AMARCORD
«Mi voleva Cicciolina». Era il 23 agosto del 1987
Il racconto di Diego Pisati che intervistò Ilona Staller per la Prealpina e si sentì proporre una parte in un film porno

Nel 1987 l’intervista a Cicciolina. Diego Pisati, giornalista della Prealpina, tra una domanda e l’altra, si sentì proporre una parte in un film porno. Ecco il suo racconto di quella chiacchierata con Ilona Staller.
«Gli troviamo una particina nel film? Potrebbe fare uno dei miei negri». Intervistare Ilona Staller ai tempi del politicamente scorretto esponeva anche a questo tipo di provocazioni. Mentre scrivevi, a mano su un quaderno, la sua risposta a una tua domanda, lei si rivolgeva così a Riccardo Schicchi che sorrideva a denti stretti, apparentemente infastidito. La cosa finì lì, per la pace, non solo dei sensi, di tutti e senza neppure trovare spazio nel curriculum perché dire «Mi voleva Cicciolina» è meno chic dei tanti, troppi, «Mi voleva Strehler» o «Mi voleva Fellini». Però accadde - fonte La Prealpina del Lunedì, non il diario personale - al Burghy di Gallarate il 23 agosto 1987. Il suo anno clou perché da un paio di mesi era stata eletta deputata, in Parlamento grazie alle 20mila presenze ottenute nelle liste del Partito Radicale, seconda solo a Marco Pannella.
Un risultato frutto del voto di protesta - quando non ci capiscono, analisti e avversari usano sempre questa espressione - e di una popolarità costruita nel tempo partendo, nel 1973, da Voulez-vous coucher avec moi?, programma radiofonico di Roma Radio Luna. Tappa fondamentale, dieci anni dopo, la fondazione, da parte di Schicchi e Ilona, di un'agenzia di casting e produzione.
Prima in Italia specializzata in pornografia, Diva Futura lanciò, tra le altre, Moana Pozzi, Ramba e Petra, Milly D'Abbraccio, Barbarella ed Eva Henger. A raccontarne la storia, durata fino al 2021, è ora un film, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Diretto da Giulia Steigerwalt, Diva Futura, vede Pietro Castellitto nel ruolo di Schicchi e Barbara Ronchi, attrice del momento, in quello di Debora Attanasio, autrice del libro, Non dite alla mamma che faccio la segreteria - Memorie di una ragazza normale alla corte del re dell'hard, da cui il lungometraggio è tratto.
Ilona Staller dalle nostre parti non ha solo transitato, tra la fine del 1982 e la primavera del 1983 abitò in un motel di Varese, abbandonato solo dopo tensioni insanabili con il direttore e con il personale della struttura. Colpa dell’eccessiva libertà di movimento da lei concessa a Pito, il pitone compagno d'arte e rettile di compagnia, che spaventava tutti. La pornostar non era nella Città Giardino per diletto ma per motivi professionali.
Protagonista di Cicciolina... sempre più, programma di Rete Varese Uno, emittente televisiva diretta da Lino Gatti, veniva pagata due milioni di lire a puntata. La partenza, in prima serata, era da talk show, animato da personaggi dello spettacolo, della cultura e della politica. A una certa ora entrava lei, dava dei cicciolini e delle ciccioline a chiunque, creava un po' di confusione e molta aspettiva. Poi il gran finale con l'inevitabile inno all'amore libero e i vestiti (della sola Ilona) che finivano sul tappeto dello studio televisivo.
«Ho degli ottimi ricordi - confidò Ilona Staller alla Prealpina - della trasmissione e della gente. Ricevevo cinquecento lettere alla settimana, quelle cattivelle erano una minoranza».
Fu un caso persino un'iniziativa benefica. Venuta a conoscenza delle difficoltà finanziarie di un orfanatrofio, decise di riservare una puntata di Cicciolina... sempre più ad un'asta con ricavato da devolvere all'istituto. Le duecento bambole, normalissime, tenute per pochi istanti in braccio da lei, vestita non esattamente da prima comunione, andarono a ruba. Fatica inutile perché il parroco, con una punta d’imbarazzo, ringraziò ma rifiutò la generosa offerta.
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