L’ASSISTENTE DI VOLO
Hostess molestata: impugnata l’assoluzione del sindacalista
La procura generale chiede l’annullamento. L’episodio nel marzo del 2018 a Malpensa

Contro l’assoluzione del sindacalista dall’accusa di violenza sessuale su una hostess ha fatto ricorso la procura generale di Milano: il sostituto pg Angelo Renna chiede alla Cassazione l’annullamento della sentenza pronunciata in appello lo scorso 24 giugno, che era poi stata la conferma di quella emessa in primo grado dal collegio di Busto Arsizio. Il motivo per cui il sindacalista finora non è stato riconosciuto colpevole è noto: l’uomo avrebbe allungato le mani sull’assistente di volo che a lui si era rivolta per questioni di mobbing, ma prima di ribellarsi la donna avrebbe atteso trenta secondi. Fu proprio lei a indicare il lasso temporale durante il processo. A parere di Renna, la corte d’appello si sarebbe posta «in contrasto con la più recente e autorevole ricostruzione dogmatica del consenso a cui è pervenuta la suprema corte». Richiamando la sentenza degli ermellini del 2022, Renna ricorda «che è necessario avere la ragionevole certezza che vi sia un consenso pieno, iniziale e permanente al compimento dell’atto sessuale»
Sia il collegio di Busto, presieduto dal giudice Nicoletta Guerrero, che quello milanese Flores Giulia Maria Tanga, sono pervenuti ad altra conclusione: «In trenta secondi la donna avrebbe potuto anche dileguarsi». Un unico corpo decisionale davanti al quale l’avvocato Ivano Chiesa si augurava che «la flagellazione mediatica del mio assistito, priva di ogni fondamento, finisse definitivamente», ma la vittima lo disse subito: «Questa sentenza è un pugno allo stomaco, ricorrerò in Cassazione e se non dovesse bastare mi rivolgerò alla »orte europea».
LE MANI ALLUNGATE
L’episodio contestato al sindacalista accadde a marzo del 2018: la donna si recò a un appuntamento con l’imputato nella sede della Cisl di Malpensa per chiedere tutela in ambiente lavorativo. Il rappresentante sindacale, dopo aver chiuso la porta, andò alle sue spalle, le mise le mani sul collo e incoraggiandola a sfogarsi e a rilassarsi, le baciò il collo, iniziò a massaggiarle la schiena, le toccò il seno e le infilò le mani nello slip. Dopo circa trenta secondi la donna lo ammonì dicendogli «non mi sto rilassando, mi sto incazzando» e a quel punto l’imputato si tirò indietro senza indugi. In primo grado il collegio (a latere del presidente Guerrero i giudici Veronica Giacoia e Giulia Pulcina) fecero un esperimento empirico in camera di consiglio, replicando la scena descritta dall’assistente di volo e contando fino a trenta.
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