IL LUTTO
Marnate piange Sergio Borroni
Aveva 77 anni. Storico presidente della Marnatese Basket si è sempre occupato di sport e volontariato

Il primo post su Facebook stamattina lo ha scritto Monica Refraschini, figlia di Mario Refraschini storico presidente della Marnatese Basket. “Ciao Sergio”. Il Sergio – o meglio il Sergino – è Sergio Borroni, 77 anni, morto nella notte tra ieri e oggi, martedì 2 settembre.
Anima del mondo dello sport locale, volontariato e Pro loco: la sua presenza in molte istituzioni parla da sola, era un uomo disponibile, solare, sorridente ma soprattutto colonna operativa. Era stato tra i fondatori dell’Us Marnatese Basket insieme a Mario Refraschini nel 1991. Grande appassionato della palla a spicchi, un generoso che guardava al futuro pensando ai giovani. Lo hanno ricordato dall’Amministrazione comunale guidata da Marco Scazzosi: «Figura storica del basket marnatese e cittadino sempre impegnato nella vita sociale, Sergio ha dedicato tempo, passione e cuore alla nostra comunità. Colonna della Pro loco e anima dell’U.S. Marnatese Basket, ha contribuito a far crescere generazioni di giovani sportivi, trasmettendo valori di lealtà, amicizia e spirito di squadra. Anche negli ultimi anni, con il progetto Ma.Go., ha continuato a sostenere lo sport come occasione di incontro e crescita. A nome di tutta la cittadinanza, ci stringiamo alla famiglia in questo momento di dolore, ricordando con gratitudine l’impegno e l’esempio che Sergio ha lasciato a Marnate».
Il cordoglio arriva anche dal mondo del basket locale, ovvero Alberto Tomasich che sempre sui social ha ricordato: «Da sempre mi hai spronato, consigliato, cazziato, abbracciato, sostenuto e adesso? Adesso mi sento vuoto come il nostro bunker... però mi porto dentro e cercherò di portare in ogni situazione la tua eleganza, la tua discrezione e il tuo sorriso che non mancava mai, nemmeno nelle situazioni più difficili. Mi mancheranno le chiacchierate sui nostri ragazzi, su come trovare il modo giusto per far sentire tutti a casa. Mi mancherà aspettare che aprissi la porta dello spogliatoio per il nostro urlo liberatorio dopo ogni vittoria. Mi mancheranno il tuo quaderno sotto braccio, i tuoi elenchi e le tue telefonate quando ero in crisi. Ma ti prometto che non perderò mai i tuoi valori. Ciao Sergino».
Sergio Borroni lo conoscevano e lo amavano davvero tutti. Lo si incrociava sui campi sportivi, così come tra le vie del paese. Sempre presente.
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