IL CASO
Meduse nel lago: «Sono innocue»
Uno studio conferma la presenza della specie di acqua dolce. «Non è come quella marina, non fa male»

Anche le meduse amano il lago di Monate. Niente paura, non parliamo di quelle marine, i cui tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle umana. Si tratta infatti della medusa d’acqua dolce, nome scientifico “Craspedacusta sowerbii Lankester“, «una specie esotica presente in alcuni corpi idrici dell’Italia e assolutamente innocua per l’uomo».
La precisazione è di Cesare Puzzi, amministratore delegato della società di consulenza ambientale Graia alla quale s’è rivolta l’Amministrazione comunale dopo che, a settembre, quando ancora le temperature permettevano di fare il bagno nelle limpide acque del lago di Monate, alcuni cittadini avevano segnalato queste “presenze sospette”.
E la relazione depositata in municipio rassicura i bagnanti in vista della prossima stagione dei tuffi. In realtà, rivela lo studio di Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque, la medusa d’acqua dolce non è una novità a queste latitudini: «Nel lago di Monate è stata segnalata per la prima volta nel 1985 e da allora, ogni tanto, in modo del tutto saltuario, compare durante l’estate».
Tanto che, lo scorso settembre, ne sono stati osservati «numerosi esemplari distribuiti nel lago e presenti nei primi metri d’acqua».
L’aspetto non è molto diverso da quella marina: ha una forma a campana, generalmente non supera i 2,5 centimetri di diametro allo stadio adulto, con corpo traslucido e gelatinoso, di colore bianco verde, e una serie di tentacoli (i più lunghi le servono per muoversi, i più corti per catturare le prede grazie agli organi urticanti (nematocisti). Ed è composta al 99% da acqua.
«La Craspedacusta sowerbii Lankester è una specie esotica di origine asiatica presente nella valle del fiume cinese Yangtze. La sua diffusione è facilitata dalla capacità di assumere, anche per alcuni anni, una forma quiescente che le consente di superare le condizioni ambientali avverse. Ed è probabilmente in questa forma che la specie ha colonizzato nuovi ambienti, trasportata da uccelli acquatici o attraverso il commercio e il trasporto di piante o animali acquatici».
Nel lago di Monate, la prima “traccia” risale al 1985, ma nel lago Maggiore è stata segnalata da uno studio scientifico del 1971.
Rappresenta un pericolo per l’uomo o per l’ambiente? «Solo in presenza di popolazioni molto abbondanti - conclude la relazione - la specie potrebbe avere un impatto negativo sull’ecosistema originario, entrando in competizione alimentare con specie zooplanctoniche e bruciando ossigeno a scapito delle zoocenesi autoctone». E per l’uomo «sono assolutamente innocue».
© Riproduzione Riservata