L'INCHIESTA
Megatruffa all'Inail, sei accusati
Prima udienza preliminare di fronte al Gip Battarino, l'accusa dice no al patteggiamento per il funzionario tuttora ai domiciliari
L’accusa è di truffa ai danni dello Stato e lo Stato, nel caso specifico, è rappresentato dall’Inail, Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Di questo reato devono rispondere sei persone che venerdì 15 sono comparse per la prima volta davanti al giudice delle udienze preliminari Giuseppe Battarino. Un dipendente dell’Istituto, Gennaro Gallo, difeso dall’avvocato Pier Paolo Caso, tra il 2008 e il 2012 avrebbe sfruttato la possibilità di "mettere le mani" nel sistema informatico dalla sede di viale Aguggiari per inventare incidenti sul lavoro e per inventare anche aggravamenti delle condizioni dei feriti, così da far intascare a suoi complici risarcimenti di notevole entità (si parla di una cifra complessiva di circa 127.000 euro). E cinque lavoratori, o meglio "non lavoratori", dato che quasi tutti avevano anche una posizione professionale inventata, avrebbero percepito il denaro, tutto o molto probabilmente solo in parte, visto che dei 127.000 euro si sono perse sostanzialmente le tracce.
L’udienza preliminare, molto attesa dato che sulla vicenda gli inquirenti non avevano fornito alcuna informazione all’epoca dell’arresto di Gallo (tuttora ai domiciliari), è stata però solo interlocutoria. Il funzionario dell’Inail ha provato a patteggiare sottoponendo al sostituto procuratore Massimo Politi, titolare dell’indagine, un’ipotesi di applicazione pena pari a tre anni di carcere, ma il rappresentante della pubblica accusa ha detto no, ritenendo la pena troppo bassa rispetto alla gravità dei reati commessi.
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