IL PROCESSO
«Mi hanno rapinato». Anzi no. Fidanzati assolti
Aggressione ad Arcisate dopo una lite per il parcheggio. Ma la vittima ritira la querela: «Ero confuso, mi dispiace»
«Sono stato picchiato e rapinato da una coppia di fidanzati dopo una lite per quell’auto parcheggiata davanti a casa mia». Ma tre anni dopo la denuncia, la vittima dell’aggressione ha ammesso che non gli erano stati rubati né soldi, né telefono («Li ho ritrovati in casa qualche giorno più tardi») e così l’accusa di rapina è caduta. Così come quella di lesioni personali aggravate dall’uso dell’arma, per la precisione una bottiglia di birra, sul cui effettivo utilizzo c’erano molti dubbi.
La vicenda approdata oggi, martedì 2 dicembre, davanti al collegio del Tribunale di Varese risale al 29 ottobre 2022. Al banco dei testimoni il giovane che raccontò ai carabinieri di essere stato derubato e preso a pugni in faccia: «Sono uscito e ho trovato un’auto davanti a casa mia. Ho urlato contro la ragazza al volante. Poi me ne sono andato in bici, ma poco dopo sono stato raggiunto dalla stessa vettura, dalla quale è sceso un uomo che me le ha suonate». Risultato? Otto giorni di prognosi. Ai militari disse anche che gli furono portati via cellulare e 60 euro, ma in aula ha smentito: «Ho detto quelle cose perché ero confuso, avevo paura. Mi dispiace, ma oggi sono qui per dire la verità». Il giovane ha quindi dichiarato di voler ritirare la querela. Lo stesso pm Federica Recanello ha chiesto l’assoluzione dall’accusa di rapina per entrambi e la condanna di lui, a un anno di reclusione, per lesioni. L’avvocato Alessandro Indelicato ha sottolineato come solo una testimone abbia parlato della misteriosa bottiglia, senza aver visto però cocci a terra, e ha quindi chiesto di escludere l’aggravante riqualificando il reato in lesioni semplici, nel frattempo estinto per remissione di querela. E il caso si è concluso, di fatto, con una doppia assoluzione.
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