L’INCHIESTA
Malpensa, rifugio abusivo al T1
Ci sono tutti i comfort, persino l’albero di Natale. Così gli occupanti hanno preso “casa” in aeroporto
Un letto confortevole, una poltrona con braccioli, scaffalature capienti, un frigorifero di quelli grandi, qualche piano d’appoggio per ogni evenienza, un forno a microonde e se facesse caldo un climatizzatore portatile. Questa è quella che può sembrare la descrizione di un qualunque monolocale per studenti fuori sede se non fosse che l’appartamento, munito di tutti i comfort, pieno di oggetti e vettovaglie, non si trova in un anonimo condominio di città, ma all’aeroporto intercontinentale di Malpensa. E non è in affitto, ma approntato irregolarmente da qualcuno che allo scalo ci vive senza permesso.
ZONA SOPRA GLI UFFICI
È ciò che si vede in un paio di video filmati per documentare la situazione da qualche dipendente aeroportuale esasperato e girati alla redazione di Prealpina in forma anonima, con qualche informazione.
La stanza, nel quale pare viva l’uomo, si trova in una zona sopra gli uffici ed è stata realizzata sfruttando gli spazi vuoti vicini ai locali macchine degli ascensori.
La presenza di uomini e donne che hanno deciso di abitare a Malpensa non è una novità, ma nella maggior parte delle volte i senza fissa dimora si accontentano di alloggi di fortuna che spesso consistono in cartoni o coperte messi in angoli fuori mano del terminal 1 o della stazione dei treni.
COMPORTAMENTI AGGRESSIVI
In questo caso, invece, l’occupante abusivo ha deciso di fare di Malpensa la sua casa e dalle immagini si trova lì almeno da Natale perché è riuscito ad addobbare un abete di plastica con tanto di lucine accese e a realizzare un presepe. Potrebbe ricordare il commovente film The Terminalispirato alla storia vera del rifugiato iraniano Mehran Karimi Nasseri che ha vissuto all’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle per diciotto anni, se non fosse che l’uomo ha mostrato comportamenti violenti arrivando ad aggredire e a ferire un addetto - come è stato riferito a Prealpina - incaricato di spostare altrove le sue cose. Ma non è solo il “proprietario” dell’appartamento a destare preoccupazione tra i dipendenti. «Alcune zone dell’aeroporto sono troppo facilmente accessibili e ormai sono diventate una terra di nessuno», si sfoga un lavoratore di Malpensa che abbiamo contattato.
«IL TIPO DI FA LE CANNE»
«Tutti conoscono il problema e le persone non autorizzate sono conosciute anche da Sea e dalla Polizia, ma nonostante allontanamenti forzati e provvedimenti vari alla fine non si riesce a eradicare. Alcune di queste persone sono innocue, ma altre rubano e possono essere pericolose, le aggressioni verbali e fisiche non sono certo una novità, e non è pensabile ritrovarseli fuori dagli uffici o davanti ai bagni o agli spogliatoi che si cambiano, mangiano, dormono e, capita tutte le mattine, trovare il solito tipo che si fa le canne».
DIPENDENTI ESASPERATI
Insomma, i dipendenti dello scalo nella brughiera sono esasperati dalla presenza dei senzatetto e preoccupati che possano raggiungere facilmente zone sensibili come gli uffici, i magazzini dei fornitori dei negozi, i servizi igienici, i locali tecnici con i quadri elettrici, i vani degli ascensori. «Un aeroporto non può essere a tenuta stagna, e nessuno lo è, ma ci deve essere più attenzione a quegli spazi che sono il cuore di uno scalo, interdirne l’accesso a chi non sia provvisto di tesserino aeroportuale, come il piano interrato con il tunnel che percorre tutta la lunghezza dell’aeroporto. E non di certo permettere che qualcuno si arredi una stanza di servizio come un appartamento», afferma il lavoratore aeroportuale.
Viene da chiedersi come l’inquilino del piano attico di Malpensa sia riuscito a portarsi fin lassù, visto che si arriva solo con delle scale, un frigorifero, diverse biciclette, anche un paio di cyclette e tutto l’occorrente per farsi il suo nido abusivo.
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