OPERAZIONE SPRINTFIRE
Maxisequestro di pellet nocivo
I trucioli pericolosi per la salute arrivavano dalla Bosnia-Herzegovina. La Guardia di Finanza ha denunciato 5 imprenditori con l’accusa di frode

Importavano grandi quantità di pellet che non corrispondeva alla qualità dichiarata ed era quindi potenzialmente rischioso per la salute. Cinque imprenditori sono stati denunciati con le accuse di frode, immissione sul mercato di prodotti pericolosi, autoriciclaggio e violazione della normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti. L’operazione, ribattezzata “Sprintfire”, è stata messa a segno dalla compagnia di Gallarate della Guardia di Finanza. Sequestrati 70.000 chilogrammi di pellet. L’indagine ha preso il via da controlli sulle attività commerciali e in particolare dalla scoperta che in un centro della grande distribuzione veniva posta in vendita una qualità di pellet (combustibile per riscaldamento) di provenienza straniera, dalla Bosnia-Herzegovina, non rispondente agli standard di sicurezza richiesti dalla normativa comunitaria a tutela della salute pubblica e dell’inquinamento ambientale. La Procura di Busto ha quindi disposto una perizia che ha fornito un esito allarmante: all’interno dei trucioli di pellet erano presenti dei frammenti di plastica di tipo “Poliacetale”, prodotto che l’Unione europea ha catalogato come pericoloso. Di qui, il sequestro di tutte le confezioni di pellet nocivo in vendita sul territorio nazionale. Gli inquirenti hanno quindi passato al setaccio le documentazioni contabili e bancarie relative all’importazione dei trucioli, ricostruendo così l’intera filiera commerciale, dalla Bosnia-Erzegovina ai rivenditori in Italia. È stato inoltre quantificato in 400.000 euro l’ammontare delle cessioni del pellet venduto prima che intervenissero i finanzieri. Nell’ambito dell’inchiesta sono state inoltre accertate violazione di natura tributaria: evasione dell’Iva per circa 300.000 euro.
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