LA CAUSA
Sposati dal sindaco, ma non in Comune: il matrimonio finisce in Tribunale
Una coppia di Mozzate ha denunciato il primo cittadino per truffa. I gestori della villa di Cunardo si difendono: «Li avevamo informati»

Si sposano in una prestigiosa villa di Cunardo, con il sindaco a celebrare in fascia tricolore, ma dopo due mesi, quando vanno in Comune a chiedere il certificato per il congedo matrimoniale, scoprono di non essere marito e moglie. Il motivo? L’immobile non era classificato come sede distaccata del municipio e quindi non poteva ospitare la cerimonia civile ma solo un “rito simbolico”, detto anche “all’americana”.
IL CASO IN TRIBUNALE
Protagonista della singolare vicenda è una coppia di giovani sposi di Mozzate, che ha quindi denunciato per truffa sia l’allora primo cittadino, Angelo Morisi, sia i gestori della sede della cerimonia. La Procura aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, ma gli sposi (che hanno poi dovuto celebrare nuovamente le nozze) si sono opposti e così il caso è ora approdato davanti al giudice del Tribunale di Varese, Andrea Crema.
IL “RITO SIMBOLICO”
L’ex sindaco, al quale viene contestato anche il peculato mediante profitto dell’errore altrui per aver incassato 300 euro per la cerimonia, ha chiesto di patteggiare (ma il fascicolo è tornato al pubblico ministero perché il secondo reato è di competenza collegiale, non monocratica). I gestori, invece, hanno chiesto l’assoluzione perché sostengono di non essere mai stati a conoscenza degli accordi tra sindaco e sposi e di aver informato i due giovani che quel rito era soltanto simbolico, mentre per quello con valore legale avrebbero dovuto accordarsi separatamente col Comune.
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