu anche la causa del fallimento della casa editrice, per via dei compensi principeschi che richiedeva e del fatto che, pur avendo promesso l’esclusiva, continuò anche a pubblicare presso Treves.
Ridimensionata l’attività editoriale, de Mohr continuò il suo impegno civico come insegnante professando ideali mazziniani e democratici.
Non stupisce quindi che nel 1914 si arruolò nell’esercito francese sotto le bandiere della legione garibaldina.
L’anno successivo, all’entrata in guerra dell’Italia passò come volontario nell’Esercito italiano, diventando ben presto ufficiale a stretto contatto con il Duca d’Aosta. Pluridecorato, rimarrà ferito e contaminato dai gas, evento scatenante questo, con molta probabilità, della malattia polmonare che lo portò alla morte pochi anni dopo. Fu quindi un uomo retto e di grandi ideali, le cui spoglie si trovano al cimitero monumentale di Milano. Mentre del suo busto in bronzo non si sa più nulla.
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