L'AGGRESSIONE
"Mi picchiavano. Sono svenuto"
Il racconto del sedicenne preso a calci e pugni dai ladri. La rabbia del padre e del fratello
Riccardo Da Broi, 16 anni, è sdraiato sul divano del soggiorno di casa, in via Benaco 30 a Bizzozero. Si alza con fatica, ma sorridere non può: la guancia destra è gonfia e viola.
"Per fortuna lo zigomo non è rotto come si temeva", sorride il padre Aldo, che è accanto al figlio, quasi incredulo di vederlo "solo" ferito. Ma vivo, nonostante la terribile avventura di mercoledì pomeriggio, quando due malviventi entrati per rubare l’hanno riempito di botte.
Il suo volto è pieno di graffi e ferite, come le mani. Con lui c’è il fratello Daniele, 22 anni, un amico e la fidanzatina. Da giovedì 12 gennaio è stato dimesso dall’ospedale di Circolo e ora può riprendersi dalla brutta avventura a casa. Sembra rendersene conto ancora a fatica.
"Erano forse le 17.30 quando ho sentito la portafinestra che si apriva, ho pensato che fosse papà - racconta -. Stavo giocando alla playstation in camera di mio fratello, al primo piano. Mi sono alzato, non ho visto nessuno, mi sono seduto di nuovo alla scrivania. E’ stato a quel punto che ho visto la porta che si chiudeva e una voce: Tu rimani qui".
E l’orrore comincia.
Perchè Riccardo vede quell’uomo alto, sui quarant’anni, a volto scoperto, "tipico secondo me dell’Est", e non pensa alle conseguenze, quando si getta contro la porta quasi scardinandola. Ne nasce una colluttazione: il ragazzo, che gioca a calcio nell’Insubria ed è alto un metro e ottanta, mena pugni, calci e morsi. Ma deve arrendersi, e si accascia svenuto a terra, quando dall’altra stanza, quella matrimoniale, arriva il complice: Riccardo non si era accorto di lui. E giù altri pugni, fino a quando il ragazzo sviene. A questo punto i due, forse temendo il peggio, scappano. Ma non a mani vuote: è sparito il denaro - 150 euro - custodito in un cassetto laterale in camera dei genitori, ma non l’I-pod del ragazzo. E dai carabinieri giunti subito sul posto è stata trovata anche una pila, del tipo più comune, made in China: doveva servire ad illuminare la villetta, buia, che credevano vuota. Per entrare è bastato un cacciavite con cui forzare l’intelaiatura. Cacciavite che - per fortuna - i malviventi avrebbero lasciato al pianterreno. La preoccupazione ha colto papà Aldo quando prima delle 18 è rientrato: la portafinestra aperta l’ha messo in allarme. Poi la scena terribile del ragazzo che, di sopra, farfugliava, semincosciente, in mezzo al sangue: comincerà a riprendersi solo in ambulanza. "Che se ne tornino tutti a casa loro - si sfoga Aldo Da Broi, riferendosi alle fattezze dei due, come le ha descritte il figlio -. Una vita di sacrifici per farsi la casa, siamo semplici operai, e guardi qui".
A maggio erano già entrati in casa i ladri mentre la famiglia era assente: bilancio, un pc sparito: "E adesso questo. Basta!".
Intanto pensa a illuminare meglio l’ingresso della villetta a schiera, la prima di sette una in fila all’altra: "Metterò anche l’allarme".
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