REGIONE LOMBARDIA
«Il terzo polo in regione non ha più motivo di esistere»: Vizzardi lascia
Il consigliere regionale lascia il gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe al Pirellone

È un 2025 da incubo per il Terzo Polo al Pirellone. Da inizio settimana a oggi - venerdì 10 gennaio - ben due consiglieri regionali hanno lasciato il gruppo di Azione-Italia Viva-Renew Europe. Sulla scia di Giuseppe Licata, che a inizio settimana ha formalizzato il proprio addio dall’ex creatura messa in piedi da Matteo Renzi e Carlo Calenda per approdare a Forza Italia, oggi è toccato al suo collega Massimo Vizzardi, un passato da sindaco nel comune bresciano di Chiari, abbandonare il Terzo Polo.
LE PAROLE DI VIZZARDI
«È una presa d’atto politica rispetto al fallimento di un progetto che avevo sposato con entusiasmo», ha spiegato Vizzardi. «Oggi il gruppo Azione-Italia Viva in consiglio regionale non ha più motivo di esistere. Sia in termini di componenti - il collega Licata ha deciso di aderire a Forza Italia e la capogruppo Lisa Noja ha preso una via più spostata verso sinistra - ma, ancora prima, non esiste più politicamente alla luce delle dinamiche romane che hanno portato a una chiusura definitiva del cantiere politico di un Terzo Polo liberale e popolare».
L’INGRESSO NEL GRUPPO MISTO
Di fronte a questa presa d’atto, ha deciso di entrare a far parte del Gruppo Misto, sin qui composto dal solo consigliere regionale di Gallarate Luca Daniel Ferrazzi, che in precedenza aveva lasciato lista civica Lombardia Migliore legata all’ex ministro ed ex sindaco di Milano Letizia Moratti.
«In questo momento il tema è lo spostamento coerente nel Gruppo Misto, che mi consente di continuare il lavoro per esprimere al meglio i valori della tradizione liberale popolare da cui provengo, con al centro le grandi battaglie sociali», ha chiosato Vizzardi. «Credo che oggi più che mai sono in pericolo i grandi diritti sociali conquistati negli anni passati, quegli stessi diritti sociali senza i quali non esiste la democrazia: la sanità pubblica, la scuola pubblica, il lavoro, la famiglia».
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