IL GRIDO D’ALLARME
Mignon ai titoli di coda?
Lo storico cinema rischia la chiusura. «Troppe spese e tasse, ma vogliamo continuare e con film di qualità»

Rischia la chiusura lo storico cinema Mignon. E il territorio si mobilita per salvare una sala che è ormai una istituzione culturale del territorio.
«Bisogna fare i conti con la realtà - dice il gestore Alberto Cerutti -. Sono tante le spese e le tasse da sopportare per mantenere vivo un cinema così. Per questo chiediamo a tutta la popolazione di continuare a sostenerci, per garantire la sopravvivenza di un luogo magico come il Mignon».
La crisi del cinema in Italia è iniziata diversi anni fa, con le videocassette, per proseguire con la pirateria, lo streaming e le piattaforme di digital store che hanno messo a dura prova le sale cinematografiche, soprattutto quelle autonome e indipendenti della provincia, colpite anche dall’avvento dei multisala.
Certo, non sono solo queste le cause; bisogna tenere presente anche una continua ricerca e un costante miglioramento della tecnologia, con il passaggio dall’analogico al digitale, con strumentazioni e attrezzature che costano migliaia di euro.
Il Mignon è nato nel 1976, quando i cinema erano pieni, non solo nei fine settimana. Fu un banchiere di Milano, cognato di Luciano Cerutti - colui che poi ha gestito la struttura fino alla morte - ad aprire la sala, solo nelle serate di venerdì, sabato e domenica.
Una passione, quella del grande schermo, nella quale aveva investito alcuni milioni di vecchie lire per trasmetterla anche agli abitanti del paesino del Varesotto e delle valli circostanti.
Una passione che Luciano ha trasmesso al figlio Alberto, che assieme alla mamma Lina Fiorani oggi gestisce la struttura e che nel 1990 ha iniziato a lavorare nel settore, con le prime esperienze al Garden di Gavirate, dove ha cominciato a prendere dimestichezza con il proiettore.
Dopo la morte del padre e con l’avvento del digitale, per il Mignon sono iniziate le difficoltà e solo grazie a un amico di famiglia, il dottor Carlo Bozzali, nel 2014 il cinema di Grantola è riuscito a dotarsi di un impianto digitale, con un cospicuo investimento in grado di rispondere alle esigenze delle case di distribuzione cinematografica e ai gusti dei cinefili.
A cinque anni di distanza la situazione non è rosea, con tanti problemi, soprattutto economici, che non riescono a garantire la sopravvivenza di una delle poche sale del Luinese.
«Cerchiamo di andare avanti - conclude Cerutti - nonostante le mille difficoltà. Il nostro obiettivo continuerà ad essere quello di garantire film di qualità, che strizzano l’occhio a un pubblico di nicchia. Un pubblico che arriva anche dal Canton Ticino».
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