L’INCHIESTA
Varese, Anaconda sospende i dipendenti indagati per maltrattamenti
La cooperativa: «Siamo sorpresi, mai avuto problematiche simili. Duplice grave danno»

I sette dipendenti indagati dalla magistratura per presunti maltrattamenti all’interno di Anaconda sono stati sospesi dalla cooperativa stessa. In un comunicato, infatti, il centro per disabili varesino, sottolineando che i dipendenti indagati appartengono al «solo reparto Centro diurno disabili per minori», spiega che «quanto accaduto ci coglie di sorpresa perché in più di 40 anni di attività non ci sono mai stati riscontri diretti o indiretti relativi a problematiche di questo genere. E spiega: «I dipendenti oggetto dell’iniziativa giudiziaria sono stati al momento sospesi dal lavoro, in attesa di un puntuale riscontro di eventuali responsabilità».
«Nei confronti degli stessi - prosegue Anaconda - è stata avviata la procedura prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro perché, con la tutela penale che ciascuno di loro attiverà, sia garantita la piena tutela di Anaconda quale datore di lavoro. I fatti contestati e l’iniziativa di sospendere le educatrici del Centro per minori hanno infatti posto la Cooperativa nella condizione di parte lesa».
E ancora: «Nel riservarsi ogni altro opportuno intervento, visto il rilievo dato dalla stampa all’iniziativa della magistratura inquirente, non si può che segnalare il duplice grave danno, anche d’immagine, che parte dell’attività assistenziale di Anaconda sta subendo. Infatti l’assenza di tutte le educatrici di quel settore costringe, da un lato, a dover attendere l’esito dei procedimenti per la verifica delle eventuali responsabilità delle stesse, la cui professionalità sino ad oggi non è mai stata messa in discussione, e dall’altro il gravissimo danno alle famiglie degli ospiti del Centro diurno per minori che si sono trovate nell’impossibilità di avere l’assistenza per i propri figli.
Si auspica pertanto che tale situazione venga al più presto chiarita e definita in sede giudiziaria; a tal fine l’Anaconda si mette a disposizione per la piena collaborazione con le autorità competenti affinché si possa arrivare velocemente alla verità dei fatti.
Si auspica inoltre che l’attività, per ora sospesa del solo Centro per minori, possa riprendere con la chiarezza di rapporti che Anaconda ha sempre voluto assicurare ed ora, a maggior ragione, vuole tenere con tutte le parti interessate. I danni subiti da Anaconda verranno ovviamente richiesti a chi fosse eventualmente riconosciuto responsabile ad esito di giudizio definitivo, stante la decisione di costituirsi parte civile nei modi e termini di legge nell’avviato procedimento».
In chiusura Anaconda «ribadisce a tutte le famiglie dei propri assistiti che l’indagine avviata è limitata al solo Centro per minori e che pertanto tutte le attività degli altri Centri continuano regolarmente e senza problema alcuno».
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