IL CASO
Mantovani, Arconate vuole i soldi
E in paese striscioni contro l’ex senatore dopo la condanna, subito fatti rimuovere
«Pronti a riscuotere subito quanto dovuto»: è la prima presa di posizione della giunta comunale arconatese dopo la clamorosa condanna in primo grado, per cinque anni e sei mesi di resclusione, a carico dell’ex sindaco, ma anche ex vicepresidente lombardo ed ex senatore, Mario Mantovani.
Quest’ultimo è stato condannato, davanti al Tribunale di Milano, nell’ambito del processo di primo grado per turbativa d’asta e altri reati che ha coinvolto anche il viceministro Massimo Garavaglia, che è stato, invece, assolto.
Mantovani dovrà pagare una provvisionale di 100mila euro al Comune arconatese, che si era costituito parte civile, seguito dall’avvocato Federico Boezio. Ci sarà però un altro procedimento, nel ramo civilistico, che porterà alla quantificazione esatta dei danni presunti subiti da Arconate.
Pesa sulla recente condanna anche la vicenda della nuova casa di riposo del paese, ancora non entrata in servizio malgrado i lavori siano già finiti. Mantovani avrebbe agevolato la società della Opera Pia Castiglioni Srl, responsabile della realizzazione nella nuova Rsa e vicina allo stesso ex sindaco.
«Prendiamo atto della sentenza - spiega l’attuale primo cittadino Sergio Calloni - che ha riconosciuto la piena fondatezza delle istanze del Comune e ha riconosciuto il danno subito dall’ente in questa lunga e complessa vicenda. È tempo di chiudere questa brutta pagina che riguarda la storia politica e giudiziaria di Arconate. Proprio per tutelare la comunità che rappresento è mio dovere attivare sin da subito l’iter previsto dalla normativa vigente per la riscossione della provvisionale stabilita dal tribunale. Agiremo, come sempre, secondo i principi di legalità e correttezza».
La sentenza potrebbe complicare ulteriormente l’iter, già in forte ritardo, dell’apertura della casa di riposo di piazza Falcone e Borsellino, che doveva essere attivata a metà di quest’anno. «Lo scenario muta radicalmente - interviene l’assessore Francesco Colombo, parlando dei risvolti della sentenza sulla questione della Rsa - e nei prossimi giorni ci confronteremo con i nostri legali per valutare attentamente la situazione ma, prima di prendere qualsiasi decisione sul futuro della struttura, attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza».
Intanto all’ingresso del paese sono comparsi degli striscioni anti-Mantovani che sono stati fatti subito rimuovere dall’amministrazione comunale con tanto di condanna da parte del primo cittadino. I lenzuoli bianchi riportavano scritte come “Tanto tuonò che piovve”, e “Ti è andata male senatore”, senza dimenticare un ironico e tagliente “Comune defaraonizzato”, allusione appunto allo strapotere da vero “faraone” che Mantovani avrebbe avuto in passato ad Arconate, almeno secondo i suoi detrattori.
La sentenza che, lo ricordiamo, è comunque di primo grado, avvelenerà ulteriormente il già caldo clima politico arconatese appena uscito dalle elezioni dello scorso 26 maggio dove si è imposta la maggioranza uscente, guidata da Calloni. La difesa di Mantovani ha ovviamente già annunciato l’intenzione di ricorrere in Appello nella convinzione di riuscire a ribaltare il verdetto.
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