LA VIOLAZIONE
Inseguito sulla pista di Malpensa
Ventiduenne nigeriano scavalca la recinzione: fermato da addetti Follow me e Polaria

Arrivare a un passo dalla pista di decollo, in una zona off limits, inibita a chiunque, senza essere bloccati prima ancora di mettere piede in aeroporto?
Si può fare.
Basta scavalcare la recinzione perimetrale, un classico reticolato di fil di ferro che certo non costituisce un baluardo invalicabile.
Perché così ha fatto, mercoledì sera, 5 settembre, un richiedente asilo nigeriano già noto alla polizia di frontiera.
Il ventiduenne è penetrato in zona cargo, all’altezza di Lonate Pozzolo, dove ancora i lavori di sviluppo non sono terminati.
E chi lo ha fermato, scongiurando conseguenze imprevedibili?
Gli addetti del servizio Follow me, ossia autisti delle auto che prestano assistenza agli aerei e ai passeggeri. Semplici lavoratori, senza alcuna mansione di controllo o di vigilanza.
Sono stati gli operai dell’area ad allertare la torre di controllo - che ha bloccato un volo della compagnia brasiliana Tam per una decina di minuti - e la Polaria, che è poi intervenuta denunciando il profugo per attentato alla sicurezza.
A quanto pare lo straniero non aveva nessun intento terroristico.
«Volevo andare a Roma a trovare la mia fidanzata», ha spiegato agli agenti. Che tra l’altro avevano avuto a che fare con lui già in mattinata. Ma bisogna procedere con ordine.
Erano circa le 22.30 di mercoledì quando il ragazzo ha deciso di arrampicarsi sulla rete e di saltare all’interno dell’aeroporto.
Chi era al lavoro in quel momento lo ha subito notato. Sono partite le telefonate al caposcalo, alla centrale operativa. Ma nel frattempo il nigeriano correva veloce verso la pista.
A quel punto si sono messi in moto gli addetti del Follow me: una macchina l’ha raggiunto, i dipendenti hanno cercato di fermarlo, ma il nigeriano è riuscito a divincolarsi e a scappare, percorrendo circa 500 metri in una porzione dello scalo proibita, inibita a uomini e mezzi. Ossia la pista runaway, che conduce a quella di decollo.
A quel punto si è mossa un’altra auto Follow me e la corsa dell’immigrato è terminata: il ragazzo è stato caricato a bordo del mezzo, allontanato e passato in consegna alla polizia.
Fino a quel momento però nessuno sapeva quali fossero le sue intenzioni. Avrebbe potuto anche essere armato e quindi pericoloso. Sta di fatto che al mattino aveva già movimentato Malpensa tentando in ogni modo di introdursi nell’aera dei voli sensibili, ossia ai check in per le partenze dirette negli Stati Uniti e in Israele.
La polizia, allertata dal personale, è arrivata subito ma il ventiduenne non si è calmato.
Ha anzi dato ancor più in escandescenza, aggredendo gli agenti al punto da beccarsi una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.
I poliziotti però hanno avuto la netta percezione che il nigeriano non fosse del tutto in sé.
Così lo hanno poi accompagnato all’ospedale di Gallarate per sottoporlo a un accertamento sanitario obbligatorio, ma a quanto pare i medici lo hanno giudicato lucido e sano.
Alla sera, l’ennesimo show. Il ventiduenne nei prossimi giorni comparirà davanti alla commissione rifugiati che dovrà decidere l’idoneità a ottenere l’asilo politico. Dati i presupposti, sarà difficile che ce la faccia. Resta da capire come si possano impedire episodi come questi.
Due anni fa, in agosto, un gruppo di no border aveva compiuto più o meno le stesse gesta, tentando addirittura la scalata della torretta dei radar. Vennero comunque arrestati e poi condannati.
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