LA SANITÀ
Medici in fuga dall’ospedale
Tra i problemi anche le sale operatorie non ancora pronte e l’informatizzazione al palo
Finché non si vedrà un progetto concreto, al Sant’Antonio Abate di Gallarate il nuovo ospedale unico appare una chimera. Ci si chiede come evolverà l’assistenza da qui alla costruzione della grande struttura e, intanto, si fanno i conti con la fuga di medici e infermieri.
Si fatica parecchio, perché negli ultimi tre anni, a partire dall’avvio dell’Asst Valle Olona, la sede gallaratese si è sentita un tantino in secondo piano, mentre l’attenzione dei vertici pareva concentrata su Busto Arsizio.
Direzione e primari tengono le bocche cucite, ancora non hanno avuto modo di confrontarsi con il nuovo direttore generale Eugenio Porfido, che nei giorni scorsi ha visitato gli ospedali di Somma Lombardo e Saronno e prima o poi verrà anche da queste parti. È nei reparti che si respira un senso di insoddisfazione e di precarietà.
SALE OPERATORIE
L’avvio delle tre nuove sale operatorie è un po’ in ritardo, mancano alcune autorizzazioni da parte dell’Agenzia della salute e vanno completati gli appalti degli arredi. Trovandosi sullo stesso piano di Ortopedia, le sale saranno utilizzate prevalentemente per interventi in day surgery per fratture e altri problemi legati agli arti.
La chirurgia generale, invece, si trova al terzo piano: un anno fa venne avviato il nuovo reparto affiancato alla cardiologia. L’assetto sul fronte chirurgico appare comunque in una fase di passaggio: ora il reparto conta su una ventina di letti ma dovrebbe ampliarsi potendo arrivare ad accogliere fino a trenta pazienti. Quando verrà ristrutturato completamente il piano, vi troveranno sede anche gli ambulatori che adesso sono dislocati in punti diversi.
I GUAI DELLA SENOLOGIA
La Senologia è affiancata alla Chirurgia, ma il reparto rimane nel seminterrato perché non sarebbe possibile portare ai piani le apparecchiature per effettuare le mammografie, che richiedono sale adeguatamente schermate. Le visite di oncologo e fisiatra, oltre ai colloqui con gli psicologi, avvengono dunque in spazi poco accoglienti, privi di finestre. Lo stesso vale per gli screening a titolo preventivo.
CHE FARE PER 5/7 ANNI?
Gli interventi da affrontare sarebbero parecchi, ma tutti si chiedono se abbia senso investire ora in strutture che non dovrebbero più accogliere un ospedale. Alcune lamentele riguardano le leggi: «In Italia se ottieni un finanziamento per un determinato progetto - dicono alcuni - non puoi poi deviare i fondi su quel che ritieni più necessario».
RIFORMA INCOMPIUTA
La Legge 23, che ha fatto nascere Ats e Asst, ha causato a Gallarate non pochi guai nei rapporti con le altre sedi della stessa azienda, che di recente ha perso Angera a favore dell’Asst Sette Laghi. Secondo molti, se ci si fosse presi del tempo per studiare un assetto comune, a partire dall’informatizzazione, là dove esistevano differenze notevoli di approccio, adesso il quadro potrebbe apparire più uniforme e il dg Porfido incontrerebbe meno difficoltà a riorganizzare il tutto.
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