IL SUCCESSO
Maxophone, magia senza tempo
Un trionfo il ritorno del gruppo prog che al teatro Pasta ha presentato il nuovo “La fabbrica delle nuvole”

C’era un po’ di emozione, come è normale ci sia, anche per cinque musicisti supernavigati come i Maxophone, al (nuovo) debutto venerdì 21 al teatro Giuditta Pasta dove hanno presentato, per la prima volta, il nuovissimo (e bellissimo) La fabbrica delle nuvole, ritorno discografico 42 anni dopo il debutto con l’album omonimo. Ma il calore della sala di via Primo Maggio e la magia creata dalle note hanno compiuto il miracolo: i due membri fondatori Alberto Ravasini (voce, tastiere, chitarra) e Sergio Lattuada (tastiere e voce), con i tre “nuovi” Marco Tomasini (chitarra e voce), Carlo Monti (batteria, percussioni e violino) e Marco Croci (basso, voce), sono una formazione capace di andare al di là del tempo, della classificazione di genere (progressive rock, ma con venature di jazz, folk, pop di classe, in una parola musica di altissimo livello), regalando emozioni per oltre un’ora e mezza di magia. Il primo approccio con il pubblico del nuovo album (suonato per intero, con qualche concessione al glorioso passato nella seconda parte della serata e un bis richiesto a gran voce dal pubblico) è stato molto positivo e l’auspicio di tutti i presenti è che, a dispetto dell’età media “altina” dei componenti del gruppo, si sia trattato dell’inizio di una nuova, lunga e fertile fase per una band tra le più interessanti del panorama rock italiano.
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